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The Years of La Dolce Vita alla Estorick Collection

Creato il 08 giugno 2014 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra

“What a cool place Rome must have been in the Sixties!”esclama con aria beata la mia dolce metà all’uscita dall’Estorick Collection ofModern Italian Art, piccolo angolo d’Italia a due passi da Upper Street dove siamo stati a vedere la mostra fotografica The Years of La Dolce Vita. Che lui Roma l’ha vista per la prima volta dua anni fa e ci ha lasciato un pezzetto del suo inglesissimo cuore, ma la Roma negli anni Sessanta doveva essere davvero bellissima.
“Hollywood on Tiber” la chiamavano, per via della moltitudine di registi americani (accorsi nella Città Eterna attirati dai costi relativamente bassi degli studi di Cinecittà) e di divi del cinema del calibro di Richard Burton, Liz Taylor e Kirk Douglas impegnati a girare film che sarebbero diventati leggenda come Ben Hur (1959) e Cleopatra (1963). Ma gli anni Sessanta sonostati un periodo d'oro anche per il cinema italiano grazie ai tanti talenti nostrani come Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini e Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Claudia Cardinale e via di seguito. Roma è un set cinematografico all’aria aperta in cui si muovono attori famosi e i paparazzi che li inseguono, cercando di immortalarli mentre si godono i bar e i ristoranti della città. Già, i paparazzi. Al giorno d’oggi sinonimo di fotografo (almeno quello delle celebrità), non dimentichiamo che il termine “paparazzo” deriva proprio dal nome del fotografo Paparazzo un personaggio interpretato da Walter Santesso nel capolavoro cinematografico di Fellini uscito nel 1960. Perché gli anni Sessanta non dimentichiamolo, sono e resteranno sempre, (almeno per me e per la Estorick Collection) gli anni de La Dolce Vita.
E come potrebbe essere diverso? Da una scatenata Raquel Welch che balla su un tavolo davanti ad un divertito Mastroianni ad un giovanissima (ed elegantissima) Audrey Hepburn in guanti bianchi che esce dal negozio del fornaio a un soddisfatto Richard Burton dopo una lauta cena in una trattoria di Trastevere, ognuna delle immagini in bianco e nero provenienti principalmente dall’archivio privato del “paparazzo” Marcello Geppetti (1933-1998) (che con oltre un milione di immagini, è la fonte principale della mostra) trasuda eleganza, ironia ed una contagiosa gioia di vivere.
Ma quelli sono anche gli anni periodo segnò l'inizio della culto della celebrità che vede paparazzi appostati fuori a bar e ristoranti di Via Veneto pronti a catturare immagini di star come Sophia Loren in macchina con Carlo Ponti, James Steward con la famiglia e di una giovanissima e biondissima Brigitte Bardot a Spoleto. Geppetti ben presto diventa famoso sul campo per l'incredibile qualità tecnica delle sue immagini così per il suo talento per catturare momento decisivo (per usare un tirmine caro a Cartier-Bresson), ma la connotazione negativa del suo lavoro ha sempre impedito di vedere con chiarezza il valore artistico delle sue immagini. Mi piace immaginarlo Geppetti mentre attraversa la città sul suo scooter alla ricerca di personaggi da fotografare. E di certo nella Roma della Dolce Vita le occasioni non mancavano: Liz Taylor in giro con un amico per Cinecittà vestita da Cleopatra? Mickey Hargitay vestito da cow boy a cavallo in Via Veneto? Di certo uno dei suoi scatti più famosi è quello che vede Richard Burton baciare Liz Taylor durante una vacanza ad Ischia, una fotografia recentemente inserita tra le trenta immagini più famose della storia, accanto ad immagini di artisti come Andy Warhol e a fotografi come Cecil Beaton. Non male per uno che fu definito da American Photo come“il fotografo più sottovalutato della storia”!

The Years of La Dolce Vita alla Estorick Collection

Brigitte Bardot in Spoleto by Marcello Geppetti, 1961
MGMC & Solares Fondazione delle Arti

E se la perdita della privacy è un elemento inevitabile della celebrità,il comportamento invadente dei paparazzi ha causato (e continuaa farlo ancora oggi) reazioni violente da parte di attori e attrici in questione. Da un infuriato Franco Nero immortalato nell’atto di aggredire un paparazzo a Fontana di Trevi alla serie di scatti che mostrano Anita Ekberg a piedi scalzi affrontare un fotografo con un arco e una freccia prima di prenderlo a pugni: i paparazzi che immortalano i loro colleghi paparazzi è un divertente diversivo.

Ma dove la gamma tonale delle immagini è particolarmente efficace è negli scatti catturati dietro le quinte dal cameraman Arturo Zavattini (figlio del celebre Cesare) dove i ritratti di Fellini e di Marcello Mastroianni rivelano un talento narrativo che va ben oltre al paparazzo. Vedere per credere.
Pubblicato su LondonitaFino al 29 giugno Estorick Collection of Modern Italian Art
39a Canonbury Square
London N1 2AN
 www.estorickcollection.com

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