Lo scorso episodio di “The Walking Dead” ha risposto alla domanda del dove si trovava Carol dopo che Rick l’ha cacciata dalla prigione, anche se adesso non sappiamo cosa le accadrà visto che è stata catturata da Alba Lerner del Grady Memorial Hospital.
Ecco un’intervista a Melissa McBride per avere tutti gli scoop del caso.
Entertainment Weekly | Per lei è stato bello riempire quegli spazi vuoti sul cosa è successo a Carol?
Sì, è stato bello tornare ad illustrare cosa sta accadendo nella sua mente con i ricordi di tutto quello che le è successo e ci ciò che l’ha colpita ed il modo in cui sta guardando se stessa nel mondo. È stato meraviglioso vedere come lei ha lottato con ciò che ha dovuto fare.
EW | Qual era la sensazione di Carol mentre si trovava in auto e arriva quel camminatore e lei le urla “vai via”?
Penso esser il simbolo del fastidio globale del mondo così com’è e tutto quello che cerca di fare le si ritorce contro in un certo senso. Questo episodio esplora molto di questo lato e quali sono queste linee sottili? Ci sono dei punti di vista molto significativi circa il dove lei inizia e il dove finisce. Prova tutto quello che può ed ancora non è stata battuta. Quindi c’è questo conflitto sul conoscere e il sentire quello che deve fare, ma col timore di non farcela. E si tratta di aiutare le persone con cui sta, c’è molto nella sua mente per quanto mi riguarda.
La vediamo passiva alla finestra ma in attesa che qualcosa succeda, poi ha imparato ad essere più proattiva, questo mondo l’ha costretta ad essere così. Così può assumere sia un ruolo attivo che passivo restando dannata in entrambi i casi. Cosa aspetta e cosa sta combattendo? Esistono sempre queste sfide nel mondo reale e le sfide mentali, sarà sempre in quel modo, mi è piaciuto anche il furgone, esso come la mente dei personaggi è in bilico.
EW | Perché prima Carol vuole sparare e Noah per aver rubato le armi e poi lo vuole risparmiare. Perché questo cambiamento?
Sia che intraprenda un atteggiamento passivo o proattivo, in entrambi i casi, viene giudicata, ma Carol è alle prese col domandarsi quali siano le conseguenze, pensa qualcosa del tipo “so che sto per andare all’inferno, ma ho intenzione di rimandare il più a lungo possibile”. Vuole aiutare le persone a sopravvivere e ha idea di come ciò andrà a finire. Non può restare nel gruppo, sa cosa ha fatto, ciò di cui è capace, sa che farebbe qualsiasi cosa per salvare quelle persone. Ma Daryl la vede per quello che lui crede di lei, Tyreese non vuole che alcune cose successe vengano menzionate.
EW | E ora.
Carol è in grado di esplorare tutto questo con Daryl che ha i suoi punti di vista, è bello vedere che sono ancora loro stessi quando si vede il libro seppur questo mondo illustra loro ciò che erano prima e si mantengono ancora questi elementi, non importa quanto i personaggi siano segnati. Mi piace che il titolo dell’episodio fosse “consumato” per ciò che simboleggia e anche la musica sognante di Bear McCreary era bellissima e non credo di aver visto un altro episodio dove venga sottolineata in questo modo.
EW | Si può notare questo dettaglio.
Così come il calore dato dalle fiamme, la deformazione dal nostro punto di vista e quel genere di cose. Come il confinamento delle persone nelle tende e dentro i sacchi a pelo – in una spazio così ristretto. Erano solo persone che cercavano di sopravvivere. Qualsiasi cosa sia successa loro non lo so. E c’era poi la restrizione, essa è un ulteriore elemento di quello che sta accadendo. Siamo limitati e confinati a noi stessi in un certo modo, cerchiamo solo di capirlo. Sarà probabilmente un tema ricorrente fino al termine della serie. Bisogna mantenere quella parte di te superstite che viene consumata mente si ricava dalle ceneri un qualcosa di diverso.
EW | Com’è stato tornare nel centro di Atlanta che non vedevamo dalla prima stagione, l’uscire dagli studi e dai boschi?
È bello essere in un luogo nuovo. Sapete, alcuni fan se lo immaginavano, poiché è più difficile tenete tutto nascosto quando si gira nel bel mezzo di una grande città con tanti grattacieli e tutti che guardano verso il basso. Ma è stato divertente. Inoltre il tutto era molto pericoloso in quanto la città era piena di camminatori ed è toccante osservare fuori dalla finestra e vedere tutto il decadimento. Carol dice “come siamo arrivati qui?”. Questo è davvero il quadro generale. Quella che prima era una città fiorente è ora solo un deserto con solo morte intorno.
EW | Dal set, Norman Reedus ha parlato di urla si tra lui e lei sia tra i vostri personaggi quando si accende la telecamera, è d’accordo?
Sì, tuttavia non accade molto spesso. Siamo molto più giocosi di quando urliamo a vicenda, non credo di aver mai gridato. Non ci sono urla.
EW | Qual è la dinamica delle riprese con Norman?
Norman è bravo nel fare il suo lavoro, mi piace starmene seduta a guardarlo ed divertente perché un po’ perso. Sapevamo entrambi che i nostri personaggi in quella zona, alla fine, si sentivano grandi. Si può dire che eravamo veramente sul posto insieme. E questo succede spesso con lui.
EW | Quando Carol e Daryl si sono sdraiati su quel letto insieme ha immaginato la reazione scatenata di alcuni fan, vero?
Sì, credo che alcuno abbiano pensato ad un piccolo rompicapo la prima volta che l’immagine è stata mostrata. Alcuni commenti erano di speranza, ma ho paura che altri potrebbero esser rimasti delusi.
EW | Molte persone vogliono che succeda e sono investite nel loro rapporto, lei sente lo stesso?
Sì, capisco il punto di vista dei fan. Ma buona parte del fandom legge le fan fiction, io ne ho lette e sono molto dolci e belle. Ne ho sentito parlare e sono divertenti, ma ci sono tante “navi” (ships) e alcune volte si scontrano a vicenda, cose cattive vengono fuori e ciò mi rende triste. È solo una serie televisiva. Non c’è bisogno di essere cattivi con gli altri. Soprattutto perché non è successo nulla.