
Nonostante questo The Championship è tutt'altro che finito: si trasforma in una mini serie di due Test Match per squadra, resi succulenti dal fatto che si va a giocare in casa delle più "deboli", Argentina e Sudafrica. Dove nulla è garantito.
L'Argentina conferma in blocco la squadra che s'è così ottimamente comportata - per almeno un'ora/settanta minuti - nelle trasferte australasiane. Il fatto che Los Pumas saranno in casa, aggiungerà se possibile ulteriore garra ai biancocelesti. Il tutto verrà mitigato dal fatto che ora All Blacks e Wallabies sanno bene cosa li aspetta; ciò non toglie comunque il rischio di vedere una o ambedue le prime nel ranking mondiale, trovarsi incaprettata ai piedi delle Andes come capitò al Sudafrica. Anche perché a quanto pare le motivazioni sono rimaste un po' a casa e alcuni protagonisti paiono iniziare a chiamarsi fuori.
C'è la maretta in casa australiana nei riguardi dell'allenatore, il poco amato neozelandese Robbie Deans. Le due vittorie in fila casalinghe non hanno placato le polemiche e ora vengono usate all'uopo anche i siluri critici di un altro neozelandese di nascita, Quade Cooper, che ha parlato di importazione di "toxic culture" relativamente al gioco slegato dalle tradizioni d'attacco dei Wallabies. Forse era indispettito per essere l'unico cambio, ancorché infortunato, per la partita in Sudafrica (rimpiazzato da Kurtley Beale!), o forse ha la testa già al League dove lo stanno chiamando in tanti, a partire dall'amico Sonny Bill; oppure sa qualcosa che noi non sappiamo sul futuro del coach: la risposta della Aru, la federazione, è stata che non commenteranno pubblicamente tali dichiarazioni.
Si prosegue col chiamarsi fuori in casa delle prime, passando addirittura dal capitano Tutto Nero Richie McCaw. Per il quale, autentica risorsa nazionale, si sta valutando un periodo sabbatico di sei mesi lontano del rugby. Partirà alla fine del The Championship - un vero capitano non abbandona la nave prima che entri in porto sicuro - ma è un annuncio in qualche maniera destabilizzante, secondo l'adagio in voga negli spogliatoi che chi si sottrae dalla lotta ...
La logica della decisione è lapalissiana: a trent'anni suonati, il monumento vivente sull'orlo delle cento vittorie (non test) come capitano (non solo come normale giocatore), è talmente pieno di traumi nemmeno tanto micro - basta guardarlo in faccia o ricordare le stampelle con cui s'è mosso per mesi a fine mondiale - per cui è opportuno che debba centellinare le uscite, per avere una probabilità di giocare il terzo mondiale da capitano ed entrare definitivamente nella leggenda.
C'è un siparietto comico collaterale al riguardo, un Off-Topic che tocca l'Italia e la dice lunga su certe derive dell'informazione anche specialistica.
In sintesi, è bastato che un giornalista neozelandese fingesse di non capire la logica del pit stop di McCaw (fermarsi prima di finire il carburante) e rivangasse con aria saputa, antichi ipotetici "pour parler" relativi a destinazioni europee gradite al duo Carter-McCaw. Tra le quali spiccava l'Italia per via di sponsor, link milanisti etc. Tanto è bastato per far impazzire di desiderio l'informazione nostrana: l'opinionista Kiwi veniva promosso seduta stante a "fonte molto attendibile" e vai coi titoloni ... Al che i boccaloni abboccano, spandendo fiumi di commenti nei blog: obiettivo numero di contatti raggiunto. Odora di bufala da un miglio sottovento ma è pur sempre una "notizia": mica la si può "bruciare", no-o?
Il tutto parrebbe catalogabile come wishful thinking, stile "bombe del calciomercato"; fa il pari col continuo sottolineare la "spaccatura" tra franco-inglesi riguardo del futuro delle Coppe Europee, quando invece rimangono allineatissime nel taglio dei posti alle Celtiche. Usiamo da tempo il neologismo "calcificazione" per descrivere questo preciso trend della informazione rugbystica.
Torniamo al rugby sul campo. Come affronta le due partite casalinghe il criticato Sudafrica di Heyneke Meyer? Al contrario dell'Argentina: pochi cambi ma nelle posizioni chiave centrali, con un occhio decisamente fisso al futuro. Come se il coach avesse pensato, il periodo di transizione impostato è chiuso per manifesta assenza di leadership, quindi barra avanti tutta, troviamone di nuovi. Nel mentre oltre alle critiche si scatenano gli isterismi dell'ex coach Peter DeVilliers, che prova a guadagnar righe di cronaca facendo fare al rugby sudafricano un salto indietro al pre-2007 e farnetica: "troppi bianchi nei Boks".
Due i nomi chiave nuovi che significano futuro, o meglio tre: l'appena ventenne Johan Goosen titolare all'apertura dopo i due tutto sommato convincenti anche se sfortunati scampoli di gara giocati. Potrebbe debuttare titolare anche Jaco Taute, prodotto della annata appena precedente, un centrone-estremo dei Lions che molto ricorda Frans Steyn e che sarà titolare al centro in coppia col capitano Jean de Villiers nel caso Steyn risultasse unfit, altrimenti partirà dalla panca. Notare, Taute come Goosen ha solo un paio di partite sulle gambe causa infortuni, ma evidentemente Meyer non può più attendere. In panca siederà un altro giovane della stessa generazione, l'apertura Elton Jantjies anch'egli dei Golden Lions, in gran spolvero nella Currie Cup. Ciò significa che Morné Steyn starà a casa, nonostante le dichiarazioni di stima di Meyer che giustifica il sack col peso di tutte le gare giocate dall'apertura dei Bulls, è ora per lui di tirare il fiato. Il terzo della stessa generazione in realtà è statoil primo ad arrivare agli Springboks: Pat Lambie, ancora(to) in panchina; Meyer continua a preferirgli Kirchner in posizione di estremo, boh.
Davanti sarebbe il vero problema ma l'esplorazione dei ricambi pare terminata, il problema è al contrario la inesperienza complessiva a livello di reparto, quindi Meyer opta per le conferme: rientra Bekker in seconda linea col compagno di club Etzebeth che ha scontato la pena, Louw viene confermato openside al posto di Coetzee (pronto in panca) in terza linea assieme a Alberts e Vermeulen. Nessuna novità neanche in prima: Mtawarira, Strauss e Jan DuPlessis, più Liebenberg e il nuovo Coenie Oosthuizen in panca al posto di Cilliers. Anche in fondo conferme per Kirchner, Hougaard e Habana, mentre metronomo in mediana resta l'affidabile Ruan Pienaar.