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Le luci della ribalta dovevano essere tutte per Elizabeth(Rebecca Ferguson), incoronata regina in uno sfavillante abito d'oro e in attesa di dare alla luce il sospirato erede di Edward, ma il secondo episodio di The White Queen sceglie per fortuna di concedere spazio d'azione anche ad altri personaggi, che contro ogni previsione sembrano già dimostrarsi portatori di una caratterizzazione decisamente più accurata di quella riservata a una protagonista con la quale non riusciamo ancora a empatizzare in alcun modo ( e cominciamo a dubitare che le cose miglioreranno in futuro).
Come molte altre regine prima e dopo di lei, alla fine Elizabeth partorisce una bambina scontentando le aspettative del suo giovane re( la storia ci insegna però che non dovrà preoccuparsi della cosa troppo a lungo) e alimentando le già crescenti antipatie della Corte Yorkista: la sconfitta incassata da Elizabeth rende Lord Warwick(James Frain) al settimo cielo ed è chiaro che verrà presto il momento di usare le sue figlie Anne ed Isobel come utilissime pedine: che Anne sia destinata a Richard di Gloucester(Aurenin Barnard) e Isabel a George Duca di Clarence(David Oakes) è una certezza, ma purtroppo al momento troppo poco ci è stato concesso sapere sui due fratelli e sul loro rapporto per capire quanto queste manovre matrimoniali saranno foriere di gravi conseguenze per Edward e la sua nuova consorte.
A catturare però il nostro interesse e a rendere questo secondo episodio decisamente migliore del suo predecessore è una ragazza minuta e misteriosa, che nascosta nell'ombra si muove fra le altre dame di corte con fare apparentemente innocuo e che invece spingerà presto la casa di York verso la rovina. interpretata da Amanda Hale, Margaret Beaufort è una figura storica che non gode di particolari simpatie fra gli Yorkisti nè tantomeno fra i Riccardiani, ma ciò non toglie che al momento sia non solo uno dei personaggi meglio delineati della serie ma anche uno dei più affascinanti: se Elizabeth è spinta all'azione in parte dall'amore e in parte da un potere di preveggenza che la spinge di fatto sulla strada dell'amato. a guidare le azioni di Margaret è essenzialmente una fede incrollabile, tanto radicata da sfiorare il fanatismo, che tutte le tribolazioni patite nella sua giovane vita siano frutto della volontà di un Dio che saprà ricompensarla quando giungerà il momento di agire; derubata della sua giovinezza da manovre politiche che l'hanno resa madre e vedova troppo presto( la vera Margaret aveva solo 12 anni all'epoca della morte del primo marito e della nascita del figlio), nuovamente sposa di un uomo che non ama per volontà di una madre che ignora la sua volontà e la considera inutile quanto un fastidioso soprammobile e separata dal suo vero amore Jasper Tudor, Margaret vive soltanto per vedere il suo piccolo Henry Tudor finalmente sul trono, consacrando tutte le sue energie a un amore materno malsano e ossessivo che dovrà attendere ancora diversi anni prima di vedere realizzarsi la grande visione che Dio le ha rivelato.
Nel frattempo, con Edward caduto prigioniero grazie a un complotto per mettere invece il Duca di Clarence sul trono, la situazione inizia rapidamente a precipitare per Elizabeth, costretta alla fuga e a un'inevitabile maledizione contro i suoi oppositori: dovremmo dirci dispiaciuti per questo negativo rivolgimento di eventi, ma prendere le difese di un'eroina che riesca involontariamente a rendersi tanto odiosa al suo pubblico è davvero una difficile impresa; non aiuta purtroppo la scelta di una fotografia tanto luminosa da rendere fin troppo palese la finzione della messa in scena, che fra abiti e acconciature poco attente e scenografie essenziali sceglie di puntare su tinte troppo pulite e accese per essere fino in fondo credibili.
Se preso come un Feuilleton senza troppe aspettative, The White Queen svolge senza dubbio più che discretamente il suo compito, ma rimane quella sgradevole sensazione che la grande magia dei prodotti BBC sia molto lontana.
leggi su cinefilos serie tv: The White Queen 1×02 – recensione
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