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The Walking Dead: l'intervista al regista Ernest Dickenson

Da Zombie Knowledge Base
Sul sito ufficiale del canale AMC troviamo un'intervista ad uno dei registi della serie The Walking Dead: Ernest Dickerson. Il botta e risposta dopo il salto!

The Walking Dead: l'intervista al regista Ernest DickensonErnest Dickenson sul set di The Walking Dead
D: Quale è stata l'ispirazione che ti ha portato a dirigere due episodi in sequenza per la seconda stagione?
R: E' stato il set sull'autostrada che sarà comune ad entrambi gli episodi. Abbiamo quindi pensato di girare le scene ambientate lì sia del secondo che del terzo episodio soprattutto perché non ci permettevano di chiudere l'autostrada due volte. Anche artisticamente è stato meglio unire i due episodi. E' stato complicato destreggiarsi tra le varie scene da girare ma credo abbia funzionato. Queste serie sono sempre divertenti da girare ma non è certo semplice.

D:
Ti sei fatto le ossa lavorando con Spike Lee e sei conosciuto per aver diretto storie urbane. Come è stato girare invece nella Georgia rurale?
R: E' vero, ho fatto tutti quei film più cittadini ma sono stato uno studioso del buon horror fin da quando ero bambino. E' stato anche positivo tornare nella natura perché ero abituato a campeggiare abbastanza quando ero più giovane. E' interessante girare nel bosco: come in ogni altro posto, devi adattarti, quindi abbiamo portato lì tutta l'attrezzatura e ci siamo arrangiati.

D:
Hai affermato che uno dei registi che più ti ha influenzato è Alfred Hitchcock. C'è qualche elemento nel tuo lavoro all'interno di The Walking Dead che rimanda a lui?
R: Beh, lui era un fantastico raccontastorie visivo. Credeva in ciò che chiamava "puro cinema", dove i dialoghi sono quasi superflui. Ho cercato di narrare la mia storia nella maniera più visiva possibile. Nel caso della serie TWD, la più grande influenza proviene dal western: i nostri protagonisti sono dei pionieri che cercano di sopravvivere in un nuovo strano mondo le cui regole imparano giorno per giorno: un luogo ostile dove cercano di resistere e ricreare un barlume di civiltà. I western trattano proprio di questo, soprattutto i film di John Ford o di Sam Peckinpah, i cui film mi hanno dato grande ispirazione.

D: Hai diretto il quinto episodio della prima stagione in cui Andrea è costretta ad uccidere Amy ormai diventata Zombie. Ci sarà qualcosa della stessa intensità in questi episodi?
R: Sono fiero di quella scena perché era scritta meravigliosamente e resa perfettamente dalla bravura di Laurie Holden. Credo che avremo anche questa volta delle belle scene: un'autopsia di uno Zombie ad esempio. Mentre la giravamo mi chiedevo se era abbastanza forte visivamente. E' difficile perché io so che è solo plastica o gomma, quindi è forte abbastanza? Attualmente sto cercando di superare l'impatto che ha avuto la scena in cui Rick e Glenn si cospargevano di frattaglie umane.

D: Qual è l'aspetto che ami di più della vita sul set?
R: La parte migliore dell'essere regista per me è il fatto che ho sessant'anni ma sono ancora come un ragazzino. Fortunatamente tutti coloro con cui lavoro si sentano nello stesso modo. Onestamente, il mio compito è far sentire gli attori come se potessero fare qualsiasi cosa, anche portare e tentare nuove cose per i loro personaggi, in linea ovviamente con il copione. Quindi credo che il bambinone che è in me voglia assicurarsi che tutti, mentre fanno questo lavoro, si stanno anche divertendo.

D: Cosa ti ha insegnato l'esperienza in TWD a proposito della sopravvivenza?
R: Avere molto cibo in scatola, acqua in bottiglia e controllarti sempre le spalle. Quelli che non si guardano le spalle sono quelli che finiscono mangiati.
[Fonte: AMCTV]

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