Siamo nel 1952. Il film, tratto da un romanzo di Graham Greene, racconta l'inizio del conflitto in Vietnam tra i guerriglieri comunisti e l'esercito colonialista francese, mentre a Saigon già si affacciano i primi avamposti yankee. Il tutto visto attraverso gli occhi di un cronista di guerra stanco e disilluso, dal passo strascicato, un personaggio antieroico ma capace di gesti nobili. La spy story si intreccia con relazioni sentimentali e amicizie tradite. L'epilogo tragico, di sangue e macerie, funge da memento a ciò che sarebbe accaduto a Kabul o a Baghdad nei decenni seguenti.
The Quiet American non sorprende, ma nemmeno annoia. È quel tipo di film che non si propone di cambiarti la vita ma soltanto di raccontarti una storia e di farlo bene. Senza andare fuori le righe segue una trama principale e in filigrana ne racconta molte altre, con il pregio del sussurro anziché del grido. Michael Caine sfodera un’interpretazione notevole, così sottotono, con lo sguardo rassegnato come di chi non ha più nulla da perdere o attendere.
The Quiet American, di Phillip Noyce, con Michael Caine, Brendan Fraser, Do Hai Yen, Rade Serbedzija (Usa/Germania, 2002, 118’). Sabato 22 gennaio, Iris, ore 21,05.