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The Order 1886: Il nostro Dio Narciso

Da Andrea Venturotti

Buongiorno a tutti lettori di Afreeword, un caloroso benvenuto a voi nella prima puntata della mia rubrica “Pad alla mano”.
Innanzitutto, la prima cosa che dovete sapere di me è che sono un gamer dall’età di quattro anni, quando in casa mia sbarcò per la prima volta il Nintendo con supermario prima e la Ps1 con Crash poi. Sono cresciuto vivendo fino ad ora quattro generazioni videoludiche, passando dalla grafica 8bit bidimensionale alle tre dimensioni, per poi arrivare al fullHD della passata generazione, per poi giungere all’attuale generazione con ps4.
Andando avanti con la mia vita ho sviluppato sempre di più questa mia passione, arricchendo il mio bagaglio personale di news, recensioni e video. Personalmente mi ritengo di essere una persona informata in questo campo, grazie soprattutto ai ragazzi di spaziogames.it che con il loro lavoro mi tengono sempre aggiornato su tutti gli argomenti e i giochi che mi interessano.
Uno dei titoli che più ha dato da discutere in questo inizio di generazione è stata l’esclusiva per PS4 “The order 1886″.
Il mio approccio nell’articolo, per quanto riguarda questo gioco, si discosta parecchio da qualsiasi altro gioco che andrò a trattare in futuro.
Premetto che ho appena finito il gioco e che questo è il mio commento a caldo, o per meglio dire, a tiepido. Vediamo perchè!
The Order 1886: Il nostro Dio Narciso
The Order 1886 fa discussione a se nella storia di questa gen visto che abbiamo da una parte, una grafica mozzafiato applicata in una Londra vittoriana di fine 1800  che ci fa apprezzare qualsiasi punto del gioco, dall’altra, abbiamo una storia affascinante ma non sfruttata a dovere a causa di un gameplay totalmente lineare da risultare a tratti privo di divertimento.
The Order 1886: Il nostro Dio Narciso
La scorsa generazione aveva aperto le porte al Free Roaming, ovvero alla libera esplorazione di una vastissima mappa da parte del giocatore al quale venivano fornite missioni principali e secondarie da giocare in ordine totalmente a piacere.
The order torna al gioco “vecchio stile”, incanalandoci dentro grandi stanzoni e corridoi per poi farci incontrare schiere di nemici più o meno impegnativi da massacrare. Ma se il gameplay è vecchio stile e la grafica è fantastica, perchè praticamente tutti hanno definito questo titolo un flop? The Order 1886: Il nostro Dio Narciso

Perchè purtroppo il discorso non è tutto rose e fiori. Il gioco ha una malattia abbastanza inattesa: “Il ritmo completamente altalenante e mal calcolato“.
Il gameplay è solidissimo, ha degli effetti sonori grandiosi e delle armi atipiche ben caratterizzate. Il problema è che questi scontri saranno presenti in 3 ore sulle 6 disponibili nella campagna principale. Passerete la metà del tempo a guardare cut scene e a spingere bottoni visualizzati a schermo per i tantissimi QTE tutt’altro che difficili.
Il livello della direzione artistica del gioco è eccezionale e la scelta di adottare le “bande nere cinematografiche” e la filigrana granulosa è azzeccata ed apprezzata dal sottoscritto. Siamo di fronte più ad un film giocabile in tinte action più che ad un videogioco come lo siamo abituati a vedere ai giorni nostri. Di fronte ad una grafica così eccezionalmente rifinita, vi sono dei compromessi interiori del gameplay totalmente irrealistici. Vi ritroverete, ad esempio, a fare una sparatoria all’interno di una cucina senza la possibilità di distruggere luci, piatti e utensili nemmeno lanciandoci contro una granata. Il tutto da quindi una sensazione di essere presenti dentro una “finta” sceneggiatura, di quella “bella si, ma realistica per niente”.

The Order 1886: Il nostro Dio Narciso

La trama sotto certi aspetti non è assolutamente brutta, tuttavia non è riuscita a farmi sentire quasi mai parte della storia, complici anche i personaggi che sono, come il resto del gioco, graficamente impeccabili, ma purtroppo privi di pathos emotivo,nemmeno nei momenti più concitati, tant’è vero che finendo il gioco non ho sentito quel “senso di vuoto” che avevo sentito, ad esempio, con bioshock infinite o The last of us.
Il gioco lo riassumo in una scena ricorrente che si presenta durante le fasi di esplorazione (esplorazione intesa come “segui il compagno, ma ogni tanto guardati intorno”). Quando troverete uno dei tanti collezionabili potrete guardarlo e girarlo per ammirarlo in tutta la sua perfezione grafica… come farebbe il Dio Narciso con il suo bel faccino, per poi accorgersi che la loro vera utilità sta nel nulla più profondo e nell’anonimato di un oggetto fatto, appunto, da dio, ma che nulla aggiunge a quello che è il gioco stesso.
Gli unici collezionabili che davvero aumentano la profondità della storia sono i nastri di cera, e di quelli ce ne sono davvero pochi rispetto ai giornali, agli oggetti e alle foto.
The Order 1886: Il nostro Dio Narciso

Tirando le somme questo gioco mi ha lasciato con l’amaro in bocca, soprattutto vista la presenza di nessun vero boss finale (e di qualsivoglia vero boss in tutto il gioco). L’ultimo tasto che dovrete cliccare per far apparire la scritta finale del gioco vi dovrebbe mettere i brividi e vi dovrebbe far desiderare di non doverlo mai cliccare, mentre invece io non ho avuto alcuna difficoltà nel “chiudere i conti con il gioco” abbandonando così la storia di Galahad e compagni al polveroso scaffale nel quale finiscono tutti i giochi che “sono stati finiti MA che non rimarranno impressi nella memoria”.

Finendo l’articolo, mi sento di consigliare questo gioco a:

1) I cacciatori di trofei, visto il platino praticamente regalato, ottenibile in 8 ore di gioco.
2) I videogiocatori amanti della grafica spaccamascella
3) I videogiocatori appassionati della Londra di quel periodo
4) A chi vuole giocare qualcosa di diverso alternando magari un gioco longevo come dragon age inquisition.

Prezzo consigliato: dai 20 euro in giù.

Vorrei un seguito? SI
Strano ma vero, vorrei un seguito dove i punti deboli di questo gioco siano migliorati e ritoccati a dovere. Il potenziale è davvero enorme e la storia può regalare tanto altro al pubblico giocante.
Sicuramente devono farsi perdonare, ma se le scuse saranno eccezionali, saranno ben accette.


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