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The tunnel – occhio alla metropolitana

Da Soloparolesparse

Prendete The descent, spostate l’ambientazione da una grotta a dei tunnel sotterranei, aggiungeteci una spruzzata di [REC] ed ecco che avrete questo The tunnel, comunque discreto horror thriller australiano firmato Carlo Ledesma.

Nat e la sua troupe hanno intenzione di indagare sui motivi per cui il governo australiano ha bloccato il progetto che prevedeva di utilizzar i tunnel sotto Sidney per risolvere il problema della siccità.
Il progetto sembrava interessante ma dopo alcune voci di sparizioni tra i barboni che vivono in quei tunnel il tutto si è misteriosamente arenato.

Visto che dalle autorità non ricevono risposte decidono di avventurarsi loro stessi nei sotterranei.
In quattro, con due telecamere scendono nel sottosuolo e ben presto risulterà evidente che qualcuno (o qualcosa) si nasconde nel buio, pronto a ghermire chi gli si avvicina troppo.

The tunnel è realizzato come un mockumentary, cioè è un documentario che racconta gli eventi fingendo che sia tutto vero.
E come un documentario è organizzato tutto il film.
Interviste ai superstiti, ricostruzione della vicenda attraverso la loro testimonianza, immagini registrate dalle due telecamere che hanno immortalato l’avvenura, telecamere di sorvveglianza della metropolitana, sottotitoli per spiegare gli eventi, addirittura i titoli finali per dirci che fine hanno fatto i protagonisti dell’incredibile vicenda.

The tunnel – occhio alla metropolitana

Naturalmente è tutto falso ed ormai siamo abituati a soluzioni del genere (al punto che il mockumentary è diventato un genere a se stante).

Il problema è che il film in questione è troppo simile ad altri già visti per sorprendere o spaventare.
Come detto all’inizio, il mostro nascosto nel buio è preso pari pari da The descent, il finale completamente al buio sembra girato nella soffitta del condominio di [REC] e volendo possiamo trovare un bel numero di altre citazioni.

In realtà The tunnel comunque funziona perchè gioca sulle paure classiche del buio, del nemico che non vediamo e non conosciamo e che può colpire in qualunque momento.
Secondo me è comunque più interessante la prima parte del film in cui si introduce la vicenda e si cerca di capire dove andremo a parare, che non la seconda che non è altro che un continuo inseguimento nel labirintico tunnel al buio.

Ah… Bel Delià è un bel tipino ma Ledesma non ce la fa vedere nuda nemmeno per un momentino!

In caso di discreto successo, ovvio aspettarsi un sequel.

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