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The ugly old woman who brings children gifts at Epiphany

Creato il 06 gennaio 2011 da Lipesquisquit
La befana è venuta a svegliarmi alle sette del mattino, e io non ci ho trovato niente di strano.Fino a un attimo prima ero a letto e sognavo la casa della nonna, le calze piene di dolci, la gioia vera, quelle cose meravigliose che hai perso per sempre e che se ti dice culo una volta su un milione le ritrovi nei sogni. Era un cazzo di rarissimo scampolo onirico di infanzia, qualunque divinità avrebbe capito al volo che non sarebbe stato giusto privarmene, invece ad un certo punto qualcuno si è messo a suonare il campanello e il mio sogno è stato invaso da quel suono fastidioso che sapeva di vero e che in mezzo alla mia innocenza ritrovata non c’entrava niente; mi sono voltato e ho chiesto a mia nonna cosa stesse accadendo, ma il sogno stava già andando a puttane, e al posto di mia nonna c’era un impiegato con i baffi che esponeva il cartello ‘chiuso per sopraggiunta realtà’, mentre il campanello continuava a suonare. Un attimo dopo ero sveglio, mi alzavo, aprivo la porta e mi trovavo davanti la befana in tenuta casalinga, e come ho già detto non c’era niente di strano, intanto perché per quello che ne sapevo poteva benissimo essere un altro sogno, e poi perché dopotutto avevo creduto per anni che la befana esistesse davvero, poi per altri vent’anni avevo smesso di crederci, e poi la mattina di un 6 gennaio qualsiasi me la sono ritrovata alla porta, con i suoi centosettordici anni, la vestaglia rossa e le babbucce. La vita è piena di epifanie, nel senso tecnico del termine.Nell’attimo che ha preceduto lo scambio dei convenevoli, ho immaginato una serie di possibili frasi per esordire. “Tu non sei la mia nonnina!”. “Se lei è ricca e ha perso la memoria, è il suo giorno fortunato: sono suo marito.”. “Rassegnati, Wendy: ormai Peter Pan ha un lavoro e si fotte tua nipote”. “Niente pensioni, qui. Addio.”. “Sono spiacente, le audizioni per la vecchia del Titanic sono terminate quindici anni fa.”. “Ti amo.”.La befana aveva bisogno del mio aiuto. Un dannato buco nel tubo del lavandino del mio bagno la notte prima mi aveva quasi allagato la casa, ma se io mi ero salvato con uno straccio, un secchio e un po’ di bestemmie, la befana sotto di me non era stata altrettanto fortunata: l’acqua era penetrata attraverso il mio pavimento, il soffitto del suo bagno l’aveva assorbita ben bene e ora gocciolava giù dalla sua plafoniera, scivolosa e pericolante per il carico.Avevo troppo sonno per dire di no. In pochi attimi mi sono ritrovato in casa sua con una scala e un cacciavite in mano, nel tentativo di salvare quell’orribile plafoniera mentre la befana mi spiegava quanto ci era affezionata, gliel’aveva spedita suo figlio prima di morire nella Seconda Guerra d’Indipendenza. La plafoniera era stravecchia e pesante, piena di polvere, piena di cadaveri di insetti ormai estinti e ora anche piena d’acqua, la scala era instabile e scricchiolante, e i miei riflessi, a due minuti dal risveglio, chiaramente erano al top; fortunatamente, però, potevo contare sull’aiuto dei vicini, che giustamente erano accorsi in massa per aiutare la vecchina e rompere il cazzo a me che me ne stavo inerpicato su per la scala e ricevevo quindici istruzioni diverse da quindici bocche diverse. In altri momenti non mi sarei fidato di quelle leggi fisiche che dicono che, se la scala ha i piedini di gomma e tu hai le scarpe di gomma e l’interruttore è spento e hai staccato la corrente e hai pregato Padre Pio, non dovresti prendere la scossa, ma fortunatamente c’era troppo baccano e avevo troppo sonno per pormi il problema.Tolta la plafoniera, i condomini sottostanti hanno messo il cd di “Lady Marmalade” e hanno insistito perché togliessi anche la lampadina, e dopo la lampadina, con l’eccitazione che era salita a palla, mi hanno incitato a scoprire anche i fili della corrente e a isolarli per non farli bagnare, anche se erano già fradici.
PUBBLICO: “Ecco, così, bravo, ora scopri anche i fili, poi mettici il nastro.”LIPESQUISQUIT: “Non mi pare una buona idea. Sono fradici, il nastro non si attaccherà.”PUBBLICO: “Scopri i fili, baby, scoprili!”LIPESQUISQUIT: “Ma tanto l’acqua continuerà a scendere finchè…”PUBBLICO: “Ti ho detto di scoprire quei cazzo di fili.”PUBBLICO: “Avanti, bellezza, scoprili. Lentamente.”LIPESQUISQUIT: “Signora, può gentilmente schiodarmeli dai coglioni?”BEFANA: “Che caro ragazzo, mi ricordi l’altro mio figlio che è andato a cercare l’oro nel Klondike”PUBBLICO: “Fatti gli affari tuoi, tu, e portaci della birra.”
Ho dovuto usare tutte le mie abilità retoriche per convincere quel branco di pseudoelettricisti arrapati che non sarebbe servito a granchè isolare dei cavi bagnati mentre l’acqua penetrata dal mio bagno continuava a gocciolarci sopra e intorno e attraverso e avrebbe continuato ancora per non so quanto tempo, e che forse si faceva prima a mettere un cartello sull’interruttore del bagno, per ricordarsi di non accenderlo più e aspettare fino alla risoluzione del casino. Ma no, è ridicolo mettere un cartello, mi disse qualcuno. Invece questa situazione non lo è affatto, pensai.Alla fine se ne sono andati, probabilmente a molestare qualcun altro. Mentre uscivo dal bagno e portavo fuori la scala, la befana mi esprimeva tutta la sua riconoscenza per il salvataggio della sua plafoniera del XIX secolo, con ben due affettuosi tenerissimi buffetti sulla spalla sinistra, che volevano dire “grazie tante”, ma anche “ora levati pure dalle palle”, così ho salutato l’adorabile nonnina tanto dolce quanto tirchia, sono tornato in casa e mi sono messo a cercare bene nel letto, tra le lenzuola, sotto il cuscino, nel pigiama, ma niente da fare, non c’era veramente più traccia dell’Epifania come la ricordavo, né di mia nonna, né tantomeno dell’infanzia, così ho affogato la nostalgia con del caffellatte e un pacco di Gocciole da mezzo chilo.

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