Il terzo, ed ultimo, articolo della triade in stile Mangia/Prega/Ama, dopo The Arom-Alchemist e The Fer-Mentalist …. sarà un articolo particolare … anche perché è dedicato, come da copione assunto, all’amore. E per rappresentare questa inclinazione-declinazione dell’animo ho ritenuto opportuno affidarmi al cuore..
Ora, dato che il cuore batte in due tempi (come mi insegna la brigantessa/futuro medico: sistole e diastole..) ha due atri, due ventricoli.. è insomma – per tanti aspetti e sotto vari versi – un’entità … bicorde! … Allora dovrò optare per un ‘movimento in due ..tempi’…
Pertanto questo sarà un doppio articolo sulle corde del cuore, e naturalmente come qualcuno avrà già intuito parlerà di una particolare forma di amore.
Spesso infatti l’amore assume forme strane, sempre inattese, e oltre a dirigersi verso persone a noi care, verso l’universo che ci circonda può anche dirigersi verso mondi eterei ma non per questo meno pervasivi. Come ad esempio la musica e l’immagine, due mondi differenti ma complementari …
Le storie che vi racconterò infatti vi parleranno di come l’amore per la musica può condurre a inattese, potenti e sorprendenti svolte del cammino della vita e alla realizzazione del proprio destino …
Tra l’altro, come capirete alla fine di questo piccolo cammino che è allo stasso tempo anche la fine di un viaggio più vasto, sono storie legate a doppio filo, come spesso il Destino ama fare per mettere la sua firma – e ribadire nel caso fosse necessaria la sua misteriosa autorialità- alle storie del mondo…
La Prima storia è la storia di un bambino..
Un bambino che aveva un sogno: di poter diventare da grande un – ‘Grande’ - pianista e poter girare il mondo suonando la sua musica.
E i sogni, quando sono genuini, anche se a volte lasciano un po’ in sospeso, tanto per accrescere il desiderio sospetto, fanno pure lo scherzo di avverarsi..
Sta succedendo a Kekko Fornarelli, che in questi giorni è in Francia, a Thionville, per un ennesimo concerto di quelli che hanno iniziato negli ultimi tempi a costellare la sua carriera in ascesa.Premessa: anche in questo caso, come per tutta la triade, si parte da un’esperienza di carattere personale. Ho conosciuto Kekko una decina d’anni fa in congiunture del tutto estranee alla musica.
Anzi. A quell’epoca ci occupavamo tutti e due di management, ed entrambi avremmo continuato a farlo per anni. Però era scattata la molla della simpatia, forse una sorta di affinità elettiva latente, che ci ha portato, guarda caso ( ma lui, che ormai è entrato in un ordine di idee ‘cosmico’, direbbe che niente accade per caso ….) a re-incontrarci in tempi recenti e a trovare un’immediata risonanza di intenti. Ma andiamo con ordine…
Lascio che siano le parole sul suo sito ufficiale, appena realizzato dall’instancabile Marina (che occorre essere anche la compagna d’avventure del nostro….) a delineare il profilo di quello che io chiamo The Pianist:
Kekko Fornarelli (all’anagrafe Francesco – Bari, 1978) è uno dei giovani pianisti più apprezzati della scena internazionale.
Avvicinatosi al pianoforte all’età di tre anni, studia da autodidatta prima e al Conservatorio “Piccinni” di Bari poi. In seguito, appena diciottenne, la scelta del jazz lo porta ad abbandonare gli studi tradizionali per immergersi totalmente nella musica “suonata e vissuta”, andando in giro per l’Europa e incontrando alcune fra le più importanti voci del jazz europeo: Michel Benita, Yuri Goloubev, Benjamin Henocq, Nicolas Folmer, Jerome Regard, Andy Gravish, Eric Prost, Marco Tamburini, Jean-Luc Rimey Meille solo per citarne alcuni.
Fra le tappe dei suoi viaggi la più lunga in Francia, a Lione, dove Fornarelli decide di vivere per tre anni, dal 2005 al 2008, continuando a stringere collaborazioni con diversi artisti – Manhu Roche, Flavio Boltro, Rosario Giuliani fra gli altri.
I primi due album – Circular Thought e A French Man in New York – a distanza di due anni l’uno dall’altro, più che apprezzati dalla critica, affermano ufficialmente il suo talento a livello internazionale.
E’proprio a questo punto che Fornarelli decide di fermarsi per una pausa di riflessione. Tre anni di “buio” – come lui stesso definisce quel periodo – passati a pensare, studiare, rielaborare pensieri, che lo portano a capire che il jazz ha bisogno di svincolarsi dalle vecchie logiche e dalla sua chiusura in se stesso, per diventare altro, molto altro. Che la ricerca musicale può attingere alle idee nordeuropee senza per questo perdere il calore del mediterraneo e il lirismo di matrice classica.
Il nuovo album, Room of Mirrors, nel 2011, chiude il silenzio e segna un nuovo inizio. Kekko Fornarelli torna a far parlare di sé, grazie anche ad un nuovo progetto, il Kekko Fornarelli Trio, che sta girando l’Europa riscuotendo ovunque successi.
In pochi anni Fornarelli si è esibito in molti dei più importanti festival jazz in Italia e in Europa: Alberobello Jazz, Beat Onto Jazz, Bari Jazz Festival, Multiculturita Summer Festival, Valsugana Jazz Tour, Crocevia di suoni Jazz Festival, Gallarate Jazz Festival, Spazio Jazz l’Aquila, Festival delle Serre, Caivano Jazz Festival, Annecy Jazz Festival, A Vaulx Jazz, Baronissi Jazz, Terni Jazz Festival, Palmi Jazz Festival, John & Jazz Festival. Oltre che in alcune fra le più prestigiosi club e venue quali l’ AMR di Ginevra, il Jamboree di Barcellona, la National concert Hall di Dublino, l’ Istituto Italiano di cultura di Londra.
Quando nella biografia si parla degli anni di buio, si parla di qualcosa che probabilmente molti di noi, o forse tutti, hanno sperimentato almeno una volta nella vita: momenti in cui tutto appare privo di senso e ci si sente perduti, non riuscendo più a trovare la propria strada e il senso profondo della vita. Ma è anche un periodo dolorosamente necessario, una gestazione nell’ombra prima della nascita, una notte profonda che spesso annuncia un’alba luminosa …( io dell’argomento mi considero un ‘esperto’ con un curriculum alle spalle e delle esperienze invidiabili…). In quei frangenti Kekko ha a lungo soppesato la sua via nelle mani e di fronte alle difficoltà, alle traversie, a incognite inaccessibili alla mente ha lasciato che a scegliere fosse il cuore… e si è abbandonato all’amore per la sua passione che covava da bambino. L’amore per la musica. E questa scelta, fatta a dispetto di pensieri, considerazioni logiche, ragioni pratiche esterne, si è finalmente rivelata vincente. Un nuovo management è arrivato all’improvviso dal nulla, incontri stranamente casuali e impensabilmente determinanti, e la carriera di The Pianist prende il volo. Oggi Kekko suona in giro per il mondo, è ospite di importati e prestigiose rassegne musicali e si adopera per portare la sua musica, che ha il sapore anche della terra da cui proviene, un po’ a tutte le latitudini. Ascoltatelo e lasciatevi rapire dal suo tocco.. sarà un’esperienza estatica……Quando si dice lasciarsi ’suonare’ dal cuore…
La seconda storia prende avvio dalla prima in maniera tanto curiosa quanto strana: se guardate tra i credits del sito di Kekko, nella sezione Staff, vi imbatterete in un logo criptico che allude alla partecipazione al sito di un individuo misterioso che si fa chiamare KUNO.. pare si occupi di fotografia e grafica; e infatti un discreto numero di foto di Kekko presenti sul sito sarebbero in tal senso da attribuirsi a questo losco figuro.. che se per voi è un illustre sconosciuto, per me invece è un sospetto molto solito e noto… che mi ‘obbliga’ a passare pertanto alla seconda storia – e/o parte- dell’articolo…
Occorre innanzitutto che vi confidi che tra tutte le cose, amenità, elucubrazioni, massime teologiche e compendi di scibile che ho scritto quello che mi accingo a vergare è – in qualche modo – il testo più strano e – per certi versi- il più difficile.. per –immancabili, e – diverse ragioni. La prima è che mi riesce difficile capire da dove (andare a..) cominciare… le altre ragioni le capirete forse da soli… Io ne avrei quasi quasi fatto a meno.. già me ne sento dire di cotte e di crude sulle mie dinamiche psicoemotive. ma tant’è..considerate le circostanze…fatto 30 si fa pure 31…
Dunque : se per caso vi dovesse essere capitato di leggere qualcuno degli articoli postati dal sottoscritto sinora su questo sito, e siete riusciti ad arrivare sino in fondo (meritereste per questo un riconoscimento ufficiale..) e/o vi sarà magari per caso capitato di farlo al di là di un fuggevole o superficiale sguardo, vi sarà forse venuto in mente il sospetto che chi scrive cela molti dei suoi lati ed interessi, covandone e coltivandone un numero cospicuo e ancora con censito nelle viscere. Per un qualche scherzo del destino devo essere stato misteriosamente destinato ad interessarmi delle materie e delle discipline più eterogenee, manco mi fosse stato dato l’appalto per stendere un memoriale e/o un rapporto ai Superiori sulle attività umane del periodo. Mah..
Ad ogni modo, e cercando – ma non garantisco stavolta- di evitare i miei soliti giri e voli pindarici, è successo immancabilmente , come mi accade di solito, di ritrovarmi – ed è l’ennesima e temo per niente ultima volta - fulminato sulla via di Damasco con la consueta (e) imprevedibile precisione. E mi spiego ..
Tra le varie cose e cosette in dispensa, una delle passioni che mi porto dietro dall’infanzia – per malnata ‘esposizione’ (è proprio il caso di dirlo …) e perniciosissima pre-disposizione – è il pallino per la fotografia: eredità di un padre fissato e, devo ammettere, anche riconosciuto ‘ufficialmente’ in alcune occasioni per le sue abilità con l’obiettivo.. come spesso accade avevo inoltre in qualche maniera accantonato e ‘rottamato’ tale inclinazione nei tempi del dissidio adolescenziale – tempi in cui spesso si rigetta ogni eredità possibile spingendosi alla pervicace ricerca della propria ‘singolarità’ ed identità…
Ma (ecco una spendida occasione per usare un MA al massimo delle sue potenzialità espressive…) - come spesso capita ancora nella vita, (come dice il refrain nel film Magnolia..) – tu puoi chiudere con il passato, ma è il passato che non chiude con te..
E infatti…
Da qualche anno mi era tornata subdolamente e in forma lieve – ..credevo..- l’inclinazione allo ‘scatto’.. la motivazione che me ne aveva dato ragione era l’insoddifazione persistente per la qualità delle foto che mi ritraevano – che naturalmente attribuivo a incapacità ed inettitudine tecniche ( e non..) del fotografo, mica al soggetto in questione..ci mancherebbe! – , e per gioco, usando la macchina di un amico, ho ricominciato a tirare di fotocamera .. (eh, si dice sempre ho smesso, ho smesso, ma poi la tentazione è più forte..)E tira oggi e tira domani, tira a questo e tira a quello, scherzando scherzando mi sono lasciato prendere la mano, al punto da ritrovarmi il Pc zeppo di scatti ..la qual cosa avrebbe già dovuto mettermi in qualche modo in guardia, e invece no! ( qual è il colmo per un fotografo????.. non riuscire ad ‘inquadrare’ una situazione……)
La goccia- e l’occasione- che ha fatto traboccare il vaso e impresso il suo marchio alla vicenda è stata l’ennesima – apparente – casualità: un amico di vecchia data ri-trovato tramite Facebook ( ah, il potere dei media…) al quale, tra una chiacchiera e una battuta estemporanea, ho ad un certo punto proposto scherzosamente un servizio fotografico, visto il suo ‘narcisismo’ artistico - peraltro meritato..
Il punto è che lui invece mi ha preso sul serio e la cosa ha preso una piega inaspettata. Si è presentato a casa mia e ci siamo messi all’opera. Meraviglia delle meraviglie, quando ha visto i primi risultati del lavoro il ragazzo è andato in visibilio, con mia massima perplessità tra l’altro. E ha preteso che gli inviassi le foto per direttissima… Il servizio ‘per scherzo’ ha così suscitato una tale sorpresa ed un tale apprezzamento che quasi tutti gli scatti sono finiti senza por tempo in mezzo sul sito Ufficiale del soggetto in questione… mica briciole: il signoredi cui parlo è un pianista jazz dal talento riconosciuto in tutto il mondo …un tale Kekko Fornarelli.. mai sentito nominare??
Ecco fatto. È partita la giostra: dammi i tuoi credits … ma quali credits, io ho credits solo col salumiere di vicino casa … no, sul serio, dammi il tuo logo e l’indirizzo..subito, il lUogo – ignorante- è il mio paese dove abito in via..no, cretino, che hai capito, l’indirizzo del tuo sito? Sito? Ma quale sito??
E a questo punto entra in scena un altro istigatore a delinquere - pericolosissimo – che abita la mia vita del momento. Una certa brigantessa, blogger e gestrice di siti che, odorata l’aria e annusata la preda al varco, è partita come un rinoceronte al galoppo e nel tempo record di 8 ore fumiganti nella canicola domenicale ha dato le forme e la nascita ad una delle più belle tra le (poche invero, ma buone… per immeritata sorte…) cose che io possa, in qualche modo, rivendicare come mia in questo momento..Sono felicemente esterefatto e sottilmente – mica tanto, sottilmente- compiaciuto di poter condividere con tutti voi questa creatura appena nata e già in corsa verso chissà cosa –e/o dove …Ecco il sito ufficiale di Kuno – Light Writings, dicitura che mi pareva appropriata in quanto riprende la corretta etimologia del processo, essendo alla lettera la fotografia ‘scrittura della luce’ (ma anche potendo, polisemicamente ed ambiguamente, significare: scritture leggere… mi potevo far mancare, da consumato- o forse dovrei dire consunto – linguista, l’occasione?).
Anche per me l’amore per la fotografia è stato il motore per una nuova ed inaspettata avventura … quelle della serie: Ma chi me lo doveva dire…
Ecco spiegato il filo di inter- connessione tra le storie narrate.. ma non solo ( e fatemelo dire finalmente: mi sento Giacobbo alla sigla di Voyager …) : le immagini, le foto, lo sfondo che state avendo il ‘privilegio’ di ammirare mentre leggete.. (questo mese, come da nostra tradizione, abbiamo ri-cambiato gli sfondi, ma stavolta abbiamo fatto qualcosa di inatteso…SORPRESA!) , ottenute mediante un permesso eccezionale alla nostra redazione, sono immagini straordinarie e mai viste prima, che lasceranno i telespettatori senza fiato. ( ecco fatto, alla faccia di Voyager…) ..e sono opera di Kuno..
(Se volete sapere perché Kuno, mi di-spiace per voi ma vi dovrete tenere la curiosità, almeno per il momento: i motivi sono segreti ed ‘esoterici’ e risulteranno più chiari tra non molto, alla ‘luce’ di nuovi eventi prossimi a venire … di più , non posso dire! sennò che razza di concorrente a Voyager sarei ???)
Grazie per averci seguito in questo piccolo grande viaggio nel mondo, nelle esperienze, nelle forme sensibili e nell’interiorità dello spirito.. Vi aspettiamo alla prossima puntata…
Qual – Kuno…