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The Wolf of Wall Street (USA 2013) Regia: Martin Scorsese Sceneggiatura: Terence Winter Tratto dal libro: The Wolf of Wall Street di Jordan Belfort Cast: Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Kyle Chandler, Matthew McConaughey, Cristin Milioti, Rob Reiner, Jon Bernthal, Jean Dujardin, Joanna Lumley, Jon Favreau, Shea Whigham, P.J. Byrne, Kenneth Choi, Henry Zebrowski, Brian Sacca, Ethan Suplee, Jake Hoffman, Spike Jonze Genere: yuppie Se ti piace guarda anche: Wall Street, Wall Street – Il denaro non dorme mai, American Psycho, Il segreto del mio successo, Yuppies – I giovani di successo
The Wolf of Wall Street è il film con il maggior numero di f**k pronunciati nella storia del cinema, ben 506 in 3 ore di pellicola, per una media di 3 parolacce circa al minuto. Se non ci credete, potete guardare QUI il video in cui sono condensate tutte in pochi minuti.
Pensieri Cannibali comprende ed è vicino però anche alla parte più sensibile del suo pubblico e, a chi si è sentito offeso dal linguaggio scurrile utilizzato in questa pellicola, consiglio di saltare la versione uncensored della mia recensione per soli lupi e andare direttamente a fondo pagina a leggere quella censurata adatta pure agli agnellini. E poi non dite che non penso anche a voi, maledetti cagacazzo.
La versione non censurata della recensione di Pensieri Cannibali Caaazzzzzo che film! Cazzo cazzo cazzo cazzo e porcocazzo di un cazzo cazzone cazzaro che film! Era dai tempi di Scarface che un film non me lo faceva venire tanto duro. No, non dal 1932 quando è uscito il film di Howard Hawks prodotto da Howard Hughes, quello di The Aviator di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio e pensate sia un caso se l’ho citato? A dirla tutta sì. È stato proprio un cazzo di caso fortunato. E non intendo nemmeno dagli anni ’80, quando è uscito lo Scarface firmato da Brian De Palma. Cosa pensate, succhiacazzi? Che sia così vecchio? No, l’ho guardato molto più di recente. Negli anni zero. Quelle merde degli anni zero. E me l’ha fatto venire duro, Scarface, anche se niente a paragone con The Wolf of Wall Street. Tre ore di erezione senza pause e senza bisogno di Viagra. Sti gran cazzi e sti gran fugazi.
Ci sono i film normali, ci sono quelli un po’ strani, ci sono quelli strani forte e poi c’è The Awwwww of Wall Street che è una categoria a parte. Cazzo, che botta. Questo film vi farà venir voglia di essere un broker, poi vi farà odiare i broker e poi ancora vi farà venir voglia di nuovo di essere un broker e avere tanti soldi e fottere le persone fottere le fighe fottere tutti quelli che ti capitano a tiro e se a tiro ti capita anche un po’ di coca, meglio se spalmata in mezzo a delle chiappe sode, cosa chiedere di più dalla vita?
Di cosa cazzo parla, The Wolf of Wall Street? La domanda da fare non è tanto questa, ma è: di chi cazzo parla, The Wolf of Wall Street? The Wolf of Wall Street parla di Jordan Belfort, un uomo che riuscirebbe a vendere un bambino a sua madre. Questa non è una citazione del film, è roba mia: copyright Cannibal Kid©, se la usate e non mi citate vi faccio causa, capito stronzetti? Jordan Belfort è un venditore nato che va a fare il broker a Wall Street e comincia a farsi le ossa in mezzo ai pezzi di merda grossi con cui se la deve vedere se vuole sopravvivere. Wall Street è come una cazzo di giungla ed è un po’ come la cazzo di Hollywood. Nel film, Jordan Belfort si trova come satanico mentore Matthew McConaughey, che lo trasformerà da novellino della Grande Mela a una specie di incrocio tra uno yuppie alla Gordon Gekko e un teleimbonitore alla Matteo Renzi… volevo dire alla Silvio Berlusconi. Me li confondo sempre. Non credo di essere il solo. A Hollywood, l’interprete di Jordan Belfort, Leonardo DiCaprio, la notte dei fottuti Oscar se la dovrà vedere proprio con McConaughey se vorrà portarsi a casa la sua prima tanto agognata statuetta dorata. Quei brutti pezzi di stronzi dell’Academy ce la faranno finalmente a consegnargliela tra le manine? Leo è stato bravo in passato. Nel già citato The Aviator ad esempio volava altissimo. Qui però ha superato se stesso ed è su su su, nella stratosfera. Ma che dico, stratosfera? Più su ancora. Cosa c’è più su? Boh. Comunque vola molto più in alto di Sandra Bullock che si spoglia nello spazio per E.T. o per Dio solo lei sa chi. Lo senti questo ululato, Sandra? Awww. Awwwwwww. Questo è il suono del Grande Cinema. Lo senti? Questa è una grande esperienza cinematografica. Non i tuoi latrati da cagna in calore, bitch!
DiCaprio comunque non se la dovrà vedere con quella zoccola spaziale di Sandra Bullock per l’Oscar bensì come dicevo con McConaughey, candidato come protagonista per Dallas Buyers Club ma che una menzione pure come non protagonista qui se la sarebbe meritata. Compare giusto in una scena, però cazzo che scena! Epo-cazzo-cale. Matthew McConaughey è l’attore del momento. Quel bambino rincoglionito de Il sesto senso vedeva le persone morte, io invece continuo a vedere i Matthew McConaughey dappertutto.
Dallas Buyers Club? Presente. La serie tv True Detective? Guardatelo pure lì! Parte The Wolf of Wall Street e chi c’è? Matthew McConaughey! Esco e vado al McDonald’s e chi non ti becco? Matthew McConaughey? No, figuriamoci. Avete visto quanto è dimagrito? Quello non vede un McDonald’s da almeno 8 anni. Ho beccato Jonah Hill. Non ci credete? Vabbè, dove volete beccarlo d’altra parte, Jonah Hill? O da McDonald’s o a farsi le canne a casa di Seth Rogen, James Franco e/o Leonardo DiCaprio e, a meno che voi non abbiate accesso alle case di Seth Rogen, James Franco e/o Leonardo DiCaprio credo possiate incontrarlo solo da McDonald’s. A meno che non siate delle belle puttanelle, e allora in tal caso potreste avere accesso alle loro case. Jonah Hill pure lui s’è beccato la nomina agli Oscar come miglior attore non protagonista e se l’è meritata. La statuetta DEVE andare a Jared Leto se no mi incazzo, ma la candidatura di Jonah Hill ci sta tutta. E l'altra statuetta dorata, quella per il miglior attore protagonista, DEVE invece andare a Leo, se no faccio una strage.
E a proposito di gente candidata agli Oscar: in una particina da attore c’è pure Spike “fottuto genio” Jonze. C’avete fatto caso? No? Siete stati distratti da DiCaprio impegnato a infilarlo ovunque o dall’orifizio vaginale di Margot Robbie?
Apriamo un capitolo Margot Robbie? Vogliamo aprirlo? Perché non aprire un libro intero? O una collana di libri? O una saga letteraria? O una sega non letteraria come quella che si fa Jonah Hill la prima volta che la vede? Solo per quella scena, Jonah Hill dovrebbe vincere l’Oscar, un secondo Oscar visto che il primo DEVE andare di diritto a Jared Leto. Ma d’altra parte, cosa ci può fare? Non è nemmeno colpa del povero Jonah Hill. Margot Robbie è un’arma di masturbazione di massa. Margot Robbie che era una delle hostess anni Sessanta della serie Pan Am dove c’erano anche delle altre belle fighe come Karine Vanasse e Christina Ricci e Kelli Garner e quindi se ve la siete persi siete gay, ma neanche, perché era piena pure di bei fanciulli e quindi perché cazzo non l'avete vista e non l’ha vista nessuno ed è stata cancellata dopo appena una miserabile stagione quando ci sono cagate di serie come CSI che vanno avanti da 40 fottuti biliardi di fottuti anni? Margot Robbie è un’attrice australiana che oltre a Pan Am è comparsa pure nella splendida commedia romantica fantasy Questione di tempo e qui in The Wolf of Wall Street quando appare sulle note fighissime anche se mai fighissime quanto lei di “Never Say Never” dei Romeo Void la gente va fuori di testa e dice robe tipo: “Me la farei anche se fosse mia sorella” o “Da lei mi farei persino attaccare l’AIDS, cazzo” e poi Jordan Belfort confessa che: “La sua figa era come l’eroina per me.” Frasi cazzute come questa di cui questa cazzutissima sceneggiatura tratta dal libro dello stesso Belfort è piena.
Questo era solo per parlare del cast e mi rendo conto di essermi fatto prendere un pochino troppo la mano. Sono proprio un cazzaro. Non si può però non citare anche quello che fa Martin Scorsese in questo film. Cosa fa? Quel cazzo che gli pare, ecco cosa fa. Se la sbandata bambineska del precedente Hugo Fantozzi Cabret sembrava un allarmante segnale di demenza senile, questo Wolf è un grandioso dito medio sventolato in faccia a tutti. Anche a me. Scorsese non è mai stato più giovane e fresco di così. The Wolf of Wall Street gira a mille come tutte le parti migliori delle sue pellicole precedenti frullate insieme e filmate come se fosse un debuttante alle prese per la prima volta nella sua vita con una macchina da presa, con un ritmo indiavolato che non fai in tempo a gettare un occhio all’orologio che son volate via già tre ore. Tre ore? Son passate tre ore? Sicuri? A me son sembrati appena tre minuti, ma che dico tre minuti? Saranno stati tre secondi. Il bello di questo film è che non ci sono freni inibitori in ciò che viene messo in scena e non ci sono freni manco nella regia del nongiovane Marty. Mentre lavorava a questa pellicola è come se non avesse mai perso tempo chiedendosi: “Girerò davvero questa scena?” Semplicemente s’è buttato e l’ha girata. Ha girato tutto, anche le cose più pazzesche. A tratti sembra quasi che abbia voluto realizzare un American Pie o un Fatti, strafatti e strafighe d'autore. E non c'è niente di più strafigo di un'idea del genere!
Cosa cazzo succede in questo film? Sarebbe più facile dire cosa cazzo non succede. C’è una sequenza delirante sulle note distorte di “Smokestack Lightning” ululata da Howlin’ Wolf di cui David Lynch sarebbe fiero. Cazzo, se sarebbe fiero e perché ne parlo come se fosse morto? Magari in questo momento è a casa sua con una puttanella che glielo succhia mentre si sta guardando la sua copia di The Wolf of Wall Street piratata ed è fiero di questa scena fottutamente grandiosa che Scorsese gli e ci ha regalato. Una scena in cui diventa chiaro come l’apparente Paradiso messo in scena in questo film sia in realtà l’Inferno dei nostri giorni.
E poi ancora c’è il padre del protagonista Mad Max (interpretato dal regista Rob Reiner), personaggio fantastico protagonista di una scena di pochi secondi che mi fa piangere dalle risate come una femminuccia per ore ancora adesso se ci sto a pensare. C’è spazio inoltre per un addio al celibato che altrochè Una notte da leoni, per una cosa a tre con Leo + Jonah + una zoccola a caso, per Portofino, per Gloria GLORIAAA manchi tu nell’aria GLORIAAA di Umberto Tozzi, porca troia TROIAAA, viene suonato Tozzi!, e c’è spazio pure per i Cypress Hill, per i Foo Fighters, per Braccio di Ferro, per una comparsata di Jean “The Artist” Dujardin, per l’assunzione più massiccia di droga nella storia del cinema roba che Trainspotting al confronto sembra un cazzo di centro di rehab e tanto tanto altro ancora, comprese scene che farebbero arrossire quelli delle serie tv più estreme come Nip/Tuck, Blue Mountain State, House of Lies o House of Cards. È come se Scorsese avesse visto negli ultimi anni le serie tv superare il cinema in fatto non solo di qualità ma pure di eccessi, e avesse deciso di riportare avanti il caro vecchio grande schermo. Ora la palla passa di nuovo a voi, serie televisive stronzette. Fate di meglio, se ci riuscite.
In questo luna park pieno di droghe, parolacce, canzoni, fighe, tette, culi e scopate a cavallo tra la fine dei fottuti ani ’80 e gli ancora più fottuti ani ’90, il film trova anche il tempo di essere una riflessione sul presente, sulla crisi economica attuale, per esempio. Considerando come il mondo dell’alta finanza sia stato, ed è probabilmente governato ancora tutt’oggi, da delle confraternite composte da branchi di tossici arrapati dipendenti da coca, sesso e soprattutto soldi, ci si deve chiedere semmai com’è possibile che non sia arrivata prima, questa dannata crisi. Il film però non è solo e non è tanto questo. Non è un film sull’alta finanza. È un raccontare dello sprofondare dell’uomo nelle sue perversioni, nel potere dei soldi che può comprare e cambiare chiunque, anche il bravo ragazzo fresco di matrimonio Jordan Belfort. Scorsese ci racconta questo viaggio mostrandoci soprattutto i suoi aspetti più scintillanti. La mossa geniale del film è quella di presentare la storia dal punto di vista di Belfort, senza modificarlo, senza filtri, senza inserire la solita moraletta hollywoodiana del cazzo di fondo, ma facendo soltanto emergere qua e là, in maniera sottile, il lato oscuro di questo stile di vita.
ATTENZIONE SPOILER
Cosa dire poi del pre-finale con l'agente Kyle Chandler in metro?
Non ha prezzo. E cosa dire infine del finale-finale? Quel finale che all’inizio magari ti lascia un po’ così, come un povero stronzo, e poi ti rendi conto che è uno di quei finali degni di Stanley “fottutissimo genio” Kubrick. Quei finali che estendono la potenza dell’intera pellicola a un livello universale. Non si parla più soltanto di anni ’80, di anni ’90, di Wall Street, di America, di Porto-cazzo-fino. Il virus del capitalismo si è diffuso ovunque, persino nella sperduta Nuova Zelanda. Non c’è più ritorno. Non c’è più via d’uscita. Come in American Psycho, “this is not an exit”. Come nella Divina commedia, “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”. Come Alex DeLarge dopo la cura Ludovico in Arancia meccanica, Jordan Belfort è sempre lo stesso stronzo figlio di buona donna di una volta.
Lo sfacelo dell’impero occidentale continua a mostrare le sue fottute crepe, in mezzo a uno spring break, tra una passeggiata nella grande bellezza di Roma e un folle giro sulle giostre di Wall Street. O forse è tutta solo una gigantesca commedia. Una farsa che è poi il cazzo di mondo in cui tutti noi poveri stronzi viviamo. Ma come sia o come non sia il cazzo di mondo, cazzo che film! Cazzo cazzo cazzo stramegacazzo che cazzo di film che hai girato, fottutissimo pezzo di Marty! Ti scoperei, talmente mi hai fatto godere con questo The Wolf of Wall Street. (voto 10/10)
La versione censurata della recensione di Pensieri Cannibali Caaacchio che film. Cacchio, cacchiarola e cacchiolina che film, The Wolf of Wall Street. Era da parecchio tempo che non vedevo un film tanto simpatico e gradevole e profondo allo stesso tempo. Una pellicola super caruccia che racconta la vita senza limiti dell’affascinante e affabulatore broker Jordan Belfort, portato sul grande schermo da un Leonardo DiCaprio da Oscar, ma se non glielo danno fa niente non mi incavolerò assolutamente, no no. Una menzione speciale se la meritano pure i bravi comprimari Matthew McConaughey e Jonah Hill. Carina Margot Robbie. Insomma bel film, bel film, bel film, oh cavolo che bel film, acciderbolina mi è davvero piaciuto. Martin Scorsese, sei proprio un bravo ometto. Ti vorrei dare un abbraccio forte forte, talmente ho apprezzato questo The Wolf of Wall Street. (voto 10/10)
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