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...Dopo qualche deviazione la strada riprende come al solito The Shrine è un film con una sceneggiatura a sei mani, tra cui anche quelle del regista Jon Knautz (Jack Brooks: Monster Slayer). La sola cosa che mi piacerebbe fare con sei mani, in modo da essere più veloce, sarebbe quella di scavare una buca per gettarci dentro questo disastro.
La vicenda è confusa e girata male. I protagonisti sono dei giornalisti americani che cercano lo scoop in Europa, più precisamente in Polonia (ma anche qui i dubbi salgono pomposi, in quanto si parla di Albania e poi i ragazzi vanno in Polonia...), dove un ragazzo è scomparso senza lasciare traccia. Neanche la polizia si è preoccupata più di tanto della cosa e allora i tre decidono di cercarlo. E qui si rilevano i problemi più grossi.
I protagonisti vengono mandati in giro nella vicenda come se fossero delle marionette. In una scena i tre si trovano davanti a un muro di nebbia nel bosco maledetto e li vedremo entrare e uscire più volte da questo luogo misterioso senza che succeda assolutamente nulla. In un'altra scena li vediamo intrappolati nel santuario dei sacrifici, poi riescono a liberarsi, poi rientrano, poi riescono... e così via per tre, quattro volte e alla fine di tutto dove vengono catturati? Appena fuori del santuario.
L'Europa viene stereotipata malamente come in "Hostel". Un manipolo di stupidi satanisti vestiti come nell'ottocento, violenti senza senso, sfruttatori di bambini e dove le donne lavano ancora i panni in mezzo al cortile.
I cattivi di turno parlano una sorta di lingua dell'est di cui non si capisce assolutamente nulla. Siccome in Canada, paese da cui arriva The Shrine, si parla inglese, francese e... polacco, non si sono presi la briga di mettere qualche sottotitolo durante gli estenuanti dialoghi tra gli pseudo-satanisti. Solo grazie alla pazienza e alla compassione dei traduttori di OpenSubtitles si può dare un pò di senso alla storia.
Caliamo un velo pietoso sulla sceneggiatura che però qualche spunto carino ce lo regala. Il demone di pietra nella nebbia e la setta che difende il villaggio sono idee a me, piuttosto congeniali. Ma lo script è talmente incasinato e pieno di falle (e vi assicuro che stiamo parlando di buchi grandi come l'Esa'ala) che la visione risulta davvero difficoltosa.
I tre attori sembrano impalati davanti alla telecamera. Eppure Aaron Ashmore, alias Marcus, pur essendo piuttosto giovane, non è certo nuovo alla recitazione in questi z-movie. La bella Cindy Sampson alias Carmen non viene sfruttata neanche per la sua notevole avvenenza, giusto per alzare un pò il livello del prodotto. Lasciamo perdere la terza incomoda, Meghan Heffern alias Sara, che è totalmente inutile ai fini della storia. L'interpretazione del feticcio di Jon Knautz, Trevor Matthews, è da Razzie Award.
Alla fine le due ragazze vengono anche spogliate e la speranza di vedere la Sampson come mamma l'ha fatta non sarebbe un brutto modo di rallegrare la pellicola. Ma niente. Addirittura vengono rivestite con dei grembiulini bianchi che coprono tutto. Ma perché spogliarle per poi rivestirle? Tanto poi...
Il film è un mix, frullato col sale al posto dello zucchero, di una serie infinita di pellicole che non è possibile non riconoscere. Abbiamo un pò di Blair Witch Project, un pò dell'Esorcista, un pò di Hostel, tanto per citarne alcuni. Peccato che di questi lavori non venga preso nulla di interessante. Stavo dimenticando anche la spruzzatina di "bambina terribile" che non poteva mancare.
Il finale è un capolavoro di scopiazzatura e ridicolaggine. La sensazione è quasi di tenerezza nei confronti del regista che magari ci mette anche del suo, ma non riesce a far di più che strappare una serie di risatine isteriche. Brava la Sampson ad imitare Linda Blair e non si può biasimarla per l'impegno.
Si può salvare qualcosa? Si, certo. E' per questo che non è un film da buttare completamente nel cesso. Il trucco è eccezionale e fuori dagli schemi, tanto che mi sono sorpreso di come un film di un tale livello potesse avere una tale potenzialità. Allora faccio due ricerche ed ecco che salta fuori il nome del geniale David Scott... e allora mi è scappato un sorrisino e mi sono detto: - E te pareva!
La visione è caldamente sconsigliata, ma una scorsa veloce alla pellicola per gustarsi le trovate di Scott non è da scartare.
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