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Annie è costretta a tornare nella casa della sua infanzia dopo molto tempo per assistere al funerale dell'odiata madre. Dopo la scomparsa della sorella, però, si troverà ad affrontare fantasmi (reali o metaforici?) del suo passato.
Avete presente quando guardate un film horror e pensate: 'Ma come si fa a reagire così? Ma io sarei già corsa fino in Azerbaijan!'?
Fastidioso, vero? Toglie molti punti al film.
Ecco, il primo, grandissimo, punto che rende The Pact il bel film che è, è il fatto che la protagonista ha una paura maledetta. Talmente paura che si sveglia da un incubo e corre fuori di casa in mutande, cerca di accendere la moto per scappare il più lontano possibile. Che è la reazione che, dettaglio della moto a parte, avrei io e penso anche una buona parte di voi.
FINALMENTE.
Non è che si trasforma in una supereroina in borghese, è una tipa normale, che se la fa addosso, ma fa il possibile per liberarsene. Continuando iperterrita a farsela addorso.
Bravò, Nicolà.
A parte ciò, un dato oggettivo è che sto film fa una gran paura. Ho contato un minimo di tre salti sulla sedia di quelli che manco un campione olimpico, e una costante d'ansia dall'inizio alla fine. Certe scene toccano picchi di tensione allucinanti. Me la sono fatta sotto insieme alla povera Annie,e forse anche più di lei. All'arrivo della medium ho sentito l'inquietudine incombere su di me come una spada di Damocle che mi sono cercata da sola.
Ecco, ho trovato qualche problemino di sceneggiatura, quello sì. Senza rivelare troppo, non mi hai spiegato dove finisce la bambina per tutto il film. Ogni volta che Annie scappava io pensavo 'Ti sei scordata la piccina', invece a quanto pare no. Ma dov'era? Sembra una piccolezza, ma è una mancanza. Così come non rivela altre cose che si capiscono tranquillamente, ma senza la spiegazione finale sembrano quasi irrisolte.
Ma siccome McCarthy ci sa fare, perdono tutto.
Da guardare rigorosamente canticchiando Lady Gaga.
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