C’erano due libri oggi in treno.
Uno piccolino, magrolino, aperto ed in mano ad una lettrice assorta; l’altro, dal dorso più cicciotto, timidamente chiuso e oppresso dalla borsa della sua portatrice, che parla e ride di gusto con l’amica seduta di fronte a lei che evidentemente non vedeva da un po’. Mi piace notare che usa un tono di voce basso ed educato, da cui traspare comunque tanta allegria ma che consente a chi sta vicino di dormire, leggere o continuare indisturbato a fissare il vuoto pensando al prossimo caffè.
Il libricino si chiama Vagabondaggio, quel nome glielo ha dato Hermann Hesse. Vispo e soddisfatto continua indefesso a farsi sfogliare dalla signora castana e minuta (sembra la signora Minù, dopo la trasformazione). Il libro dal dorso cicciotto, invece, resta chiuso in attesa di attenzioni. Non riesce ancora a dirmi il suo nome né a raccontare la sua storia alla sua padroncina, castana anche lei, ma ricciolina, e decisamente più giovane della simil-signora-Minù.
Penultima fermata. Vagabondaggio si lascia metter via, con l’aria di chi ha fatto tutti i compiti a casa e si è anche anticipato quelli del giorno dopo e la signora minuta continua ad assaporare le pagine appena lette lasciandole volteggiare ancora un po’ nella mente. La ricciolina saluta la sua amica. Poi rivolge al libro cicciotto un sorriso tenero. Lui è ancora un po’ offeso, cerca di fare l’indifferente, ma lei sa come prenderlo. Con l’indice accarezza le pagine sino a percepire il segnalibro. Solleticato il libro cicciotto si schiude, sorride e mi mostra finalmente il suo nome ed il suo papà: L’amore ai tempi del colera, di Gabriel Garcia Marquez. Pace è fatta.
* The Readers Club: quando due lettori prendono posto l’uno vicino all’altro nasce The Readers Club ed il confronto per noi Bookwatcher vien spontaneo.
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