The Times They Are a-Changin’ profetizzava, all’indomani dell’assassinio di John F. Kennedy, il menestrello della canzone americana Bob Dylan. Per fortuna, come predetto dal musicista, da quel lontano 1964 i tempi sono cambiati sul serio, spesso accelerati dall’operato di personalità capaci di attirare su di sé i sogni e le speranze di intere generazioni.
Volendo fantasticare un bizzarro aggeggio pensato per i cultori della storia in tutte le sue sfaccettature, qualcosa di simile a un misuratore di modernità in grado rilevarne picchi e depressioni, quale modo migliore di immaginarlo regolato sulla quantità di spazio conquistato dalle donne nel corso dei decenni?
È proprio vero. Sia che si tratti di sistemi politici complessi o di realtà finanziare e imprenditoriali di alto calibro, laddove una donna siede al comando la musica cambia radicalmente. Spesso abbiamo visto, infatti, stagnanti situazioni risultare radicalmente trasformate dal coraggio e dalla determinazione di una manager intraprendente, pronta a fronteggiare il cambiamento senza paura alcuna.
Ma si sa, la memoria storica a volte può accusare svariati gradi di miopia e farci dimenticare presto coloro che ne hanno riempito le pagine più importanti e suscettibili di continue riletture. Perché non affrontare il domani con un’utile ripassata circa le professioniste del successo che più hanno influenzato lo scorso secolo?
Lungi dal voler essere una classifica, come le tante che affollano il web secondo gerarchie patrimoniali o di reddito pro CEO, un semplice elenco colorato a forti tinte di rosa potrà di sicuro essere utile a comprendere meglio il presente, non poi così virilmente buio, che ci circonda. Scopriamo, dunque il profilo di tre donne che hanno donato al mondo la loro incredibile passione per il lavoro.
Coco Chanel, l’artista
C’è un momento per lavorare, e uno per amare. Il che non lascia altro tempo a disposizione. Gabrielle Bonheure Chanel nasce nel 1883 a Saumur, un piccolo paesino della Francia nord-occidentale, durante un periodo in cui gestire le passioni era un affare non da poco.
Perduta la madre ancora in giovane età, la piccola viene prima affidata alle cure delle suore di Aubazine – che pare abbiano molto influenzato le inedite scelte cromatiche della futura stilista – per poi traferirsi nel 1908, accanto al suo primo amante Etienne de Balsan, presso la residenza di Royallieu. Qui Chanel viene incoraggiata dall’affascinante ufficiale di cavalleria a intraprendere la carriera nella moda, aprendo una piccola boutique di cappelli in Boulevard Malesherbes.
Terminata l’avventura con de Balsan, che la preferiva richiusa fra le maglie delle mura domestiche, la pimpante Coco si innamora perdutamente dell’industriale inglese Boy Capel, con cui si trasferisce a Parigi. Giunta nella capitale, la Chanel ha ormai compiuto il passo che la vedrà, di qui a poco, diventare una delle più importanti icone del gusto parigino.
Purtroppo anche la storia con Capel non avrà lunga vita: messa davanti alla scelta fra amore e lavoro, per nostra fortuna la giovane declina amaramente l’offerta e comincia a dedicarsi a tempo pieno alle sue creazioni nella nuova boutique al numero 31 di Rue Cambon.
Sarebbe impensabile condensare in poche righe la densissima vita di Coco Chanel. Ma ciò che più importa è capire come fin dagli esordi del suo percorso professionale la stilista abbia saputo esprimere un nuovo esempio di leadership, riuscendo a imporsi con sicurezza in un mercato a quel tempo molto difficile da conquistare.
Già le sue prime invenzioni destarono, infatti, reazioni fra lo stupore e lo sdegno nella comunità parigina di inizio Novecento: i piccoli cappelli in paglia, dal taglio quasi maschile– fecero piazza pulita dei pomposi copricapi della belle époque, impegnativi e scomodi da indossare. Le esperienze condotte al fianco di de Balsan e Capel, appassionati di equitazione, ispirarono in Coco la creazione di pantaloni derivati da quelli utilizzati dai fantini, così come le celebri cravatte in maglia.
L’enorme fortuna dello stile Chanel è dovuta in gran parte alla proposta di un’inedita immagine femminile, finalmente libera da preconcetti e pronta ad avanzare nel mondo a leggeri, ma decisi, passi di donna.
Margaret Thatcher, la politica
Essere potenti è come essere una donna. Se hai bisogno di dimostrarlo vuol dire che non lo sei. Forse non esiste una dichiarazione più utile di questa per comprendere l’incredibile personalità di Margaret Thatcher, prima donna a ricoprire la carica di Primo Ministro del Regno Unito.
Soprannominata non a caso The Iron Lady, la Thatcher ha dominato la scena pubblica inglese per ben un decennio, superando per popolarità perfino l’amatissima Regina Elisabetta II e dimostrandosi a più riprese uno dei personaggi politici più influenti del secolo.
Cresciuta in una famiglia profondamente protestante, Margaret Hilda Roberts si laurea in chimica e, dopo aver avviato una breve carriera di ricercatrice universitaria, comincia subito la propria avventura nei piccoli gruppi studenteschi di stampo conservatore. Entrata tra le file del partito, la futura Lady di Ferro si impone subito come forza motrice nell’ala di centrodestra, che finisce con l’investire immediatamente sulla giovane risorsa tutte le speranze di rinnovamento.
La scalata ai piani alti delle gerarchie politiche è celere e scandita da successi: Margaret, divenuta nel frattempo la Mrs. Thatcher, assume la carica di Parlamentare alla Camera dei Comuni, poi Ministro dell’Istruzione e, terminato l’ultimo mandato da Primo Ministro, diventa Parlamentare alla Camera dei Lord.
Pochi i dettagli non romanzati della sua vita privata, che dai racconti dei suoi più vicini collaboratori pare consistesse in brevi e fugaci momenti. Sposata a Denis Thatcher fin dal 1951, suo collega di partito, Margaret ha avuto due gemelli Mark e Carol. È scomparsa nel 2013 all’età di 87 anni, in seguito a un ictus.
Marissa Mayer, la manager
Non importa se tu sia un uomo o una donna, trova qualcosa di cui sei veramente appassionato e raggiungerai facilmente il successo. La passione è una forza che neutralizza le distinzioni. Ai giorni nostri, il profilo di Marissa Mayer corrisponde forse più di qualunque altro all’idea di moderna leadership femminile.
La giovanissima manager statunitense ha sorpreso a più riprese il mondo con la sua brillante carriera nell’universo informatico. Entrata in Google come ingegnere a soli 24 anni, impiegato numero 20 della storica azienda californiana, nel 2012 la Mayer è diventata CEO di Yahoo!, rilanciando con successo l’immagine di un marchio che allora stava attraversando una profonda crisi d’identità e risultati.
Ma la bella leader di Yahoo! ha fatto spesso parlare di sé anche per le sue doti caratteriali, fuori e dentro dall’ufficio. Abolito l’uso dei cellulari durante l’orario di lavoro e fatta preparare una nursery nell’edificio aziendale per aiutare tutte le colleghe con bebè, Marissa è rimbalzata sulle prime pagine delle riviste di tutto il mondo proprio per alcune decisioni riguardanti la propria esperienza di mamma in carriera: pare, infatti, che la Mayer non tolleri molto le lunghe assenze dovute alla maternità e che durante la sua prima gravidanza si sia allontanata solo 2 settimane dagli uffici di Sunnyvale.
Se non bastasse ciò a renderla fra le personalità più interessanti di questo scorcio di secolo, Marissa Mayer è anche stata inserita al secondo posto nella classifica delle donne più pagate del globo redatta dalla rivista americana Fortune.
Articolo realizzato in collaborazione con Professione: MANAGER®.