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The Walking Dead – Fumetto e Serie TV

Creato il 16 ottobre 2013 da Mcnab75
Robert Kirkman sul set di TWD.

Robert Kirkman sul set di TWD.

Dopo un paio di anni torno a spendere qualche parola su The Walking Dead, un brand (perché oramai di tale si tratta) che ha sdoganato la figura dello zombie per famiglie, il mostro antropofago trasformato in mera scusa per imbandire trame fatte di problemi coniugali e di scelte morali da romanzetto horror young adult.
Destino bizzarro, per un fumetto che tempo fa veniva lodato per la crudezza della sua trama, che non sforava però nel becero splatter per adolescenti brufolosi, preferendo piuttosto atmosfere mature, consone a un realismo orrorifico che spaventava perché impietoso e “probabile”. Questi erano (e in parte sono ancora) i punti di forza del fumetto di Robert Kirkman, che si è preso la briga di uccidere a intervalli più o meno regolari protagonisti principali, personaggi chiave e comprimari, senza guardare al blasone, bensì solo alla funzionalità della storia.
Una caratteristica, questa di Kirkman, che lo mette al pari di un altro mostro sacro, George R.R. Martin.

La trasposizione di The Walking Dead per il piccolo schermo, realizzata dall’emittente americana AMC, ha stravolto non poco il lavoro di Kirkman.
Le scollature dalla trama del fumetto sono state quasi subito marcate e nette. Esse ammiccano a una fruibilità del format da parte del pubblico generalista, tagliando così tutti quegli elementi troppo duri e indigesti, che avrebbero senz’altro attirato le attenzioni della censura statunitense.
Via dunque le parti in cui i figli pre-adolescenti del dopo-Apocalisse si scoprono giovani serial killer, così come le altre, in cui i protagonisti principali vengono brutalmente uccisi, a volte dai loro stessi compagni ed (ex) amici. Via le scelte dettate dal mero, primitivo istinto di sopravvivenza, sostituite da infinite discussioni moraliste e surreali, se considerate che vengono fatte in un mondo devastato da una pandemia zombesca.

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Il risultato è un serial che piace a chi non ha mai letto il fumetto ma anche, più genericamente, a chi non ama l’horror (e che probabilmente non l’ha mai considerato prima come genere socialmente accettabile).
Non voglio accanirmi sul telefilm, che tra l’altro era partito anche bene, con una stagione 1 godibile e arricchita da episodi molto buoni. Questo nonostante la trama, già cambiata fin quasi da principio, rispetto a quella originale.
Purtroppo i guai emergono già dalla stagione 2, dando eccessivo spazio a tutti gli elementi nocivi citati poche righe sopra. Scelte di regia che hanno scatenato l’ilarità degli appassionati di horror, e che è valso al serial il soprannome “The Talking Dead”, complice una sceneggiatura che dà quasi tutto lo spazio disponibile a dialoghi da soap opera.

Ho smesso di seguire TWD dopo questa seconda stagione, non trovando l’utilità di spendere tempo ed energie per vedere un serial che mi ha/aveva già ampiamente deluso.
Le recensioni di blogger fidati mi suggeriscono che la situazione è più o meno rimasta la stessa, a eccezione di qualche puntata particolarmente azzeccata. Il riscontro del pubblico invece non manca, tanto che TWD ha un nutrito seguito di fedelissimi che, vale la pena sottolinearlo ancora una volta, pesca soprattutto tra gli spettatori non fedelissimi del genere horror.

Ora è appena partita la stagione 4, che per il momento non ho intenzione di vedere. Le premesse della nuova season le trovate nella recensione dell’episodio 4×01, pubblicata da Book and Negative. Non pare malaccio, ma è proprio questo passaggio del recensore a tenermi lontano dal serial: “al quarto anno di messa in onda, tematiche ormai già sviscerate, anche troppo: ovvero cosa resti dell’umanità dei protagonisti in un mondo siffatto.”
In altre parole: non è rimasto molto altro da narrare.
Il media perfetto per parlare di zombie è e rimane il cinema, il lungometraggio. Anzi, a dirla tutta non è che negli ultimi anni abbiamo poi avuto queste memorabili prestazioni, nemmeno sul grande schermo.
Però il pubblico di TWD, ne sono certo, non mancherà nemmeno quest’anno.

Cosa si può dire in merito? Fingendo per un attimo di essere esterno a tutto ciò, occorre fare i complimenti alla AMC, che ha preso uno dei mostri più sfigati e inquietanti della storia recente (lo zombie), e l’ha trasformato nella scusa per produrre un serial “per famiglie”. Che poi è anche ciò che ha fatto una vecchia volpa come Spielberg in prodotti quali Falling Skies.

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Viceversa, sdoganare l’horror in questa maniera vuol dire snaturarlo. Almeno un po’. A volte tanto.
Però non facciamone un dramma: gli appassionati di zombie e mostri assortiti continueranno a cercare prodotti più consoni ai loro standard. Gli altri salteranno come allegre cavallette da TWD a Brothers & Sisters (e tra l’altro non c’è nulla di male, in tutto ciò), prendendo un po’ di questo e un po’ di quello.

E il fumetto, nel mentre? Non è ancora arrivato a una conclusione. Quindi sta diventando ripetitivo e noioso, perfino nei colpi di scena. A me, per esempio, oramai causa più sbadigli che non emozioni, perché tutto ha il sapore stantio del “già visto”.
Io li odio, i progetti a lungo termine…

Andrew+Lincoln+Robert+Kirkman+Walking+Dead+O5B_BLFNyLal

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