The Whispered World: Special Edition – Tra sogno e realtà

Da Videogiochi @ZGiochi
di Marco Zanella

C’erano una volta i fratelli Grimm e tutt’oggi ascoltiamo le loro fiabe. Sfogliando le pagine storiche sul nostro passato leggiamo i capitoli “scritti” dal Führer Adolf Hitler. I notiziari parlano dell’incidente di Michael Schumacher. Insomma non solo per krapfen e Oktoberfest la Germania fa parlare di sé in tutto il mondo. Potevano mancare i videogiochi? Certo che no! Alcuni editori e sviluppatori a noi più noti provengono da là, ovvero Deep Silver, Kalypso Media e Crytek. Tornato alla ribalta in un tempo tendenzialmente avverso, il genere delle avventure grafiche deve molto a Daedalic Entertainment. Da diversi anni a questa parte gli sviluppatori amburghesi hanno contribuito a risollevare gli animi di molti giocatori sconfortati dalla visione delle sole tumbleweed sul terreno in passato fertilizzato da Ron Gilbert, Tim Schafer, Charles Cecil e Jane Jensen (giusto per citarne alcuni). Il palmares del talentuoso team tedesco parla da solo e in vetrina appaiono i loro maggiori successi: Edna & Harvey: The Breakout, A New Beginning e sopra tutti la trilogia di Deponia. L’avventura che andremo ad analizzare è l’ennesimo affondo riuscito da Carsten Fichtelmann & Co. Rispolveriamo assieme The Whispered World tornato sui nostri schermi a distanza di cinque anni dalla sua prima apparizione.

Abenteuerspiel über alles

Sulle incantevoli e leggiadre note musicali di Periscope Studio (sul cui curriculum spicca la versione anglosassone di TESV: Skyrim) ci svegliamo nei panni di un improbabile clown di nome Sadwick, tormentato dalle stesse visioni che lo condurranno a voler salvare il mondo da… se stesso! Accompagnato dall’amico Spot, una larva verde in grado di mutare forma, Sadwick muoverà i primi passi nella Foresta d’Autunno, lasciandosi alle spalle il circo, il presuntuoso fratello Ben e il nonno. Scoperta la prossima meta del suo viaggio il triste protagonista abbandonerà le prime location improvvisando la sua ultima performance, suggerita da un foglietto appeso proprio nella sua roulotte, nel disperato tentativo di impedire una fine ormai certa. Il gameplay è lo stereotipo classico del genere. Terminate le prime scene animate toccherà a voi guidare Sadwick nel mondo bisbigliato interagendo con gli altri personaggi chiave della storia e con una coppia di sassi arroganti (ebbene sì, questi parlano…). Come per ogni altra avventura che si rispetti dovrete aguzzare la vista per scovare gli oggetti presenti sulla schermata che tuttavia potrete evidenziare semplicemente premendo un tasto (vi tornerà utile se pensate di non dover cercare il fatidico “ago nel pagliaio”…).

Ogni cosa decidiate di portare con voi sarà riposta nell’inventario così da poterla successivamente usare o combinare con altri oggetti utili ai vostri scopi. Non che sia una novità ma chi ha già incontrato videogiochi di questo stampo sa bene che restare bloccati non sapendo cosa fare è quasi una prassi abituale. Fortuna che ciò non accade spesso in The Whispered World per cui lo scorrere della storia non sembra risentirne. L’aumento progressivo e ben calibrato della difficoltà andrà senz’altro incontro a chi non è particolarmente incline a trascorrere ore ed ore a riflettere su un enigma sin dalle prime battute di gioco. Pregevole la caratterizzazione di Sadwick, il solo cardine che sorregge l’intera struttura: consapevole che il destino lo accusa di essere la piaga che porterà la fine del mondo, proverà di tutto pur di rovesciare la situazione, aiutando un codardo messaggero a compiere una missione segreta e portando con sé un pesante fardello sino all’inaspettato finale che lascia spazio a spunti di riflessione sui quali già qualcuno si è soffermato. La tenue colonna sonora è a dir poco azzeccata al tema narrato che ben viene rappresentato nei disegni a mano ricchi di dettagli anche se gli scenari sono perlopiù statici.

The Whispered World ha tutte le carte in regola per mettersi in gioco con la concorrenza eppure qualcosa gli impedisce di prevalere: sorvolando sull’antiquata resa grafica del 4:3 e sulle animazioni poco curate, il vero tallone di Achille di questo titolo è il doppiaggio. La voce del nostro alter ego (in lingua inglese) è a dir poco agghiacciante e ciò inevitabilmente si ripercuote sull’intera esperienza visto che, come già detto, tutto ruota attorno a lui. I testi tradotti in lingua italiana presentano un paio di errori ma nulla di catastrofico. La Special Edition contiene gli ultimi aggiornamenti che correggono in parte alcune sbavature dell’originale e il commento degli sviluppatori. In dirittura d’arrivo parliamo della longevità: l’avventura si divide in 4 capitoli e vista la natura illogica di certi passaggi potrebbe impegnarvi a lungo. Inutile dirvi che dipende dal vostro fiuto, ingegno e… un po’ di fortuna non fa mai male!


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