Non sono molti i videogiochi prodotti in Italia e, a differenza di altri paesi europei, gli sviluppatori nostrani si contano sulle dita di una mano. Negli ultimi anni, con l’ampliarsi del panorama videoludico e grazie a quelli che oggi abbastanza comunemente definiamo titoli indie, hanno fatto la loro comparsa un gran numero di studi indipendenti tra cui l’italianissimo LKA, con dieci anni di esperienza nel settore della computer grafica, i cui sviluppatori ci propongono The Town of Light, un’interessante avventura psicologica in prima persona volta all’esplorazione dell’ormai abbandonato Ospedale Psichiatrico di Volterra in provincia di Pisa, per scoprire come gli anni trascorsi al suo interno abbiano segnato profondamente la vita di Reneé.
The Town of Light è un titolo totalmente narrativo dove l’esplorazione serve per riportare alla luce il passato di Reneé: tratto da una storia realmente avvenuta durante gli anni del fascismo, scopriremo la storia di una giovane ragazza di appena 16 anni internata nel manicomio di Volterra a causa dei suoi comportamenti definiti “pericolosi per se stessa e per gli altri e di pubblico scandalo”, ritrovandosi quindi sola e senza nessuno in cui le cure psichiatriche e psicologiche erano ancora rozze e primitive. Poiché il tema trattato è molto serio, gli sviluppatori hanno optato per l’assenza di elementi horror come oscure presenze o mostri, benché l’ambientazione si adatti perfettamente a tale genere, tanto che non è raro avere una leggera sensazione di angoscia grazie alla grandissima cura con cui è stato riprodotto l’Ospedale Psichiatrico, nonostante la sicurezza che nessun nemico ci attaccherà mai alle spalle.
L’avventura risulta quindi molto simile a titoli come Dear Esther e Gone Home, in cui la componente narrativa svolge il ruolo principale. La storia verrà svelata pian piano, leggendo i numerosi documenti sparsi per il mondo di gioco ed esplorando ogni anfratto del manicomio, mentre i ricordi riaffioreranno per qualche secondo in forma di disegni, davvero ben fatti e in grado di esprimere più significato di mille parole. Purtroppo il titolo si traduce in una lunga “passeggiata” di tre ore circa, necessarie a completare anche l’ultimo capitolo, senza mai riuscire ad intrigare particolarmente il giocatore se non dalla metà in poi; tuttavia, pur non presentando qualche puzzle od enigma in grado di spezzare la monotonia, verranno proposte al giocatore delle scelte, piuttosto marginali in realtà, che si traducono in varianti di alcuni capitoli anche se alla fine il finale è unico. In ogni caso la narrazione, seppur lenta in partenza, rimane interessante perlomeno per il tema trattato e anche grazie al buon doppiaggio in italiano della protagonista, che, pur risultando un po’ privo di enfasi in alcune situazioni, è azzeccato e piacevole da sentire, coadiuvato da un’ottima colonna sonora. La storia è quindi ben raccontata, grazie anche all’utilizzo di escamotage che ci permettono di esplorare alcune zone solo dopo certi capitoli, da questo punto di vista può apparire una scelta che rende il titolo piuttosto lineare, ed in effetti lo è, ma non mancheranno le situazioni più “esoteriche” dove l’ambiente cambierà forma, quasi a voler sottolineare come gli stessi muri trasudano pazzia.
La realizzazione tecnica di The Town of Light è il fiore all’occhiello dell’intera produzione. La qualità dei modelli tridimensionali e delle texture è ottima per un titolo indipendente, naturalmente tale qualità si paga con un framerate che si attesta sui 45 fotogrammi al secondo con una R9 290, ma trattandosi di un titolo lento e tranquillo ne basterebbero anche meno per avere un’esperienza di gioco sempre fluida. Segnaliamo però che all’inizio di alcuni capitoli il nostro framerate si è bloccato sotto i 20 senza alcun motivo apparente, costringendoci a riavviare la partita.
La riproduzione dell’Ospedale Psichiatrico di Volterra è stata fatta in maniera certosina e fedele alla realtà, tanto che vi sembrarà di trovarvi per davvero al suo interno, ma anche gli esterni svolgono un ruolo chiave durante questa avventura e anche in questo caso un plauso agli sviluppatori è d’obbligo. Una palette cromatica accesa con molta enfasi sulle luci – aspetto importante per la stessa storia – rendono The Town of Light davvero realistico, peccato per la minore qualità delle persone che appariranno durante alcuni ricordi, ben al di sotto rispetto alla qualità del mondo di gioco.