Questo incompreso e mutante inizio di terzo millennio sarà ricordato dai posteri come il periodo delle grandi migrazioni del rapporto sociale, in tutti i suoi livelli.
Dall’avvento del cellulare, piano piano abbiamo assistito e viviamo ogni giorno il trasformarsi delle nostre relazioni interpersonali, dalle amicizie su facebook, al web come via di diffusione del proprio pensiero, un mezzo che si impone in modo così veloce e dinamico da diventare addirittura strumento di mediazione politica.
Senza entrare nel particolare e nella polemica che un argomento di tale portata necessariamente si porta dietro, è possibile osservare con allegro e giovanile sguardo lo sbocciare dei nuovi format che grazie agli anni zero hanno potuto vedere la luce del sole, o in questo caso, meglio dire dello schermo: le web series.
Con il declinare della tv, che sempre più ghettizza se stessa in un vortice di mediocrità e cultura pop di bassa o bassissima lega, il web in tutta la sua democraticità ha permesso a piccole e creative voci di prendere spazio e farsi sentire, ad esempio attraverso Youtube.
Il numero di visualizzazioni delle pagine web infatti, è un dato considerevole ed in costante aumento, perfino in un Paese come l’Italia che ha sempre viaggiato a ritmi romanticamente rallentati rispetto agli altri Paesi avanzati, ed il conteggio di queste visualizzazioni è il signore incontrastato che sancisce trionfi e declini.
Con un totale che lambisce i tre milioni di visualizzazioni, “The Pills”, con una prima serie interamente fruibile ed una seconda attualmente in corso, gode di un posto d’onore nell’olimpo dei creativi 2.0.
Protagonisti un ristretto gruppo di ragazzi romani capeggiati da Luca Vecchi, per fare solo un nome, si compone di puntate brevi e brevissime, una decina di minuti ciascuna in media.
Girata per lo più in bianco e nero, racconta in una visuale tanto grottesca quanto verosimile la stonata quotidianità del giovane medio. Mai banale, sentitamente borderline, descrive i voli pindarici di un spaccato di gioventù romana.
Gli amici, le donne, la droga, la vita sociale, le mode, l’ordinario, sono visti in “The Pills” senza la grossolanità della scontata battuta dialettale, per quanto i protagonisti siano tutti necessariamente intrisi della loro collocazione geografica.
Gli schetck sono brillanti ed originali, l’ideale per un pubblico di nati negli anni ottanta, grazie alla loro ricchezza di riferimenti a film e serie tv del periodo, aspetto apprezzatissimo stando ai commenti che inondano i loro video, ma anche adatto a fasce d’età più alte.
“The Pills” macinano consensi, fanno strada, a tal punto da essere stati notati dalla Taodue, casa di produzione italiana, che sta collaborando con loro nella seconda serie, lasciandoli, lo testimoniano le puntate stesse, del tutto liberi di esprimersi nell’ironia che li contraddistingue, un po’ cinica, un po’ dissacrante, rendendole delle pills ad alto tassi di dipendenza.
Written by Francesca Lettieri