Allora facciamo così: io ci provo a seguire anche la seconda stagione di The Walking Dead, vediamo se riesco a starci dietro.
Certo la puntata di apertura (la lunga puntata di apertura) è un buon viatico per convincermi a proseguire l’avventura, perchè si prosegue lì dove si era rimasti e si viaggia esattamente sulla stessa linea della prima serie.
Il gruppo di sopravvissuti continua a spostarsi lungo la corsia libera dell’autostrada, l’altra è una distesa immensa di carcasse di automobili, fino a quando un nuovo intoppo li costringe a fermarsi ai margini di un bosco.
Mentre cercano di farsi strada un’orda di morti viventi passa loro accanto. Riescono ad evitarli quasi tutti ma un paio di zombie attardati costringono alla fuga nel bosco la bambina del gruppo.
Rick parte alla sua ricerca e la nuova avventura scatena nuovi dissidi nel gruppo.
Come detto, mi sembra che rimangano i punti di forza della prima serie pensata da Frank Darabont.
Un’atmosfera di continua tensione, temi di contorno al disastro centrale, la difficoltà di rapporto all’interno di un gruppo limitato di persone ed un paio di chicche buttate quasi a caso qua e la nella puntata.
E tutto funziona alla grande.
C’è tensione vera mentre i protagonisti si nascondono sotto le macchine e ai loro lati, a pochi centimetri, sfila l’orda di zombie potenzialmente letale.
E poi gli zombie, già punto centrale della prima serie, sono ancora una volta potenti, diversificati, splendidi nella loro dettagliata rappresentazione.
Le chicche della puntata?
Assolutamente cruda e straordinaria la sequenza in cui il morto vivente viene squartato per assicurarsi che il membro mancante del gruppo non sia stato mangiato dal mostro (ma chi diavolo l’ha avuta un’idea del genere?!)
E la seconda è senza dubbio sul finale di puntata, quando tutto sembra appianarsi e invece…
Il bello è che per un momento ti rendi conto che qualcosa non va, che non può essere tutto così semplicemente simbolico, e infatti… ovviamente questa non ve la dico.
Insomma si riparte come si era finito, con una serie che probabilmente lascerà il segno (sicuramente l’ha lasciato in USA questa prima puntata con i suoi 11 milioni di telespettatori) e che in questo primo spicchio trova anche il tempo per una riflessione sociale sull’eutanasia.
Cercherò di dirvi la mia puntata dopo puntata (magari raggurppandole), potete seguire il tutto dal tag The Walking Dead.