Lontano dal grande schermo da circa dieci anni, dopo il flop al botteghino di “Fantasmi da Marte”, torna finalmente il maestro dell’horror John Carpenter con il suo nuovo lungometraggio intitolato “The Ward (Il Reparto)”. Un’horror psicologico molto classico che dimostra soprattutto che la lontananza dal cinema negli ultimi anni non ha di certo fatto perdere il tocco al suo regista.
Scritto da Michael e Shawn Rasmussen, il nuovo film di Carpenter non si preoccupa minimamente di stupire lo spettatore con qualcosa di nuovo o di qualsiasi altro tipo, ma gioca anzi di mestiere.
Diretto in modo semplice e preciso “The Ward” procede secondo la linea più classica figlia degli horror di una volta, aiutato si, dall’esperienza del suo vecchio maestro, ma anche dalla splendida protagonista Amber Heard.
Ambientato quasi interamente all’interno di un’ospedale psichiatrico in cui le pazienti sono tutte ragazze coetanee alla protagonista –impossibile non ricordare il recente “Sucker Punch” di Snyder-, tutto il film regge interamente sulla figura del personaggio della Heard. Nella prima parte la storia funziona decisamente meglio, merito di una messa in scena esemplare che ha il merito di saper costruire alla perfezione l’ambiente per la
Un gradito ritorno. Chi se lo aspettava più stupefacente forse rimarrà deluso ma poco importa, quello che conta veramente è che finalmente uno dei maestri del cinema è tornato, dimostrando che per fare un'horror come si deve non servono necessariamente i tanti giochetti da quattro soldi che ultimamente vengono utilizzati da alcuni autori più contemporanei, ma serve piuttosto sapere usare bene la macchina da presa.
E anche se questo film non abbraccia in pieno lo stile che aveva distinto Carpenter nel periodo più florido della sua carriera merita senz'altro la visione. Non ci resta altro allora, che ammirare "The Ward" e gridare: "Bentornato John!".
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