Fermi tutti, la7° edizione del Festival Internazionale del film di Roma ha chiuso i battenti da poco più di 24 ore e non abbiamo ancora parlato dell’evento clou di metà settimana (scorsa), quello che mi ha fatto distrarre dalle opere in concorso attirata (anche) da una lunga fila all’esterno del cinema da molto prima che iniziasse la proiezione. Esatto, mi riferisco proprio a quella pellicola che durante il weekend alle nostre spalle ha dato del filo da torcere alla concorrenza, nonostante la trama (e soprattutto la conclusione) fosse nota a molti, la recitazione dei protagonisti non sia la migliore al momento in sala e la credibilità dei personaggi sia così vacillante da aver fatto sorridere in un paio di occasioni anche gli stessi interpreti.
Ammetto di essere entrata nel cinema piuttosto sollevata, avendo poco prima appreso che sarebbe stato l’ultimo giro. Pare infatti che questo sia davvero l’epilogo della saga, l’autrice dei romanzi si starebbe dedicando ad altro e gli attori principali avrebbero deciso di confrontarsi con soggetti più vivi e vitali, scrollandosi di dosso l’aura immortale dei personaggi che li hanno resi celebri, probabilmente assecondando anche il fatto che le orde di giovanissime sognatrici che han fatto sospirare stanno crescendo e iniziano ad anelare ad un ben più vivo principe azzurro.
Il ricordo della sala in cui ho visto “The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2” mi accompagnerà per un bel po’: l’immensa tensostruttura è stata presa d’assalto da eccitatissime (ma compostissime) ragazze in età variabile tra la pre-adolescenza e la prima età adulta. Tutte per lo meno in coppia (rigorosamente accompagnate da un adulto) oppure in gruppo, tutte tremendamente attente, concentratissime, pronte a fare il migliore tifo a cui un giocatore possa anelare e tutte li, coi nasini all’insù, ad accogliere i loro beniamini con singoli e lunghi applausi. Durante la prima parte agitate e curiose, nel secondo tempo tremanti e palpitanti, coscienti che prima o poi vi sarebbe stata un’ultima decisiva battaglia che avrebbe potuto cancellare per sempre alcuni dei loro bellissimi idoli.
In questo capitolo, oggettivamente, la storia subisce una bella scossa: scordatevi i lunghissimi e languidi sguardi che non portavano mai a nulla, gli scontri evitati sempre all’ultimo minuto, le fughe per la sopravvivenza. Qui la coppia Bella/Edward è cresciuta, sono fortissimi, lei da gatta morta è divenuta una dominatrice assoluta e lui da disperato micetto ora è il tipico maschio tronfio della sua donna, e la passione è sempre presente, che sia perché i due danno libero sfogo ai propri sentimenti, oppure perché vanno a caccia o si scontrano con qualche nemico. Insomma, è tutto sesso, sangue, scontri. Ma non temete, il film è soft, adattissimo al target a cui si rivolge e la favola viene rispettata sino alle ultime incredibili ed inattese battute in cui, dopo aver creduto che la mia vicina stesse per avere un infarto in piena regola, la sala ha trattenuto il respiro all’unisono (pochi ma interminabili secondi) prima di approvare definitivamente le scelte e lasciarsi andare in un supporto incondizionato da vera folla adorante.
La soddisfazione delle giovani era molta e anche la mia: sono entrata nel loro mondo e per una volta ho visto coi loro occhi, respirato al loro ritmo, sudato e sperato (quasi per paura) e alla fine mi sono lasciata andare. L’epica sullo schermo ha funzionato alla perfezione e il pubblico ha risposto in modo meraviglioso. Il voto è quindi dedicato alle ragazze di Roma, la cui energia vitale un po’ è ancora qui con me. Brave, vi meritate un 8 perché sognare è bello e fa bene all’anima!