Bisogna ragionare su un fatto: The Walking Dead non piace proprio a tutti.
Io ritengo di essere uno dei primi, in Italia, a essersi contrapposto alla valanga di apprezzamenti che il telefilm ha riscosso fin da subito.
Ma ora, finalmente, parla anche qualcun altro, ben più importante di me. Brian Keene, quel Brian Keene, su twitter lo chiama Talking Dead, e prima di ogni puntata ne dice quattro. Forse anche qualcosina di più.
Perché è impossibile non vedere le vaccate che TWD contiene.
E fa rabbia. Proprio perché l’enorme potenziale è sprecato.
E no, non è manco giusto dire: ho visto un film di zombie che faceva cagare, e TWD è meglio.
Non basta.
Non quando Dead Set ha fatto favile, attestandosi su livelli di eccellenza.
Non quando, ancora alla terza serie, quelli di TWD riversano sugli spettatori il tedio universale, fatto di parole, parole, parole, parole, parole.
Proprio così: Talking Dead.
Perché in questa terza serie, iniziata in maniera frizzante, stile videogame, gli zombie sono tornati a essere anonimi e decorativi, raggiungendo i fasti della seconda stagione, mentre Shane (per gli amici Sceim) si dibatteva tra le gonne di Lori e i pantaloni di Rick, e i processi farsa fortemente voluti e inscenati dal vecchio pazzo col cappello di Sampei.
Zombie funzionali a giustificare il titolo del telefilm, quindi.
E personaggi, protagonisti, disfunzionali.
Ovvero, tante banderuole segnavento che vanno dove c’è bisogno.
***
Andrea è un’ameba?
Improvvisamente, diventa il centro di Woodbury, quella che la stanno a sentire tutti. In realtà sempre un’ameba rimane, ma ce provano a renderla più interessante.
Il Governatore, che doveva essere il cattivo, è troppo buono?
Improvvisamente ridiventa cattivo, tanto tanto cattivo, che Merle se la fa addosso quando lo nomina.
Rick è diventato inutile?
Improvvisamente… no, lui resta inutile. È l’unica costante. Inutile dall’inizio (tre stagioni fa) alla fine, cioè la puntata undici. E resterà inutile ancora a lungo.
Ma alla gente ci piace.
E a noi ci piace vederlo e parlarne sul blog.
L’ho sempre detto: se non altro, TWD ha dalla sua il fatto che è impossibile non vederlo. Esiste un fandom, del quale credo a questo punto di far parte, che lo guarda aspettandosi il peggio. Peggio che puntualmente arriva e talvolta viene anche superato.
Rick è alle prese con le sue “cose e robe”, altrimenti dette Stuff & Things. Il Governatore se la prende comoda, addestrando nuove truppe per spaccare le chiappe a Rick & Soci, e Andrea fa la diplomatica, ama il Governatore, ma vuol bene anche al suo ex-gruppo.
Tutti si preparano allo scontro finale, ma anziché far qualcosa, parlano, cantano… cantano. Ok, è perfetto.
***
Ancora una volta notiamo la vastità del mondo di TWD: Tyreese e soci passano dalla prigione a Woodbury. Andrea da Woodbury alla prigione.
Comunque ci si muova, si finisce a Woodbury. O alla prigione. E nel giro di poche ore.
Pure gli zombie, vanno a Woodbury o alla prigione. Oppure infestano i boschi. Così tra un passaggio e l’altro possono fare la comparsata e farsi sfasciare il cranio a calci.
Non indago nemmeno più sulle ragioni che spingono Rick a temporeggiare in tutti i sensi anziché agire. È Rick, ricordate? Quello che doveva stare a pensare tutta la notte prima di decidere.
Ora si vede che dorme poco, quindi non decide più nulla.
La vera tragedia è che, ancora una volta, si sono dimenticati gli zombie.
Insomma, possibile che nessuno si domandi cosa ne è restato della razza umana? Perché i morti risorgono? Cosa sono gli zombie?
Boh…
Meglio fare le scaramucce.
E ok, almeno fatele una buona volta. E che siano serie. Andate dal Governatore e ammazzatelo.
E invece, cantano.
Siamo alla puntata 11. Calma piatta. Aspettiamo.
Puntate precedenti QUI