Lunedì sera ho visto questa penultima puntata di TWD – yes, ladies and gentlemen, siamo al fotofinish – e ora che mi accingo a scriverne la recensione, voglio dedicarla a Marco Siena del blog Prima di Svanire, perché solo lui prima di ogni altro HA VISTO LA LUCE! (cit.) quando ha paragonato questa seconda parte della quarta stagione alla pessima quest di un pessimo Master. Sì, perché Terminus è la Stazione Termini di D&D, la meta prefissata che tutti – cascasse il mondo e gli venisse un colpo – devono raggiungere, se no il Master introdurrà supercazzole, sgambetti e girotondi di “trama” che guarda, neanche volendo puoi sottrarti. Flessibile come un’ascia bipenne!
Dopo che la puntata scorsa ci ha abituato male con un buon episodio, torniamo alla consueta mediocrità pezzente di una sceneggiatura che neanche ci prova con un evergreen della serie, l’episodio corale a gruppetti.
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La Famiglia Postapocalittica con Rick, Michonne e Caaaaawwrrll!!! (cit. Hell) che camminano sui binari, si scambiano merendine, ridono e marciano verso Terminus perché vuolsi così cola ove il Master sta a masterizzare, e più non dimandare.
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Il Cavaliere della Valle Solitaria, Daryl, che viene arruolato in un Asilo Redneck dove se ti cade il pennarello basta che uno stronzo gridi «Claim!» o «Rivendico!» (dipende se l’avete visto in originale o tradotto) ed è suo. L’asilo poi è diretto da Beppe Grillo (Joe), che ha dettato le sue leggi e chi non le rispetta passa un guaio.
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La Compagnia dell’Anello Debole, con Glenn che cerca Maggie aiutato da Tara (che si porta addosso un senso di colpa che fa ombra) mentre i militari vorrebbero portare Eugene (che a me pare una sòla, ma forse sbaglio) a Washington, dove – forse – salverà il mondo rivelando cos’è successo (oppure suca).
La Compagnia inciampa in uno dei cartelli di Terminus su cui Maggie ha lasciato il suo messaggio, così a Glenn parte un sorrisone da Muppet e corre allegro come Pollyanna, ma invece di Zia Polly con le braccia spalancate trova una galleria piena di zombie e nera come il fondo di questa trama. Che fare? Glenn non ha dubbi: «Se ce l’ha fatta Maggie, posso farcela anch’io!» Infatti lui e Tara – che lo segue come un cane – quasi ci restano secchi, non fosse che nel frattempo Eugene ha ingannato i militari facendogli raggiungere l’altra estremità del tunnel dove incontrano Maggie e gli altri, salvano Glenn e Tara (lui però non dice a Maggie chi sia ma solo che si sono incontrati lungo la strada, perché “questa è la tizia che era col Governatore quando ha decapitato tuo padre” non era carino) e tutti si abbracciano. C’è anche questa scena ridicola che non mi levo dalla testa in cui Maggie vuole bruciare la sua foto, Glenn dice che è l’unica che ha e lei replica che non ne avrà bisogno perché adesso sono insieme, così le danno fuoco e amen. Probabilmente lo scopo di questa pagliacciata era dire quella battuta, ma potevano risparmiarsela come un rutto in chiesa. Quel che conta è che Glenn, Maggie, Tara, Bob, Sasha e i G.I. Joe arrivano a Terminus – Termini! Stazione Termini! Sembra quasi di sentire l’annuncio dall’interfono – dove i cancelli non hanno lucchetto, nessuno fa da vedetta e vengono accolti da Mary La Hippy, che secondo me di nome completo fa Maria Giovanna, ma lo scopriremo – forse – la prossima volta nel gran finale, quando arriveranno anche gli altri. Tanto, il Master non gli permetterà di mancare.