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The Vogue Factor – Modelle mangiano stoffa per non ingrassare: le verità-shock nel libro di Kristie Clements

Creato il 08 aprile 2013 da Delpiera @PieraVincenti

Modella-anoressicaImmaginate un’azienda i cui impiegati vengano regolarmente lasciati a digiuno. Alcuni sono così disperatamente affamati da raccogliere fazzoletti dal pavimento e ficcarsi in bocca, mentre altri sono talmente deboli che devono essere ricoverati in ospedale ed essere reidratati con le flebo.
Un’azienda che trattasse i propri dipendenti così male sarebbe presa di mira da reporter che indagano sotto copertura in cerca dello scoop. Le foto di questi lavoratori causerebbero grida di protesta, domande scomode, e l’azienda verrebbe sicuramente chiusa.  Ciò accadrebbe ovunque nel mondo civilizzato con un’unica, lampante, eccezione: l’industria della moda.
«Hai presente quelle interviste in le modelle insistono nel dire che mangiano tanto? Non è vero», rivela Kirstie Clements, direttore di Vogue Australia per 13 anni. «L’unico modo per rimanere così magre è smettere di mangiare. Le modelle arrivano a mangiare pezzi di stoffa per placare i morsi della fame – letteralmente li arrotolano e li ingoiano».
Questa è solo una delle molte dichiarazioni allarmanti contenute in The Vogue Factory, libro in cui la Clements racconta un sistema che conosce dall’interno, e non è neppure la più scioccante. La Clements rivela anche l’esistenza di fit models, donne usate provare la vestibilità degli abiti che sono addirittura più magre di quelle che sfilano in passerella.
È proprio tutto vero o si tratta solo della vendetta dell’ex direttore di Vogue Australia, sostituita alla guida della celebre rivista di moda dal suo più acerrimo rivale di Harper’s Bazaar? Ciò che è certo è che The Vogue Factory, disponibile in edizione digitale, sta ottenendo un enorme successo editoriale, suscitando un’enorme curiosità verso ciò che accade dietro il sipario che nasconde agli occhi del pubblico la verità del fashion system internazionale.
vogue-factorNel suo e-book, Kristie Clements denuncia la vita-non vita delle modelle, costrette a mentire nelle interviste, dichiarando di seguire un regine dietetico equilibrato, quando oltre a far incetta di diuretici, lassativi, cocaina e anfetamine per tirarsi su, sono capaci persino di nutrirsi di piccoli pezzi di stoffa pur di mettere a tacere i morsi lancinanti della fame. Ma c’è anche chi, come conferma l’americana Amy Lemons, imbeve del succo d’arancia in batuffoli di cotone che poi ingoia per riempire il vuoto nello stomaco e sopravvivere al casting e alla sfilata in cui deve assolutamente entrare in vestiti concepiti per adolescenti senza forme. La Clements racconta anche di un viaggio in Marocco dove la modella protagonista dell’adv fu costretta a rimanere tre giorni senza mangiare nulla: alla fine era così debole che non riusciva nemmeno a stare in piedi e tenere gli occhi aperti.
Stando all’ex direttore di Vogue Australia, molte modelle non possono neppure far ricorso ai pezzi di stoffa. L’unico modo per ovviare alla denutrizione e ai suoi pericolosi effetti sull’organismo è ma utilizzare flebo per via endovenosa grazie alla complicità ben retribuita di medici compiacenti. Il tutto per entrare in una taglia 34. La 38 è già troppo e chi indossa una 44 viene addirittura considerata curvy.
Il libro di Kristie Clements ha scatenato un tale putiferio che l’ex editor si è vista costretta a rilasciare un comunicato stampa ufficiale alla Cnn in cui dichiarava che aveva scritto il libro non per vendetta contro il suo ex magazine, ma per mettere in guardia le modelle e, soprattutto, chi sogna di diventarlo, dai rischi del mestiere. A chi l’ha acccusata di aver denunciato queste oscenità solo adesso che è stata licenziata, la Clements risponde con orgoglio di essere stata una dei 19 direttori delle edizioni internazionali di Vogue che hanno fatto solenne promessa di promuovere un’immagine sana del corpo femminile.
Ciò che più fa riflettere è perché si discuta delle condizioni in cui le modelle sono costrette a vivere e a lavorare solo quando viene pubblicato un libro-shock come quello della Clements. Le ragazze anoressiche, che sfilano con indosso bei vestiti senza forma che cozzano contro un corpo spigoloso e ossuto, sono sotto gli occhi di tutti ogni giorno. Non c’è bisogno delle rivelazioni di chissà chi per capire che le modelle vengano costrette alla fame, né c’è bisogno di indignarsi di fronte a certe “verità” quando continuiamo a idolatrare la magrezza eccessiva e un certo tipo di “moda” che vorrebbe le ragazze tutte come manici di scopa.
Le modelle con il loro corpo emaciato sono tanto prive di stile quanto irreali. Basta camminare per strada per accorgersi che le vere donne sono altre, sono quelle che l’industria della moda definisce curvy ma che danno vita e personalità agli abiti che indossano. E non il contrario.


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