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Ora che la visione di Doctor Who sta per terminare, non posso più negare il mio sentimento: io amo David Tennant!
Il ritrovarmelo a breve nuovamente nei panni seriali che me lo hanno fatto conoscere meglio dopo il bisbetico detective di Broadchurch, mi ha spinto a concedergli una settimana a lui dedicata, con miniserie televisive inglesi di cui è protagonista e che vale sicuramente la pena di vedere non solo per la sua presenza.
A vedere The Politician's Husband non si può non pensare a House of Cards.
Il serial che mostra la politica americana al vetriolo ha fatto scuola, ma il paragone è ben difficile da sostenere visto che il numero 10 di Downing Street è ben poca cosa rispetto alla Casa Bianca, e visto soprattutto che al centro della scena c'è Aiden Hoynes e non Frank Underwood.
Badate bene, però, perchè la freddezza e la sfrontatezza dell'uno e dell'altro ben si somigliano, e Tennant pur non avendo a sua disposizione quegli sguardi raggelanti e cinici, ha dalla sua una mente brillante e corrotta con cui architetta piani machiavellici.
Hoynes è infatti membro del governo, che in una mattinata ben studiata decide di dimettersi, infangando con le sue parole l'intero operato del Primo Ministro in modo da mettere le basi per una sua prossima candidatura. Tutto non va come previsto, perchè come sempre ad avere l'ultima parola sono i mass media, e se questi non ti appoggiano, e nemmeno il tuo migliore amico in campo privato e politico lo fa, il passo che hai fatto è decisamente più lungo della gamba.
Hoynes si ritrova così senza il suo amato lavoro, e senza sapere bene che strada far prendere alla sua carriera ad occuparsi di figli problematici con cui fatica a legare (Noah è affetto dalla Sindrome di Asperger), fino a che un posto nel ministero viene offerto proprio alla moglie, rimasta sempre nella sua ombra che può benissimo infiltrarsi nel Parlamento come suo marionetta e sua apripista.
Peccato che le donne sanno essere furbe e difficilmente si fanno mettere i piedi in testa, e così Freya si libererà dai fili del marito, non riuscendo a difendere le sue posizioni e facendosi poco a poco strada, mentre attorno a lei le trappole si moltiplicano, anche nel letto matrimoniale.
La forza della penna di Paula Milne sta infatti nel saper mescolare sapientemente vita privata e vita politica, rendendo una coppia d'oro come quella degli Hoynes la protagonista di una discesa nell'inferno che la carriera e la sete di potere comporta.
Già, perchè Aiden con la sua mente diabolica disposta a sacrificare un matrimonio per una vendetta, è spietato e utilizza tutto se stesso per riuscire nel suo piano, rimanendo però fin troppo umano, con cadute e rimorsi di coscienza che per lui fanno patteggiare. Frank Underwood non si è quindi incarnato in Scozia, ma quel sentimento di riprovevole ma al tempo stesso affascinante, sì.
Gli intrighi di palazzo, la forza di strumentalizzazione delle notizie (in un Paese come la Gran Bretagna che forse più di noi va a nozze con gli scandali) e figure politiche gran poco interessate al bene del popolo (vedasi le parole retoriche ma pur sempre veritiere di una delle tante pedine all'interno di questa grande scacchiera: "Se impiegassimo tutta l'energia usata per fare dei problemi del paese una leva per la nostra carriera, questi problemi li avremmo già risolti") non fanno altro che rispecchiare un gioco del potere ormai venuto allo scoperto.
A mostrarcelo uno straordinario Tennant, carismatico anche con quei capelli un po' così, e una ritrovata Emily Watson, fragile e caparbia forse più del marito.
L'eleganza della realizzazione, lo stile freddo e asciutto rende poi il tutto ancora più intrigante, e quel finale, a sorpresa, è il colpo ben assestato di una BBC che in fin dei conti non ha nulla da invidiare alla Netflix.
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