In tempi in cui il “giornalismo” è diventato un mero strumento nelle mani del potere e i giornalisti si sono definitivamente trasformati in asserviti amanuensi dell’epopea politica, in tempi in cui l’amministrazione del nostro territorio è riservata ai “bravi” designati, in tempi in cui le organizzazioni sportive sono governate come feudi da feudatatari evidentemente irremovibili, il blogging ci salverà. Un omaggio al coraggio di Mario Piccolino l’avvocato blogger anti camorra di freevillage.it.
Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore.
In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?».
Le mie idee sono sempre al vaglio dell’esperienza e l’esperienza mi impone di rivederle continuamente.
Mi avvio verso il mio capolinea con l’angoscia di portare con me le cose che ho più amato: il mio paese e il mio mestiere, temo che non mi sopravviveranno.
Se qualcuno mi chiedesse: “Cosa vorresti che, dopo di te, di te rimanesse?”, risponderei senza esitare: “Questi colloqui”.