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La guerra delle due Rose deve ancora entrare nella sua fase più cruenta e spietata, ma senza quasi rendercene conto The White Queen ha già spento le sue candeline per la metà della stagione, segnando una tappa importante che consente di tentare un primo bilancio della serie: avevamo iniziato fra mille perplessità, poco convinti dalla disorganicità dell’episodio pilota e soprattutto dal personaggio di Elizabeth Woodville(Rebecca Ferguson), la protagonista che ha ricevuto dalla penna di Philippa Gregory poteri magici e abilità che non ci hanno però aiutato a simpatizzare con le sue motivazioni e a comprenderne a pieno il carattere. Nonostante tutto, su lunga corsa la nuova serie della BBC è comunque riuscita a decollare definitivamente, tratteggiando personaggi di contorno affascinanti e ricchi di sfumature che hanno saputo conquistarsi il loro spazio sullo schermo e con esso tutto l’affetto degli spettatori.
Con la nascita del primo erede maschio di Edward(Max Irons) le forze dei Lancaster e degli York si preparano ormai allo scontro imminente; rimasta indietro insieme a Margherita D’Angiò(Veerle Baetens), per seguire le volontà del padre Warwick( James Frain) schieratosi a fianco dei Lancaster Anne Neville(Faye Marsay) non ha altra scelta che marciare al fianco dell’odiosa suocera, in attesa di rassicuranti notizie dal campo di battaglia. A giungere in gran fretta è però la notizia della morte di Warwick, sconfitto per mano dei tre fratelli di York nuovamente riuniti sotto un unico vessillo e giustiziato sotto gli occhi di un Edward che non aveva mai dimenticato l’affetto e la riconoscenza che lo legavano al suo Kingmaker: dopo aver combattuto con onore e pressato dalle esigenze della Storia, James Frain saluta quindi la serie anche troppo presto, lasciando il destino della un tempo prestigiosa famiglia Neville nelle mani delle sue donne.
Anche Margaret Beaufort(Amanda Hale) è costretta ad assaporare nuovamente l’amaro sapore della perdita quando il marito Stafford(Michael Maloney) sceglie di combattere per York inseguendo il sogno di una pace più duratura nel Regno, il tradimento perpetrato a danno della causa dell’amato figlio Henry sembra intollerabile, ma giunta al capezzale di Stafford gravemente ferito in battaglia Margaret non riesce a trattenere le lacrime e a togliergli il sollievo di saperla finalmente al sicuro e pronta a mettere da parte la sua determinazione rinunciando alla causa.
L’amore di una madre per un figlio è però più forte di tutto, al punto da spingere Margaret a tradire la promessa fatta al marito morente: Henry lascia l’Inghilterra per andare in esilio con Jasper Tudor, ma nei suoi occhi è ormai impossibile non vedere lo stesso sguardo della madre, così pieno di certezze e di speranze per un destino di grandezza che a grandi passi si avvicina sempre di più.
Nell’attesa, la vittoria è ancora degli York, con la disfatta di una Margherita D’Angiò segnata dalla morte del figlio Edward di Lancaster e Anne finalmente libera di riunirsi alla sorella Isabel(Eleanor Tomlinson), portatale via dalla decisione di George di Clarence(David Oakes) di accettare il perdono della famiglia, ma soprattutto di correre fra le braccia di Richard di Gloucester.
Da silenzioso osservatore, il personaggio interpretato da Aunerin Barnard sta iniziando ad acquistare sempre più spessore e a porsi come una figura autonoma e indipendente rispetto agli altri fratelli, prima di diventare il più pericoloso e il più temibile: la coincidenza del ritrovamento dei resti del vero Riccardo III lo scorso inverno è quanto mai curiosa e propizia e non vediamo davvero l’ora di vedere se e come la serie abbia reso giustizia a una figura storica tanto misteriosa e discussa, macchiata di infamia e malvagità dalla propaganda dei Tudor e forse pronta a risorgere in una luce completamente inedita; al momento, le nostre attenzioni sono però più semplicemente rivolte al futuro del suo personaggio insieme ad Anne, con la speranza che quest’amore nato sotto una cattiva stella sappia lottare il più a lungo possibile contro le intemperie della storia.
Con lo status quo ripristinato nuovamente dalla temporanea vittoria Yorkista, anche al personaggio di Elizabeth Woodville viene offerto un momento di svolta non indifferente: da sempre fermamente incasellata nel ruolo di una donna che ha sposato senza secondi fini l’amore della sua vita, la Regina della Rosa Bianca vede il suo trono finalmente al sicuro solo per scoprire che l’adorato Edward, dipinto sin dall’inizio della serie come una sorta di principe azzurro ante litteram, è capace di azioni efferate tanto quanto i suoi stessi nemici se la posta in gioco è la stabilità del potere: un alito di vento gelido e spiazzante ma comunque ben accetto, per ricordarci che per quanto la finzione possa riuscire ad addolcirlo il Medioevo non ha mai amato le fiabe a lieto fine.
leggi su cinefilos serie tv: The White Queen 1×05 – recensione
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