Manuel Foresta è ormai a tutti gli effetti uno dei grandi protagonisti di The Voice Of Italy che domani sera fa salire la tensione con i 16 talenti rimasti in gara : quattro Voci per ogni squadra, delle quali due saranno salvate dal pubblico attraverso il Televoto e una, tra le due rimaste, sarà salvata dal proprio coach. Alla fine della puntata resteranno in tutto dodici concorrenti: erano partiti in 64. Ospiti della puntata, condotta da Fabio Troiano con la V-Reporter Carolina Di Domenico, Edoardo bennato, Marco Mengoni e i Bastille.
Ma tornando a Manuel Foresta, 24 anni, da Cava dei Tirreni (Sa) che fa parte del Team di Raffaella Carrà, lo abbiamo contattato ed intervistato alla vigilia dalla terza puntata dei Live:
1) The Voice of Italy ha sicuramente svelato al grande pubblico il tuo talento musicale, ma anche la tua carica umana, vitale e piena di simpatia…immaginavi di far subito presa sul pubblico a casa?
Tra le sorprese più inaspettate di questa esperienza la risposta del pubblico è la più gradita. Ho una personalità molto particolare e non pensavo di poter, in così poco tempo, mostrare una parte di me ed essere apprezzato.
Sono molte le persone che mi sostengono , che ogni giorno mi dimostrano il loro affetto e questa cosa mi infonde una carica pazzesca.
I consensi delle persone mi investono in qualche modo però di una responsabilità nei loro riguardi e la mia speranza ad ogni esibizione è quella di non deludere le aspettative di nessuno.
2) Prima di The Voice qual era il tuo rapporto con i talent show?
I talent show mi sono sempre piaciuti tantissimo. Fin da piccolo seduto sul divano del mio soggiorno li ho guardati con grande interesse ed ammirazione e dentro di me ho sempre sperato che un’occasione così potesse capitare anche a me.
Ho sempre pensato che partecipare ad un Talent sia un’occasione unica, una delle poche ormai a dare una possibilità seria, oltre che una visibilità a larga scala. Ma soprattutto ho sempre pensato che per uno come me, un po’sopra le righe, un’esperienza del genere sarebbe potuta essere divertimento allo stato puro ed infatti non mi sbagliavo.
3) Ci racconti che rapporto hai con la tua coach Raffaella Carrà?
L’incontro con Raffaella Carrà è stato fulminante. E’ senza dubbio un’istituzione nel mondo dello spettacolo ed ogni volta che mi confronto con lei mi sento arricchito e fortunato. La fortuna infatti è quella di avere l’occasione di essere seguiti da lei passo dopo passo e in ogni sfumatura dell’esibizione ed essendo questa una fortuna capitata a pochi a volte non nego che sono surclassato da una terribile ansia prestazionale.
Quando ho iniziato questo programma non avrei mai immaginato di essere seguito con così tanta dedizione e le giornate in sala prove con lei, i consigli e le risate a telecamere spente rimarranno di certo uno dei ricordi e regali più belli di quest’avventura.
4) Quali sono i tuoi “rivali” più temibili a The Voice e con quali altri concorrenti hai invece legato particolarmente?
E’ singolare, perché questo talent prevede che membri dello stesso team si scontrino tra loro per accaparrarsi la finale, dunque i miei rivali più temibili sono proprio i miei compagni di squadra.
Ma nella realtà dei fatti è con loro che passo tutto il mio tempo ed ormai viviamo in simbiosi condividendo ansie, lacrime e soprattutto risate infinite. Veronica, Emanuele e Stefania sono la mia “famiglia” qui e come loro lo sono stati tutti i membri del Team Carrà.
5) Come è cambiata la tua quotidianità dopo le tue apparizioni a The Voice? E il rapporto con amici e conoscenti?
La mia quotidianità è cambiata bruscamente. Da studente pendolare mi sono ritrovato in una sala prove ad impugnare un microfono, imparare coreografie ed avere a che fare con personaggi mitici del panorama musicale. Sono finito improvvisamente in un vortice e la cosa ovviamente non mi dispiace affatto.
Ma proprio in questo scenario idilliaco mi tengo ancorato ancora di più agli affetti. Nulla è cambiato con gli amici di sempre, con gli affetti importanti, con la mia famiglia e i conoscenti.
Come dei pesetti attaccati alle caviglie mi affido a loro per tenere i piedi per terra e non rinunciare alla genuinità del mio modo di essere, che amo tantissimo.
6) Cosa vedi nel tuo prossimo futuro come artista e come persona?
Non riesco ad immaginare cosa possa succedere nel mio futuro. Posso però sperare che questa esperienza si confermi come un inizio. Ho voglia di far sentire alle persone dei pezzi miei, raccontare una parte di me e magari vivere di musica, un desiderio tanto banale quanto difficile da realizzare.