Seduti alle due estremità opposte della fila di posti su un vagone della metro B1 al capolinea di Conca d’Oro, un uomo e una donna sono intenti nella lettura. Lei legge una scrittrice, Chiara Gamberale, Le luci nelle case degli altri; lui ha scelto un uomo, grande scrittore, Herman Hesse, di cui sta leggendo Siddartha. Sono proprio di fronte a me, uno sul lato destro, uno sul lato sinistro, ed è curioso poter mettere a confronto i loro atteggiamenti e le loro espressioni, che mi sorprendo essere molto simili. La donna, bruna, di mezza età, con un foulard al collo ed un giubbotto color blu elettrico, tiene le gambe accavallate. L’uomo, brizzolato, un po’ più vecchio della sua compagna lettrice, con occhiali sottilissimi ed una felpa grigia, incrocia i piedi sul pavimento. Nessuno dei due pensa di cambiare posizione nelle fermate successive. E sarà un caso che entrambi stiano leggendo le prime pagine dei rispettivi romanzi? Lei tiene il libro un po’ più un basso rispetto a lui, che invece lo porta all’altezza degli occhi e lo maneggia con maggior destrezza, considerato anche il piccolo formato. L’espressione dell’uomo è quella di un lettore concentrato che però non si spiega quello che sta leggendo. Il volto della donna, invece, seppur preso dal racconto, ha un che di rilassato e spensierato. Se si guardassero l’un l’altro sarebbe inevitabile farsi sfuggire un sorriso.
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