The Wolf Among Us – Episode Five: Cry Wolf | Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 11/07/2014

Mobile - PC - PS Vita - PS3 - Xbox 360 TESTATO SU
PC

Genere: Avventura, Azione

Sviluppatore: Telltale Games

Produttore: Telltale Games

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 11/10/2013

VISITA LA SCHEDA DI The Wolf Among Us

Alcune scene d'azione ben riuscite Dura meno di un'ora, questioni rimaste ancora in sospeso...

La scelta prevista in questo episodio offre due situazioni di gioco ben distinte... ... Ma tutte le altre compiute in precedenza mostrano la loro quasi piena inutilità

Stile grafico piacevole... ... Ma si sente la mancanza di una colonna sonora d'effetto per questo finale

Dopo circa nove mesi dall’esordio con l’episodio pilota intitolato ‘Faith’, The Wolf Among Us giunge alla conclusione lasciandoci con più domande che risposte esaustive. Con Cry Wolf, infatti, vengono chiarite alcune importanti situazioni, ma un finale tutt’altro che lasciato al caso scombussola un po’ i pensieri di chi l’ha giocato; una mossa astuta, di sicuro, tramite la quale lo sviluppatore americano lascia aperte delle porte a un ipotetico sequel, non confermato ma tanto meno ripudiato. Vediamo assieme com’è andata e perché, a nostro avviso, la serie ispirata al fumetto Fables ha perso smalto e non ha raggiunto i risultati sperati.

FINALE A PARTE, IL RESTO NON CAMBIA

Era partita forte, ci aveva catturato per lo stile grafico fantastico e per l’essere un thriller noir come pochi altri giunti sui nostri sistemi di intrattenimento, lasciandoci all’attesa per il secondo episodio con uno di quei finali cliffhanger da farci brutti sogni la notte. Poi il declino, lento e inesorabile, quello che non ci aspettavamo da una serie partita a mille, zeppa di suspense e tensione; banali scelte che inducevano a pensare a bivi narrativi che in realtà non c’erano, uno sviluppo lineare della trama per una serie che – speravamo – eliminasse i punti bui emersi con la prima serie di The Walking Dead. Così non è stato. Eppure gli spunti per un finale degno di nota erano stati offerti dal quarto episodio, In Sheep’s Clothing, che con la sua conclusione era in parte riuscita a far tornare quel titolo interessante e particolare, apparentemente scomparso in ‘Faith’. Come mai, quindi, Cry Wolf non è riuscito a convincerci? La risposta è presto detta: il killer tanto ricercato, o meglio la rivelazione della sua identità, è arrivata troppo presto. Parliamo di una rivelazione arrivata dopo circa dieci dei sessanta minuti di gioco previsti per questo finale, che fanno scemare in un attimo l’attesa per quel che aspettavamo da quattro episodi e circa sei ore di gioco. Come riempitivo, i cari ragazzi di Telltale Games hanno pensato di aggiungere scene d’azione molto frenetiche (quick time events a palla, certo) che vedono il caro Bigby alternarsi in combattimenti con più “cattivi”, fino alla trasformazione finale, quella che non ti aspetti, contro un avversario tenace e letale, e altrettanto brutto a vedersi.

Come al solito, non andremo a spoilerare gli avvenimenti e i nomi dei personaggi a cui facciamo riferimento, ma è molto evidente che a parte queste fasi quasi rocambolesche The Wolf Among Us: Cry Wolf abbia ben poco da offrire; giocatosi il jolly rivelando l’identità del killer, anche se attorno ad esso la situazione è ingarbugliata, Telltale Games non ha saputo risollevare le sorti del racconto, fallendo nel ricreare quelle atmosfere cupe e tenebrose, da thriller, che avevamo amato mesi or sono. I fatti e l’evoluzione della storia si sono assestati su binari prevedibili e spesso privi di fervore, risentendone l’interesse, causa di una sceneggiatura banale e poco originale, emersa in tutta la sua “normalità” già a partire dal secondo dei cinque capitoli di gioco previsti. Apprezzabile invece è il tentativo di proporci due parti di racconto finale sostanzialmente diverse, in cui sarà la nostra figura, o quella del colpevole, ad esser messa in discussione: quella che si direbbe l’unica e vera scelta degna di menzione di tutta quest’opera. Il resto è soltanto un insieme di dialoghi che tentano di portare argomentazioni spesso inconsistenti, che si dimostrano tali anche negli attimi conclusivi, quelli in cui emergono dettagli prima mancanti che metteranno in discussione un po’ tutto il racconto. Una sorta di trabocchetto, quello proposto dagli sviluppatori, che potrebbe avere ripercussioni favorevoli sulla serie (con una seconda stagione), o meno; di certo, il giocatore ne esce in parte confuso, chiedendosi in fin dei conti quali siano i pregi di un finale che ha lasciato tante questioni aperte fornendo poche risposte esaustive alle proprie domande. Vedremo come si comporterà il team di sviluppo in futuro, la cosa certa è che anche Cry Wolf è vittima della superficialità, che si è tentata di mascherare con qualche “idea” e particolare situazione, come suddetto.

Considerazioni finali sul comparto grafico che, a costo di ripeterci, abbiamo trovato spesso sublime. L’ottimo tratto a matita, l’uso sapiente dei colori e buone location di gioco, sono state il simbolo principe di questo nuovo e rischioso progetto; se non fosse stato per la bontà dello stile visivo forse quanto provato – a livello di sensazioni e stati d’animo, emersi soprattutto nel primo capitolo e in alcuni spezzoni degli ultimi – non avrebbe assunto una importanza così rilevante. Peccato per una colonna sonora, stavolta ci riferiamo specificatamente all’episodio Cry Wolf, che non ingrana e non si rivela parte attiva di particolari avvenimenti e fasi di gioco che ne avrebbero giovato, in termini di enfasi e immersione generale.

IN CONCLUSIONE
Cry Wolf, a parte alcune sequenze riuscite e una ramificazione più marcata degli eventi, determinata dai comportamenti assunti dal giocatore in-game, è il capitolo conclusivo di una serie sulla carta promettente, che dopo un grande inizio è andata via via perdendosi tra le chiacchiere poco veritiere di sviluppatori e fan poco obiettivi. Una serie guidata e poco lungimirante a livello di sceneggiatura e gameplay, che avrebbe dovuto e potuto “riparare” agli errori commessi nel buon The Walking Dead, comunque anch'esso troppo ancorato ad un unico filo conduttore, in cui le scelte apparivano – prima e poi, a titoli conclusivi raggiunti – un banale pretesto per far parlare di rigiocabilità, che in fin dei conti ricopriva un ruolo tutt'altro che principale all'interno della serie. C'erano le premesse per fornire un gameplay più stimolante, col caro Bigby sceriffo e investigatore di Fabletown, ma dopo i flebili tentativi iniziali è tutto tornato a quella che ormai potremo considerare la “normalità” per Telltale Games: un'impostazione da film interattivo e sessioni gameplay scialbe e ridotte ai minimi termini, coi soliti quick time events ad aver la meglio su tutto il resto. E i dialoghi a scelta multipla, certo, come dimenticarli, gli stessi che hanno accompagnato l'intera avventura, assestandosi su livelli d'interesse molto bassi in tutta la parte centrale della serie, per tornare ad emergere nel finale del quarto e del quinto episodio. Colpa di una sceneggiatura ancora una volta appannata, o di personaggi che hanno fatto molta fatica a emergere attorno al ben caratterizzato e a tratti psicopatico Bigby, anche a causa dell'incoerenza che regna sovrana in determinate circostanze. Un peccato, quindi, che tutte le frecce nell'arco non siano state a sfruttate a dovere, ma forse è stato un grosso errore attendere qualcosa di più completo da un team che già in passato aveva dimostrato grosse lacune nel lavorare su più titoli per volta. ZVOTO 6
Voto dei lettori6.33
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IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!! COMMENTI

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