PC
TESTATO SU
PC
Genere: Avventura
Sviluppatore: Galactic Cafe
Produttore: Galactic Cafe
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Inglese (sub ITA)
Giocatori: 1
Data di uscita: 17/10/2013
Intelligente e sorprendente: una perla... … Che molti non comprenderanno
Un'avventura come poche, assurda ma credibile Longevità molto bassa
Narrazione d'incredibile livello Prezzo di lancio alto e scoraggiante per molti
Mentre si avvicina il rilascio delle prossime console next-gen, si susseguono senza tregua le news e vengono mostrati nuovi video ed immagini per i relativi titoli esclusivi, su Steam il fenomeno indie non trova pace, anzi, non la concede! Mai come in questi ultimi mesi sono apparsi sul negozio della piattaforma di Valve una marea di giochi indipendenti, tra questi quella che può benissimo essere considerata una vera e propria sperimentazione, che si distanzia fortemente e volutamente da quel che il panorama videoludico attuale preferisce, un susseguirsi di idee poco innovative che cercano di calcare l’onda di successo attraversata da questa o quell’altra tipologia di genere, provando a raccontarci qualcosa di diverso.
Qualcosa che, come vedremo, può suscitare emozioni e stati d’animo contrastanti in ognuno di noi, motivo per cui valutarlo oggettivamente attraverso un “numeretto” finale non ci è sembrata cosa giusta ed opportuna; in linea, quindi, con quanto fatto per particolari tipologie di prodotti quali Proteus o Thirty Flights of Loving, solo che stavolta parliamo di Stanley. Anzi, di The Stanley Parable…
STANLEY, SVEGLIA!
Basato sulla premiata mod del 2011, The Stanley Parable dopo un percorso di miglioramento è recentemente comparso sullo store digitale di Valve con nuove idee e contenuti, che da subito hanno attirato l’attenzione anche grazie al rilascio della fantastica demo che ne aveva anticipato di qualche giorno il rilascio. Come vedremo, e come già evidenziato in fase di apertura, si tratta di una vera e propria sperimentazione videoludica, di quelle destinate per forza di cose a spaccare critica e pubblico, che si avvale della narrazione e del narratore (Kevan Brighting, già apparso in alcuni corti come narratore e nel videogioco Caesar IV come voce che ricopriva più ruoli) per introdurci in maniera profonda all’interno delle strane e paradossali vicende di gioco. Ma in sostanza, di cosa si tratta? L’opera di Galactic Cafe può essere brevemente e superficialmente riassunta come un “titolo d’esplorazione in prima persona”, nel quale il giocatore/spettatore di turno entrerà nei panni di Stanley, un impiegato con ufficio nella stanza 427. Seppur l’incipit iniziale sia tutt’altro che originale ed affascinante, The Stanley Parable riesce a raccontare ed a rendere partecipe chi è davanti allo schermo attraverso tutt’una serie di buffe e contraddittorie situazioni che confonderanno l’animo e la mente del videogiocatore, allo stesso tempo fornendo un senso a quanto visto, ai paradossi che non solo compongono il titolo ma lo rendono speciale, che pian piano fanno diventare una piccola produzione indipendente uno dei migliori esponenti ad essere mai arrivato sul mercato.
Tutto ha inizio, semplicemente, con l’interruzione di una routine: il lavoro in ufficio. Adibito alla pressione del solito tasto davanti al suo PC da lavoro Stanley, in quella che per lui rappresenterà la più strana giornata lavorativa di sempre, si accorge d’esser rimasto solo. Ha così inizio la nostra perlustrazione, accompagnata in maniera saggia ed opportuna, quindi stimolante, dal narratore di cui sopra. Si sviluppa così, d’ora in avanti e fino ai titoli di coda, quello che è lo strano percorso evolutivo messo in mostra dallo sviluppatore indipendente, che confeziona un qualcosa che ha dello straordinario e che delizia lo spettatore, più che giocatore, dal primo all’ultimo minuto di gioco richiesti per raggiungere i vari finali previsti.
STANLEY, MA CHI SEI VERAMENTE?
Quanto detto finora non semplifica, né aiuta in maniera opportuna, il discorso relativo alle peculiarità del gioco, almeno finché non si è entrati nello strano mondo, a tratti anche un poco spaventoso, di Stanley. Chiamati ad esplorare, a girarsi attorno più e più volte, a scrutare ogni singolo centimetro quadrato di location proposta, ogni singolo particolare (spesso utile per lo sblocco di uno degli strampalati achievement di gioco), la voce narrante ci introdurrà ad una serie di scelte – spesso già fatte, che andranno in tal modo ad influenzare le nostre – che rendono tutto l’impianto narrativo del gioco stuzzicante ed assuefacente, facendoci ben presto aprire gli occhi su che tipo di produzione si tratti veramente. Poco chiara da principio, disturbante a tratti, “giocherellona” e sfrontata a volte, ma che nelle fasi conclusive fornisce tutt’una serie di spunti di riflessione. Si tratta di una sperimentazione, come ribadito, ma di una di quelle particolari; differente da un Dear Esther, o da un Proteus, perché in The Stanley Parable la voce narrante giudicherà il “nostro operato”, le nostre scelte, i nostri modi di fare e la marcata insicurezza di Stanley, che nelle circa due ore richieste per arrivare a sbloccare ogni finale non fa proprio la figura del genio, ecco…
Questo è proprio uno dei punti forti del titolo, la narrazione sostenuta da un numero di linee di dialogo elevato, grazie alle quali anche il sol sostare dinnanzi ad un oggetto, ad una porta, ad un tasto, diventerà motivo di scherno nei nostri confronti. La perlustrazione andrà così avanti per inerzia, consci del fatto che per quelle stanze e per quei corridoi probabilmente siam già passati, ma in precedenza il narratore non era stato così buono, o così cattivo; tutto questo porterà stati d’animo e pensieri contrastanti in ognuno di noi, data la natura più che particolare di questo gioco indipendente, e la tonnellata di easter egg, riferimenti e citazioni potrebbero smuovere e riaccendere il pensiero soprattutto del giocatore navigato, con una cultura di base importante, videoludica ma anche letteraria, che potrebbe coglierne più spunti, magari, o forse no. Dipende. Il consiglio è quello di giocarlo, di provarlo, per capire appieno di ciò che stiamo parlando; il vantaggio, per noi italiani, è fornito dalla presenza di una localizzazione parziale nella nostra lingua, tramite sottotitoli, delle tante linee di dialogo recitate egregiamente da Brighting. Non ci sono scuse, insomma, anche se il prezzo di circa dodici euro…
IN CONCLUSIONENon è con The Stanley Parable che scopriamo l'arte della sperimentazione, sempre più segno distintivo di prodotti di stampo indipendente, anche se a giudicare dal risalto e dal clamore che questo titolo ha suscitato parrebbe così per i molti e poco attenti al panorama degli indie; sperimentazione che tenta di farsi forza da tempo, sono passati anni in verità, da quando la ricerca del nuovo, del diverso e del sorprendente diventò necessaria per riportare un lume di bagliore in uno dei settori che più di tutti stava subendo un drastico ed inesorabile calo di qualità; a causa di publisher spietati, a causa di sviluppatori incapaci, a causa di una grossa fetta d'utenza imbambolata dal solito e dal “sempre uguale”... Come tutte le sperimentazioni, però, anche The Stanley Parable ha le sue pecche, non propriamente riconducibili al costruito ed al realizzato con pochi fondi e risorse, quanto ad un aspetto più commerciale e spicciolo: a fronte di una longevità molto limitata, cosa che qualsiasi cultore della materia si sarebbe aspettato, troviamo un prezzo di lancio decisamente alto. Questo aspetto, più di qualsiasi altro, potrebbe limitare in grosso modo l'acquisto che il titolo merita; acquisto che, senza mezzi giri di parole, consigliamo, ma ad un prezzo decisamente più accettabile di quello ora proposto. Per il resto, c'è poc'altro da aggiungere, ma se non siete aperti di vedute e mentalità ed amate la solita minestrina fate finta che questo titolo nemmeno esista. Per la vostra salute e per quella di chi ha voglia di qualcosa di nuovo e di geniale. Che non può essere paragonato a null'altro. ZVOTO NP