- Anno: 2014
- Durata: 132'
- Distribuzione: CG Entertainment
- Genere: Drammatcio
- Nazionalita: Ucraina, Paesi Bassi
- Regia: Myroslav Slaboshpytskkiy
Su The tribe dell’esordiente Myroslav Slaboshpytskkiy si è già detto molto, evidentemente in riferimento all’assoluta originalità del film, in cui la parola è bandita, il significante abdica in favore del significato, facendo sprofondare i protagonisti (che come è noto sono sordomuti) in un’afasia che sembra evocare un’immagine tentata dalla volontà di affrancarsi dalla iattura del montaggio che annuncia – visto che questa è la sua funzione – l’ingresso dei soggetti coinvolti nella Storia. Non si può evitare di soffermarsi infatti, prima ancora che sulla perdita della parola, sul rigore formale del film, che si risolve in una vasta serie di piani sequenza, assai spesso caratterizzata da un pedinamento ossessivo dei personaggi, che agevola una dilatazione diretta a infrangere le tipiche strutture temporali operative nelle consuete tecniche rappresentative: non c’è mai sintesi, mancano i classici campo-controcampo, le elissi, e i movimenti dei personaggi, come per esempio salire una scala per raggiungere il luogo in cui si svolge l’azione, vengono ripresi dall’inizio alla fine, senza ridurre, in favore della prassi narrativa, la durata dell’intero svolgimento dei fatti. Dunque se qualcosa significa davvero la retrocessione al sistema dei segni, questa va ricercata nell’intenzione di creare le premesse affinché si giunga alla messa tra parentesi della cronologia, promuovendo un’espansione dell’azione che, in definitiva, pare girare sempre a vuoto: certo, una storia c’è, con un suo inizio, uno svolgimento e un funesto epilogo, eppure ciò che davvero costituisce il valore aggiunto dell’operazione di Slaboshpytskkiy è proprio l’aver desaturato lo spazio per dare alloggio all’eccedenza di un Evento (nella fattispecie l’Amore tra Sergey e Anya) che libera un flusso emotivo-temporale quantificabile solo a partire dall’atteggiamento dello spettatore, che viene convocato fortemente a rinunciare ad assemblare i brandelli di un’amara storia, per, invece, lasciarsi attraversare da un silenzio che custodisce tutta la riserva di senso sottratta al linguaggio che non potrebbe far altro che ‘tradire’, impoverire – questo è il suo limite – la pienezza di un avvenimento infinito e globale (l’amore tra i due).
L’esplosione di violenza finale è il naturale contrappunto alla purezza del protagonista, Sergey, il quale, messo alle strette dalla piccola cosca malavitosa in cui, suo malgrado, si ritrova, deve difendere a qualsiasi costo il suo Amore, arrivando a contrarre un debito infinito (tutte le conseguenze del suo efferato gesto) pur di non cessare di rimanere in connessione con l’Evento di cui si diceva sopra, e, dunque, dimostra, in tal modo, una fedeltà infinita. A questo punto s’innesca un cortocircuito etico che lo spettatore è tenuto a valutare fino in fondo, non soppesando i fatti nella loro oggettiva presentazione, ma prestando ancora una volta ‘ascolto’ a quella continuità emotiva che informa il film dall’inizio alla fine. Bellissimo il piano sequenza che vede Sergey fare il suo ingresso nell’istituto, mancando l’accogliente cerimoniale in corso proprio in quel momento, e segnando fatalmente il suo destino, a cui però eroicamente si ribella fino alle estreme conseguenze. Non c’è dunque spazio per la retorica in The tribe, ma una sospensione del giudizio, un’epochè che rinvia indefinitivamente a una valutazione retrospettiva che solo la successiva storicizzazione degli eventi potrà in qualche modo concretizzare. Il film di Slaboshpytskkiy, quindi, è sicuramente da porre tra le migliori visioni di quest’anno, ma la sua eccezionalità risiede, a differenza di quanto da più parti è stato invocato, nell’aver liberato una durata emotiva che riverbera su tutto il film, dando spazio a un fuori campo assoluto che sfugge alla cattura della rappresentazione, e dunque la sospensione del linguaggio acquisisce valore solo in quanto indirizzata verso questo risultato, ma resta fermo, ovviamente, che si possa ottenere tale obiettivo anche con narrazioni più convenzionali (e c’è una sterminata filmografia a conferma).
Pubblicato da Offine Ubu e distribuito da CG Entertainment The tribe è disponibile in dvd, corredato da contenuti speciali, quali il cortometraggio Deafness, il backstage, il trailer e la photogallery. Da non mancare.
Luca Biscontini