Fila di quattro sedili, metro A, itinerario imprecisato tra Valle Aurelia e Pontelungo. A guardarli vicini, questo è il contrasto perfetto. Anche se lui,a destra, è in tenuta da lavoro e lei è vestita da sua figlia ribelle. Anche se tutto lascia intendere che a lui manchi una giacca, e molto più di una fermata di metropolitana prima di sciogliere il nodo della cravatta. E che il bianco e nero dell’abito (e degli occhi) sia comunque addolcito dai colori gentili della copertina; c’è una Tavolozza fra gli editors, lo so. Che stavolta è stato scelto il petrolio, o l’oliva, o un allegro mistilingue dei due, per dare letteralmente un tono a Lettore, accompagnato da La primavera di Cosroe. Quei colori sanno di mousse, lo voglio sapere. Cinquanta sfumature di mousse. Lei, sulla sinistra, in piedi. E’ coloratissima, a righe, a pois, ha tutto ciò che serve per essere in disordine e abbozzare un sorriso, guardandola. Si direbbe il caos, a essere disattenti. Si direbbe in perfetta armonia con tutte quelle geometrie scombinate, a essere meno grossolani. Perfino il titolo, non è canonico, con quei trattini insoliti, si tratta di Danny Wallace. Ma si conosceranno?, ci diciamo io e il mio vicino di posto, metacomunicando. Dovreste. Ci ripetiamo telecomunicando io e lo stesso nostalgico signore con nostalgico fazzoletto al collo. Patriottico. Siamo gli spettatori. O i cupido. O chi per loro.
* The Readers Club: quando due lettori prendono posto l’uno vicino all’altro nasce The Readers Club ed il confronto per noi Bookwatcher vien spontaneo.
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