Non è nulla di particolare, di non ancora visto o visto saltuariamente: lo studente sale sul treno pieno dell’ora di pranzo del venerdì e, senza nemmeno degnare di uno sguardo i posti a sedere, si va a posizionare dal lato opposto alla salita, appoggiato alle porte.
Non è nemmeno qualcosa di strano vedergli tirare fuori un libro e iniziare a leggerlo: sono gesti naturali e semplici; è il tutto il resto che fa un effetto particolare.
Il libro, tanto per iniziare, non è proprio quello di un lettore standard: The rise and fall of the great powers, di Paul Kennedy, in lingua originale; in seconda istanza poi, lo legge come fosse un libro di narrativa: nessuna matita per sottolineare e prendere appunti, pagine lette e quindi girate velocemente, libro tenuto piegato su se stesso.
Arrivato a Faenza, perlomeno, la situazione ritrova un minimo di normalità: lo studente, da vero pendolare concentrato, non alza gli occhi nemmeno per un attimo dal libro e continua la sua lettura fin troppo spensierata.
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