Teotl Studios propone un titolo che tenta una commistione particolare tra un'avventura di stampo classico e le meccaniche da survival tante care ai giocatori moderni. Un esperimento che finisce per risultare interessante.
Articolo a cura di Mauro Ferrante
- Disponibile per:
- Pc
- Xbox One
Se c'è una cosa che la fantascienza ci ha insegnato è che la terra è condannata. Non importa come, non importa quando, arriverà il momento di lasciare questo pianeta al suo triste destino e cercare fortuna nello spazio profondo. Una premessa di tanti classici che fa il paio con un'altra importante nozione: queste missioni di speranza faranno tutte una brutta fine. Tutte. Sempre.
The Solus Project non fa certo eccezione. Inviato nelle profondità siderali in cerca di un nuovo inizio per l'umanità, dopo uno strano incidente l'unico sopravvissuto al disastro si ritroverà solo, infreddolito e affamato su un pianeta inospitale. Condizioni da non sottovalutare perché The Solus Project tenta una commistione particolare tra un'avventura di stampo classico e delle meccaniche da survival tante care ai nostri tempi odierni.
Datemi una torcia e vi illuminerò il mondo (alieno)
L'inizio del gioco ci vede precipitare su un pianeta alieno equipaggiati solo di un PAD che segnalerà le nostre caratteristiche: temperatura, condizioni di salute e le immancabili barre di fame e sete. È facile farsi ingannare sulla natura del gioco mentre si inizia a cercare cibo e acqua potabile, armati solo di un paio di pietre e una torcia di emergenza. In realtà basta poco per capire come le influenze da survival iniziano e finiscono con questi dettagli. Le mappe, per quando vaste a colpo d'occhio, risultano cironscritte, e la progressione è adeguatamente guidata dal design degli sviluppatori in modo del tutto lineare.
L'anima di The Solus Project è infatti quella di una classica avventura in prima persona. Non mancheranno strani artefatti, misteriose gallerie, qualche presenza inquietante e dei semplici ma gradevoli enigmi ambientali da risolvere. La parte survival, e di conseguenza anche quella di crafting, si adegua per dare colore all'esperienza. Correre da un corridoio all'altro cercando di capire come proseguire diventa sicuramente più intrigante se dobbiamo fare i conti con l'ipotermia che sta lentamente cercando di ucciderci. Così come lanciarsi incautamente in un lago porta a perdere la nostra fidata torcia e ci costringe ad affrontare il resto del livello cercando di fare luce con mezzi di fortuna. L'esplorazione guadagna una maggiore forma di imprevedibilità, lasciando all'ingegno del giocatore il compito di capire come sfruttare le poche risorse sparse in giro.
L'idea funziona e rende più intriganti le varie situazioni ma resta il sapore agrodolce di un matrimonio forzato, incapace di trovare una vera unione tra le due parti di gioco. Questo è il motivo per cui è possibile personalizzare la parte di sopravvivenza, lasciando al giocatore la scelta di concentrarsi esclusivamente sulla scoperta del pianeta senza avere a che fare con bottiglie d'acqua da riempire o strani meloni alieni da divorare puntualmente.
Solo e pensoso i più deserti campi...
Sul versante avventuroso invece Solus Project si rivela appagante grazie ad un design fluido e ben calibrato. Le rovine aliene e, più in generale, l'intero pianeta ricordano vagamente le antiche strutture azteche e richiamano una tradizione stilistica ereditata da The Ball, uno dei giochi precedenti di Teotl Studios. Forse si poteva osare di più nel creare qualcosa di maggiormente affascinante. Per quanto alieno questo pianeta ricorda fin troppo da vicino il nostro per architetture e decorazioni, perdendo forse quel gusto dell'ignoto che di solito rappresenta una delle caratteristiche migliori di questo setting. Niente di grave visto che le situazioni affrontate e soprattutto i particolari oggetti craftati - scordatevi i lunghi menu dei classici del genere, The Solus Project punta tutto sul " pochi ma buoni" - tengono viva la curiosità di scoprire cosa succede su questo strano mondo roccioso.
Nella versione in early access è presente metà della campagna completa. Vista la natura prettamente narrativa/esplorativa del titolo può valere la pena aspettare una release finale per godersi appieno l'avventura. Va comunque riconosciuto che il gioco risulta stabile e limato anche così, cosa non scontata di questi tempi, a cui si unisce un ottimo supporto degli sviluppatori che aggiungono capitoli e integrano modifiche costantemente.
Un ultimo punto. Solus Project è uno dei titoli in uscita a supportare i primi visori di realtà virtuale. Girovagare su questo mondo disabitato cercando di sopravvivere a temperature, tempeste e trappole risulta sicuramente affascinante, ma chi ha la possibilità di provare questo nuovo modo di vivere i videogiochi potrà sicuramente contare su un fattore immersivo da non sottovalutare, alidà della buonissima fattura del lato tecnico che senza raggiungere nessun picco brillante sfrutta a dovere l'Unreal Engine 4 per dare vita a scenari azzeccati.
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