E non può essere messo in relazione con gli omicidi seriali.A questo punto il capo della polizia decide di affidare le indagini a un suo vecchio pupillo, il detective Choi, famoso per i suoi metodi poco ortodossi per non dire brutali e gli ordina di trovargli un colpevole.Ricerca vana.Non c'è nessun potenziale colpevole disponibile?Allora bisogna fabbricarlo e perché non incolpare il numero 2 della lista dei sospettati?Choi a capo di una squadra di veri e propri cani sciolti ha però bisogno dell'aiuto di un malavitoso per incastrare il presunto colpevole.E questo malavitoso è sotto indagine da parte del procuratore distrettuale a sua volta corrotto da un imprenditore che è in rotta di collisione con il capo della polizia che ha affidato il caso a Choi.Il procuratore distrettuale scopre tutto l'inghippo e da qui si innescherà una reazione a catena dagli esiti inaspettati.
C'è del marcio nella polizia della Corea del Sud.E' questo il primo assunto di The Unjust ,potente thriller metropolitano che idealmente arriva a chiudere il cerchio tra Hong Kong (la sublime trilogia Infernal Affairs di Andrew Lau/Alan Mak) ,Hollywood (la suggestiva rilettura scorsesiana di The Departed) e cinema coreano appunto.VI siete persi? Spero di no:fino ad ora ho fornito solo la chiave di lettura della prima parte del film che effettivamente con tutti i suoi intrighi maturati nelle anonime stanze dei palazzi del potere rischia di disorientare lo spettatore.
Il thriller di Ryoo Seung-wan ( suoi anche The Berlin File del 2013 e City of violence del 2006 ) pur nutrendosi di molti stereotipi appartenenti al cinema americano riesce soprattutto nella seconda parte a trovare una fisionomia autonoma.Una macchina spettacolare che è lenta a mettersi in moto ma che poi risucchia nel proprio meccanismo lo speattore in una corsa sempre più frenetica.Esattamente quello che ti aspetti da un poliziesco coreano.
La sceneggiatura è firmata da Hoon - jung Park che appena prima di questa aveva scritto quella di I saw the devil.
PERCHE' SI : personaggi ben delineati, una sceneggiatura complessa e articolata, una regia che non si nasconde dietro sterili virtuosismi.
PERCHE' NO : è complicato "entrare " nel film, tanti personaggi, tante parole e si rischia di perdere un po' il filo.Peccato che del serial killer non si interessa proprio nessuno.LA SEQUENZA : l'inseguimento del sospettato numero 1DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :Continua ad esserci del marcio in Corea del Sud.Forse è meglio che non ci lamentiamo troppo della nostra polizia.I coreani sono maestri nei film di serial killer ma qui purtroppo il regista vira per altri lidi.Mi stupisce che di questo film ancora non abbiano fatto un remake a stelle e strisce.( VOTO : 7,5 / 10 )