Un’odissea sterile che ridimensiona Hazanavicius
Dopo aver vinto l’Oscar, Hazanavicius stecca in modo abbastanza clamoroso. Difatti The Search, remake di Odissea tragica (film del 1948) rivisitato in terra cecena, non convince nella maniera più assoluta, dimostrandosi uno sterile melodramma bellico, nel quale le storie si intrecciano in modo accettabile, ma non provocano una sufficiente emozione.
Quando si tratta di guerra e si sottolinea la sua insensatezza, lo spettatore si aspetta qualcosa che emozioni e “graffi” allo stesso tempo. The Search invece non riesce nei suoi intenti e procede in modo lento e meditabondo, attraverso la distruzione della Cecenia, soffermandosi sull’esodo dei profughi in modo realistico e drammatico. Il regista transalpino intreccia quattro storie, ma nessuna di esse si rivela sufficientemente empatica. Dapprima osserviamo la vicenda di Hadji, un ragazzino che vede la sua famiglia trucidata e decide di allontanarsi dal villaggio con il fratellino in fasce, successivamente è il turno di Carole, delegata dell’Onu, che viaggia in lungo e in largo per raccogliere informazioni sulla desolante situazione dei profughi. Di fianco a queste due storie (che si incontreranno e troveranno conforto l’una nell’altra) c’è la lunga ricerca da parte di Raissa del fratello Hadji e l’arruolamento forzato di Kolia, un ventenne che si scontrerà con la guerra e la sua brutalità, diventandone schiavo e pazzo sostenitore.
Prodotto che lavora su più piani narrativi, The Search, nonostante la violenza gratuita e una fotografia che predilige i toni del grigio (nella quale macerie e fumo sono gli elementi più evidenti), si rivela un affresco debole, che vira in direzione del melodrammatico nel momento in cui pare non abbia più nulla da raccontare. Mettendo in bocca alle disperate donne cecene il racconto storico che ha portato alla reazione russa nei confronti del loro popolo (scelta quantomeno azzardata, perché sembra di assistere a lezioni di storia politica piuttosto che a racconti di guerra), Hazanavicius quando vuole indagare (seppure in superficie) nel fanatismo militare, riesce a tirar fuori le unghie; diversamente il melodramma stona pesantemente con il tono del racconto e purtroppo il risultato ottenuto non sono lacrime a profusione, ma statica indifferenza.
Dopo l’anacronistico The Artist ci si aspettava un film che contenesse maniera ed emozione. Invece The Search si rivela un kolossal dalle tinte fosche, ma che perde forza per l’eccessiva lunghezza e l’assenza di reale coinvolgimento.
Uscita al cinema: 5 marzo 2015
Voto: *1/2
