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Il rischio della predica è implicito all'idea stessa di caricatura: realizzare una distopia significa muovere una critica, e la critica sociale è spesso ovvia, pedante. Mentre quello dello stereotipo dipende dalla materia: le società malate si assomigliano tutte, e quindi anche le loro parodie. Diventato La notte del Giudizio per il mercato italiano, The Purge dell'esordiente James DeMonaco, prova a pennellare un futuro prossimo, tutt'altro che apocalittico ma anzi all'apparenza molto simile al nostro. Solo che nell'America immaginata, il tasso di disoccupazione è ai minimi storici (1%) e il tasso di povertà sotto il 5%. Il Governo per come lo conosciamo tutti noi non esiste più, perché al suo posto c’è un nuovo Regime, quello dei Nuovo Fondatori d’America, riuscito a risolvere l’epocale problema della violenza. Come? Legalizzandola. Per un’unica notte l’anno. Una notte in cui vige la libertà personale di impiegare qualsiasi tipo di crimine, senza poter andare incontro a qualsiasi forma di sanzione. Le rapine, i pestaggi, gli omicidi. Tutto è permesso in quell'unica notte, chiamata Sfogo Annuale. The Purge, per l’appunto.
Uno sfogo di violenza per purificare l’America e i suoi cittadini. Ogni anno, dalle ore 19:00 del 21 marzo alle ore 07:00 del 22 marzo, non esistono regole, e la gente non è punibile. L’unica cosa da fare, se non vorrete partecipare allo Sfogo, è rinchiudervi in casa. E aspettare che passino le 12 ore previste… Un’idea originale, ben sviluppata e molto legata alla cultura americana, che per Costituzione quasi ‘vive’ a stretto contatto con l’(ab)uso delle armi. DeMonaco si è chiesto cosa potrebbe succedere in una notte simile, soppesando pro e contro. Perché se da una parte la società da lui immaginata sembra aver risposto nel migliore dei casi, dimenticando le crisi economiche e sociali di inizio millennio, dall’altra ecco arrivare una violenza, una crudeltà e un disprezzo nei confronti del più povero e bisognoso che lascia senza fiato.
Perché nella Notte del Giudizio solo i più ricchi possono salvarsi e rimanere al sicuro delle proprie case protette. Chi non ha una dimora, chi non ha un buon impianto di sicurezza, chi non ha i soldi, è un morto che cammina. Sarà preda della follia collettiva ‘legalizzata’ dal Governo, esultante per i risultati ottenuti ma in realtà consapevole che se non esistono più poveri, vagabondi e disoccupati, il motivo è solo uno. Perché sono stati uccisi.
In un quadro simile tanto apocalittico, DeMonaco si concentra su una famiglia. Tradizionale. Moglie, padre e due figli. Un’enorme villa, costruita proprio per merito di quegli impianti di sicurezza che James, interpretato da un ottimo Ethan Hawke, vende a prezzi esorbitanti. Una famiglia che ‘finge’ di appoggiare lo ‘Sfogo Annuale’, per poi rinchiudersi in casa e non partecipare. Perché non condivide quella brutalità, quella notte di barbari sanguinari in giro per le strade d’America armati fino ai denti. Per uccidere. Ma il destino è dietro l’angolo. Perché un uomo di colore, inseguito dalla folla, chiede aiuto. E lo trova, anche se non del tutto volontariamente, nella casa di questa famiglia. Sfortuna vuole che chi ‘inseguiva’ il misterioso uomo lo voglia indietro, per ucciderlo. Minacciando la famiglia. O lui, o voi.
Lo ‘Sfogo’ è così entrato prepotentemente in quella casa, obbligando i presenti a prendere una decisione.
Uccidere o morire. Incalzante, intelligente, teso, avvincente, ben architettato ma tutt’altro che originale nell’evoluzione della trama, e nei lineamenti di alcuni personaggi, figli adolescenti su tutti, La notte del Giudizio - The Purge ha il merito di giocare con la moralità dello spettatore e dei suoi protagonisti, obbligandoli ad assumere posizioni e decisioni complicate, perché limitate ad un paio di soluzioni. O bianco o nero.
Non ci sono alternative, nell’America del futuro ideata da DeMonaco. Un’America ricca, quella che vediamo, rappresentata da un quartiere ‘esclusivo’, in cui tutti i vicini si conoscono, si stimano e si vogliono bene. Solo all’apparenza però, perché la sorpresa è sempre dietro l’angolo. ‘Costretto’ in un’unica abitazione dall’esiguo budget, il regista ha adoperato con sapienza tutte le armi a propria disposizione, alternando momenti thriller ad altri di più esplicito spavento, ma senza mai scivolare nell’horror esplicito.
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