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The Walking Dead – stagione 3 (ep. 8)

Creato il 19 dicembre 2012 da Elgraeco @HellGraeco

The Walking Dead – stagione 3 (ep. 8)

[contiene anticipazioni]

Arriva con ritardo, ma arriva… come promesso sto restaurando il blog, processo lento, ma doveroso. E allora parliamo del finale di mezza stagione (o mid-season finale) di The Walking Dead, ovvero l’ottavo episodio. Perché di mezzo ci sono le festività, il superbowl e bla bla bla.
E ciò nonostante a me questa pausa piace.
La puntata direi che, considerato il precedente, quando ancora si dibatteva di etica morta vivente (vedasi stagione 2), è superiore. Come ho detto e ripetuto in queste settimane, se la qualità media per singolo episodio si fosse attestata su quella di questa terza stagione, TWD avrebbe conosciuto, almeno da queste parti (sì lo so, non fa differenza) sorte migliore. Il mondo continua a ritenere questa serie superiore, se non altro perché è stata la prima. I continuo a sostenere che il fatto di essere primi non comporta meriti particolari, specie se negati dai fatti.
Sì, sono cattivo. Cattivo come avrebbe dovuto essere il Governatore. Cosa che non è. Si dimostra, al contrario, un buon politico, prontissimo al colpo di mano, a far sua la folla, con mosse che sembrano sorprendenti, ma che non lo sono.
Ma non corriamo. Prima di tutto c’è l’assalto. Quello del gruppo di Rick a Woodbury, onde liberare Glen e Maggie.

The Walking Dead – stagione 3 (ep. 8)

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Niente da eccepire, giusti dubbi e perplessità nei riguardi di Michonne, l’unica che si allontana spinta a… vendicarsi del Governatore,
Perché?
Forse perché l’ha separata da Andrea?
Perché l’ha separata dalla katana?
Perché lo trova viscido e manipolatore?
Perché Merle ha tentato di ammazzarla nel bosco. Sì, ecco, forse ci siamo. E ha anche rapito Glen e Maggie. E a questo punto perché non ammazzare Merle?
Perché il Governatore è antipatico e c’ha la faccia di chi sta sempre a giocare a Monopoli. Ok, affettiamolo.
E il pubblico, me compreso, vuole anche vedere se nello studio, oltre alle teste negli acquari e alla figlia zombie, il tenebroso cela qualcos’altro.
E qui arriva una efficace scena di combattimento, con vasche tirate a terra e teste che, a dispetto dell’assenza del corpo, vogliono ancora mordere.
E poi, sempre bello vedere una scheggia di vetro conficcata in un occhio. E la spietatezza dimostrata nei riguardi della figloletta zombie da parte di Michonne.
Ma ancor di più, a conti fatti, la giustificazione che il Governatore ferito dà dei suoi gingilli non-morti a una perplessa (e incapace di mutare espressione facciale da otto puntate a questa parte; brava però a mostrare le chiappe) Andrea: ovvero, l’uomo si rintana in quella stanza a fissare le teste come fossero pesci, per prepararsi a ciò che c’è là fuori, abituarsi all’orrore e non provare più disgusto.
Direi che mi piace, come scusa, persino.

The Walking Dead – stagione 3 (ep. 8)

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E poi, la questione Merle. Il voltafaccia del Governatore, che scemo non è, e avendo trovato il fratello Daryl, e volendo far passare l’attacco di Rick come deliberata aggressione al villaggio, e avendo apertamente criticato Merle, ché lui ha giudicato impossibile, a suo tempo, la presa del carcere, direi che fa una scelta estremante sensata, per riguadagnare fiducia nella popolazione, trovare forza nell’Unità e confermare la propria leadership.
Finalmente una sceneggiatura ragionata, a dispetto dello stupor di Andrea. D’altronde, dove sta scritto che ogni protagonista deve usare il cervello?
Lo so, sono solo scuse. ^^
Volendo calcare un po’ la mano si potrebbe ragionare sulle profonde motivazioni che spingono Daryl, nel bel mezzo del raid, dopo aver scientemente accettato di parteciparvi, a tentare una sortita diplomatica, confidando nel “ma è mio fratello, riuscirò a farlo ragionare”. Certo, certo…
O sull’arrivo di altra gente, anche questa caduta dalle nuvole, dopo almeno un anno di epidemia zombesca, che ancora si dibatte tra problemi di moralità spiccia e altre cazzate, giusto per far andare l’elaborazione dei sentimenti politically correct di nuovo di qualche passo indietro, altrimenti, ehi, non vorremo presentare alla gggente là fuori, che ci guarda, personaggi troppo spietati, nevvero?
Comunque, il morale della favola sembra essere: morto un T-Dog, se ne fa un altro.
Hollywood, Hollywood! Ah! Come direbbe il mio amico Charles.
Ma, tutto sommato, va bene anche così.
Alla prossima.

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