E abbiamo scavallato anche per la quarta stagione di TWD, che nonostante le promesse iniziali di ravvivare un po’ le cose, finora si è mossa a rallentatore, regalando comunque i suoi ottimi di bellezza. Sette episodi su 13 e siamo arrivati al middle season. Si abbassa l’aria rilassata e si sente nell’aria la tempesta. Gli schieramenti sono gli stessi della terza stagione: da una parte i nostri sopravvissuti con a capo Rick Grimes e dall’altra il Governatore nella sua versione più pazza e sanguinaria. Si appresta quindi uno scontro epico, nonostante i calcoli fatti dai fan secondo cui la serie sarebbe già dovuta finire per mancanza di zombie in giro per l’America. Non ci preoccupiamo di queste piccolezze e tiriamo avanti fra vaganti e gente poco propensa al confronto umano. Le tematiche sembrano rimaste intatte dalla scorsa stagione: fight the dead, fear the living.
Cinque episodi tutti dedicati agli abitanti della prigione e alla malattia che in poche puntate ha dimezzato la sua popolazione. Un morbo assurdo i cui sintomi provocavano la morte e che di conseguenza creava zombie all’interno del posto sicuro. In tanti sono morti per la malattia e altrettanti sono tornati per mangiarsi i restanti. Michonne pare aver seppellito l’ascia di guerra e dopo aver cercato in lungo e in largo il Governatore, ha deciso di rimanere alla prigione per dare una mano ai suoi amici. Un po’ diverso il comportamento di Carol, che per salvaguardare la sicurezza dei suoi protetti ha ucciso due persone che avevano contratto la malattia, non riuscendo comunque a bloccare l’epidemia. Il comportamento un po’ troppo avventato le è costato l’espulsione dal gruppo, ma ancora non sappiamo come l’ha presa Daryll. Carol si è ritrovare ad agire più o meno come il Governatore o, prima di lui, come Shane. Un comportamento non certo dei migliori in una situazione normale, ma necessario in una situazione particolare come quella che stanno vivendo i nostri sopravvissuti dopo l’epidemia zombie.
Dall’altra parte ci viene mostrato cosa ha fatto il Governatore dopo aver lasciato Woodbury. Il suo lento lasciarsi andare e la sua ripresa per salvare la sua nuova famiglia. Un’avventura che sembrava aver profondamente cambiato il Governatore che conoscevamo, rendendolo quasi una persona migliore. La cosa però è durata poco e trovato un nuovo gruppo di sopravvissuti, ne ammazza un paio (fra cui l’amico Martinez) per prendere il comando, sicuro come non mai che chi dava gli ordini non fosse in grado di assicurare la protezione degli altri dagli zombie, ma soprattutto da altri sopravvissuti come meno scrupoli. Alla ricerca di un nuovo posto sicuro per la sua gente, il Governatore torna alle sbarre della prigione e sembra pronto a lottare per cacciare gli attuali inquilini.
Una stagione che era partita molto bene e durante gli episodi è stata sicuramente più adrenalinica della passata, ma che è comunque andata avanti molto piano. Più zombie, più paura, più aggressività, ma Rick è tornato il coglionotto delle prime stagioni, quello del “fa la cosa giusta”. Un involuzione del protagonista che spero finisca con il ritorno del Governatore. Ci erano stati promessi zombie che scavalcano le recinzioni, ma non si sono visti, al massimo le hanno buttate giù, ma solo perché erano veramente tanti. Ci era stato promesso un ritorno sulla strada, ma ancora niente.
La seconda parte di questa quarta stagione, però, potrebbe portare delle novità. Con la guerra in atto fra i due gruppi, la prigione potrebbe perdere le sue peculiarità di posto sicuro e costringere i nostri a tornare alla ricerca di qualcosa di meglio. Nel frattempo aspettiamo di vedere se la nuova famiglia del Governatore riesca a capire che tipo di persona sia veramente, ma soprattutto come reagiranno di fronte all’ipotesi di dover attaccare altri sopravvissuti per rubargli la casa.