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The Wolf of Wall Street

Creato il 02 febbraio 2014 da Marta Impedovo @pizzaecimena

Regista Martin Scorsese, attore protagonista Leonardo di Caprio, non poteva che essere uno dei film più attesi dell'anno. Uscito nel 2013 negli USA, della durata di 3 ore, è candidato a ben 5 premi Oscar: miglior film, regia, attore protagonista e non e sceneggiatura.

La storia è quella dell'ascesa e del declino del Lupo di Wall Street Jordan Belfort. Quando nel 1987 comincia la propria carriera di broker a Wall Street, Belfort è da poco sposato con una parrucchiera, ha due figli e non si è mai fatto una striscia. Il suo rito di iniziazione alla vita di eccessi dell'alta finanza di New York è un pranzo in un ristorante di lusso con lo spudorato Mark Hannah (Matthew McConaughey). Il lunedì nero (19 ottobre '87) però lo lascia dopo poco senza lavoro e Belfort è costretto a rivolgersi a un mediocre call center che vende azioni con quotazioni bassissime. Malizia e spudoratezza e l'incontro con Donnie Azof (Jonah Hill), che diventerà il suo braccio destro e amico fidato, lo portano in breve tempo a un'attività sempre più frenetica, truffaldina e redditizia, fino alla fondazione della Stratton Oakmont. Intanto Belfort abbandona il proprio stile di vita sobrio per la sperimentazione delle più varie sostanze stupefacenti e lascia la moglie (la Madre di How I Met Your Mother!) per sposare la bellissima Naomi (la suorina di Pan Am!). Quando l'FBI comincia a indagare sulla Stratton, Belfort è costretto a studiare un piano per mettere al sicuro sé e il suo immenso patrimonio.

The Wolf of Wall Street

La struttura della narrazione è quella convenzionale e prevedibile della vita di tutti i grandi delinquenti: dalla mediocrità al successo e poi alla disfatta più totale. Ciò su cui questo film insiste è certamente l'assurdità di una realtà, che caratterizzava gli anni '80 ma non meno i giorni nostri, che è quella della dittatura del denaro. La ricchezza è rappresentata come un credo religioso e un'ideologia estrema. I monologhi che Belfort fa ogni mattina davanti ai suoi impiegati (che Di Caprio interpreta magistralmente) sono i discorsi di incitamento di un leader spirituale davanti ai suoi seguaci. I gesti degli impiegati che applaudono ed esultano ad ogni sua parola sono quelli di una massa irrazionale che segue il proprio Dio. Come non vedere nell'impiegata madre single che Belfort ha salvato dalla miseria, una poveretta raggirata da una setta religiosa? E nel lamento di Mark Hannah quando si batte il pugno sul cuore, un rito tribale?

Per il resto è tutto divertimento. La scena in cui Belfort e Donnie assumono delle pasticche invecchiate quindici anni di una potente qualità di quaaludes è una delle scene demenziali meglio riuscite nella storia del cinema (lo dico perché non amo il cinema demenziale, ma qui ho apprezzato). E la scena della tempesta in mare è palesemente un'esagerazione fine a se stessa!

Peccato per i personaggi femminili praticamente assenti (sta Naomi potevano farla un po' meno insignificante!) e, devo dire, anche per la durata forse un po' eccessiva. Leonardo di Caprio, l'ho già detto? Sensazionale!


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