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The Very Best Of (Vol. 1) – Iannozzi Giuseppe

Creato il 26 novembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

The Very Best Of – Vol. 1

di Iannozzi Giuseppe

The Very Best Of (Vol. 1) – Iannozzi Giuseppe

Mai l’Italia ai fasci

E ora sì, dobbiamo sul serio
cominciare a gridare col cappio
al collo, tirando fuori dai polmoni
tutta la poca aria che, ahinoi,
c’è rimasta; ora sì che è giusto
il tempo per “al lupo, al lupo!”
Là dove i papaveri crescevano alti
stanno i canti violenti avvinazzati
di chi col saluto romano, dei tanti
con bandiere celtiche in offesa
al vento – e stordita eco già miete
vittime, poi si cade senza
un lamento a corpo morto
sollevando però di Dio l’ira funesta

Più l’offesa è grande, più ostinata
la voglia di vivere, di mandare al diavolo
quei neri corvi che le carni fragili
vorrebbero beccare coi loro becchi

Si cade sì, senza un lamento;
ma per uno che non è più, mille nuovi
dissidenti vengono su dal nulla
come per miracolo, opponendo
al braccio destro alzato occhi di fuoco
perché così è l’ira di Dio e non perdona
Perché l’ira di Dio i fasci spazza via

Montagne

Verrà primavera
Avrà il tuo nome
Verrà con gli occhi
bagnati di lacrime
Verrà in silenzio
quasi, e al tuo seno
piano si stringerà
Verrà in preghiera
perché sepoltura
sia data a quei corpi
rimasti sotto la neve
nascosti e martoriati
E avrà il tuo nome
di umana pietà
tra stelle alpine
e fior di pervinca

Sotto un cielo blu
non più livido
né reclamante vita,
con la pestata
sciolta oramai
anche lassù in alto,
dalle tue mani
un fiore cadrà
piano
per ogni morto
al sole svelato

Primavera verrà
tra le montagne
imbevute di sangue
e giovane libertà

Gabbiano

Non oso davvero
dire se un gabbiano
sia come un uomo
felice o meno,
se la pace la trova
tra le alte nuvole
o a pelo dell’acqua
in cerca di cibo,
d’un piccolo pesce
affogato al sole
Né oso dire
se tra sole e venti
le ali gli siano
solido appoggio;
eppur quando
un uccello così
profumato di salsedine
e non stanco
del lungo viaggio
si trova davanti
al mio sguardo,
in quel momento
capisco
che chiamato
al mondo
non posso rifiutare
di vivere
per quel che sono

Orientale

Il Piccolo Monaco ha sorriso
al fiume impetuoso
La Donna ha alzato gli occhi
a mandorla
da terra
e ha tenuto il silenzio
come le hanno insegnato
quand’era una bambina al Tempio

Nero Grembo

Viviamo poi solo
per tornare al buio
là dove il Nero ci ha partoriti

Siamo qui
con uno scopo
che non è la Primavera
né quella vita eterna
promessa da dio ai figli mortali
Siamo remote ombre
che si nascondono nell’animo
come repellenti tumori:
non conosciamo niente
che sia diverso dalla sete,
dal rosso del sangue
che squarcia il ventre della Luna
Siamo l’Incubo e il Sogno,
Vampiri
che vivono la morte portandola
a chiunque ne abbia desiderio
o meno

Il Grande Vuoto

Dammi indietro il mio sitar,
i libri degli antichi saggi
e quel giorno di pioggia
che ti mancava una bugia
L’autunno ha preso casa qui
Quando sono venuto
te l’avevo detto ch’ero
di passaggio;
hai taciuto
invitandomi a radermi il capo
Poi ci siamo seduti
senza parlare:
fuori c’era aria di rivoluzione

Dammi indietro quel giorno,
il suono estatico del sitar
che insegnava all’anima
la ribellione e la comunione
Dammi indietro la saggezza
e tutto il Grande Vuoto dell’Universo
Quando sono venuto
non ho mentito, ero una zucca vuota
una fra le tante possibili
Ora ho bisogno di suonare
e riprendere la strada sotto il sole
Ho conosciuto tante malattie,
alcune mortali e sono ancora qui
Ho visto piccoli uomini spaccare teste
e ho visto i loro stupidi becchini
Ho conosciuto un momento di pietà
solo per fermarmi a lungo in una distrazione
Ho visto monaci scivolare lungo il fiume
con la pancia gonfia d’acqua e il volto ammaccato
L’Universo ha impiegato proprio niente
per cadere nel suo Centro
Così ti chiedo di darmi indietro il sitar
Sono una zucca a metà e non vuota,
me l’hai insegnato tu immersi
nelle luci delle candele
Ma ora devo trovare il Suono Perfetto
che ci sollevi dalla Miseria
Fuori c’è più morte che rivoluzione,
non è tempo buono per la meditazione

I Beatles sono quasi tutti morti
I Rolling Stones sono neri dentro

O sì, sono così neri dentro
Tutti noi lo siamo
Dammi indietro il mio sitar,
le parole consumate degli antichi saggi
e quel giorno di pioggia
che ti mancava una bugia
per dirmi “t’amo”

Mia bella ciociara

Mia bella ciociara
più non mi chiedi
se vedo,
se vivo nudo
o in braccio a sorella Morte.
Ma che importa?
…che importa
se la farfalla di mia gioventù
è caduta giù
proprio quando alto il sole
spandeva luce
su quei prati in fiore
che un dì non lontano
mi graffiarono le terga
di ragazzo innamorato.

Core de Roma,
pure tu sei cambiato,
o son solo io
che non ti riconosco più.
Però il mio vecchio ancora
mi racconta di quand’eri
sotto la pressione del fascio,
e le donne eran qualcosa
per cui valeva la pena
di morire
tant’erano schiette e belle.

Pioggia di te

Piovimi addosso
come una pioggia
o una cascata di sole,
e ti raccoglierò
fra le braccia
rubandoti a Dio,
alla sua superbia
di crederti sua

J’ai fait un rêve

J’ai fait un rêve
J’étais dans l’amour
C’était une sensation incroyable!

Les nuages et le soleil
Les anges et les diables
Tout le monde est libre
comme les oiseaux
Tu m’as touché l’âme
C’était une sensation incroyable!

J’ai fait un rêve
J’étais dans l’amour
Nous sommes des singes
Nous sommes d’heureux singes

Nous vivons sur le bord de rasoir
Mais les colombes volent
au-dessus de nos têtes
Et nous sommes d’heureux singes

C’était une sensation incroyable!
Nous sommes dans l’amour
John Lennon vit dans nos cœurs
Le poète sonne les cloches
La guerre est finie

J’ai fait un rêve
Les enfants prient pour un peu d’espoir
Les colombes volent
au-dessus des nuages
pour un rayon de soleil
J’ai fait un rêve
Nous vivons sur le bord de rasoir
C’était une sensation incroyable!

Je suis encore dans mon rêve
Je suis dans l’amour

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