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The Outsider - Recensione

Creato il 08 marzo 2016 da Lightman

Craig Fairbrass, Jason Patric e James Caan sono i protagonisti di The Outsider, b-movie action thriller senza particolari spunti diretto nel 2014 dallo "specialista" Brian A. Miller.

The Outsider - Recensione

Lex Walker, militare inglese di lunga data, viene informato della morte della figlia Samantha, il cui corpo senza vita è stato trovato sulle rive di un fiume a Los Angeles. Partito subito per gli States, all'obitorio l'uomo scopre che il cadavere non è quello di Sam; cominciando ad indagare nella vita della ragazza viene a sapere che la deceduta è in realtà la sua migliore amica e co-inquilina. Walker si mette così sulle tracce della figlia e tutti gli indizi sembrano condurre ad una compagnia finanziaria di proprietà del ricco magnate Karl Schuster, il quale pare nascondere qualcosa. Arrestato dopo un alterco con le bodyguard del boss, Walker trova un inaspettato aiuto nel detective Michael Klein, assegnato al caso e con l'intenzione di vederci più chiaro nei loschi affari di Schuster.

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The Outsider - Recensione

Con una trama che ricorda a grandi linee, almeno nell'incipit di partenza, un cult come L'inglese (1999), The Outsider deve però rassegnarsi ai limiti tecnici e produttivi degli action-thriller di serie b, a cominciare dalla scelta di casting del protagonista, interpretato dal roccioso Craig Fairbrass, in un roster attoriale che vede la presenza di guest-star come Jason Patric e James Caan in ruoli di comprimari / nemesi. D'altronde il regista Brian A. Miller, già autore del pessimo The Prince - Tempo di uccidere (2014), è specializzato da anni e quasi sempre con scarsi risultati nel filone, trovando però in quest'occasione una maggiore compattezza registica e narrativa che rende la visione meno indolore del previsto. Certo, ci troviamo di fronte a banalità assortite e dialoghi imbarazzanti, con scene d'azione telefonate e prive di inventiva, ma l'atmosfera generale, che sfrutta con discreta efficacia la notte losangelina, non è del tutto disprezzabile. I novanta minuti di visione si muovono così tra frequenti sparatorie e combattimenti a mani nude (Fairbrass è un pessimo attore ma almeno sa menar le mani quanto basta) che conducono senza troppi patemi al classico e scontato happy ending, nonostante risvolti spesso inverosimili che stonano un po' con il classico percorso da revenge-movie di genere. Il punto è che, giunti ai titoli di coda, si ha la perenne impressione di aver assistito all'ennesimo film-fotocopia sulla scia dei vari emuli di Io vi troverò (2008), senza alcun guizzo stilistico e/o ideologico a donare maggior mordente all'intero complesso.

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