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THFF11 – Morituris – torture porn alla romana

Creato il 18 novembre 2011 da Soloparolesparse

Quanto orrore c’era negli scontri tra i gladiatori?
Un’idea ce la da Morituris, riportando in vita i grandi combattenti e trasformandoli in mostri assetati di sangue e nefandezze.
Ma Raffaele Picchio inserisce la faccenda in una ben più complessa vicenda piena zeppa di citazioni.

THFF11 – Morituris – torture porn alla romana

Tra ragazzi caricano in macchina una coppia di giovani straniere dopo una serata in disco e tutti insieme viaggiano verso un rave party nei boschi nei dintorni della capitale.
Quando però arrivano in zona della festa non c’è alcuna traccia e l’avventura si trasforma in incubo per le due ragazze… e non solo per loro.

Si comincia con una frase di Seneca da cui è tratto il titolo e da alcune sequenze in super 8 che mostrano come già negli anni ’70 (più o meno) in quel bosco fossero successe cose turpi.
La cosa è fatta discretamente ed è impossibile non notare la citazione di M, il mostro di Dusseldorf.

Poi i titoli di testa, ben fatti, tutti disegnati e animanti, in un crescendo di orrori che ci fanno capire dove il film andrà a parare.

Morituris si sviluppa in tre momenti decisamente distinti.
Il viaggio in macchina, con l’amicizia tra i ragazzi e la presentazione dei personaggi è la parte più moscia, non regala molto se non l’introduzione dei protagonisti, poi però la faccenda si fa seria.
Le scene delle violenze e del doppio stupro sono drammaticamente splendide!

THFF11 – Morituris – torture porn alla romana

 

Crude, violente, duramente realistiche, sotto ogni punto di vista.
Sono orrore vero, quotidiano nelle nostre città.
Splendidi e convincenti i protagonisti, i tre ragazzi ma soprattutto Valentina D’Andrea e Désirée Giorgetti, che fino a quel momento se la sono cavicchiata, diventano attrici vere capaci di esprimere l’orrore puro, il terrore, l’umiliazione, la fine di ogni speranza.
Ed anche il montaggio in questa seconda parte diventa convincente, accelerato, capace di raccontare parte della storia.

La terza parte butta in campo i gladiatori e si va verso un horror più di concetto, addirittura ad un passo dallo slasher, le violenze diventano più “da film”, saltano teste, si inchiodano mani e piedi, il sangue scorre abbondante (del resto la mano di Sergio Stivaletti doveva trovare giusto sfogo).

Insomma Morituris ci regala un doppio orrore.
Quello reale, che si incontra nella vita più oscura (dichiaratamente ispirato ai fatti del Circeo) e quello più horror, strizzando però l’occhio alla storia romana e alla rivolta dei gladiatori.

Ambienti estremamente scuri e fotografia molto sporca completano il panorama di un film tecnicamente molto apprezzabile.

Nota.
L’organizzazione del Festival ha voluto assegnare al film la Mannaia Anna Mondelli per il miglior talento giovanile con la motivazione

La grande sorpresa del cinema fantastico italiano di quest’anno, un film che riporta l’horror nostrano ai bei tempi che furono: violento, sporco e crudele. Esordio fulminante, un talento da seguire.



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