Se vi piace che alla fine di un film tutte le tesserine vadano a posto e i misteri si risolvano, The Hounds può tranquillamente finire nella vostra videoteca.
Maurizio e Roberto Del Piccolo hanno creato un intreccio su due livelli che si incontrano solo a conclusione della faccenda.
Quattro ragazzi decidono, dopo una serata davanti a troppe birre, di passare il weekend in campeggio come ai bei tempi.
Nello spiazzo in mezzo al bosco dove si accampano trovano però un cadavere semi-sepolto.
Questo già basterebbe a rovinare l’avventura ma la faccenda si complica perchè dopo un po’ il corpo sparisce.
Nel frattempo un commissario di polizia, che ha nel suo passato un terribile e pazzesco dramma familiare, sta indagando su una misteriosa organizzazione.
Cosa centrano le due vicende una con l’altra?
Lo scopriremo solo alla fine del film… o se siete particolarmente intuitivi qualche minuto prima della rivelazione.
La prima parte di The Hounds è abbastanza moscia, la preparazione agli eventi della nottata si trascina un po’ forzata.
Quando però scende la notte ed il corpo sparisce dalla sua tomba la situazione cambia, la tensione sale (parecchio) e i misteri e le domande si susseguono.
Morti che tornano in vita, corpi che prendono forme diverse, occhi che saltano, cuori strappati a mani nude, c’è anche di che divertirsi per gli amanti degli aspetti più crudi di un horror che è comunque buono e viaggia bene anche a livello di thriller.
Le musiche danno una bella mano a creare l’atmosfera. Sia le canzoni di contorno che la musica di accompagnamento sono molto efficaci.
Il clima di mistero aleggia per tutta la seconda parte del filme i Del Piccolo sono bravi a seminare indizi sottoforma di allucinazioni di una brava Maddie Moate.
Alcune curiosità tecniche apprezzabili. Su tutte l’inquadratura dall’interno della bocca di una delle vittime/mostro che ricorda La piccola bottega degli orrori ma con efffetti per niente ironici.
Nota.
Il film ha preso una menzione speciale dal’organizzazione con la seguente motivazione
Per il coraggio e la determinazione dimostrati nel conseguire la produzione del film, per la coerenza stilistica e il gusto non scontato con cui è costruita l’immagine narrativa.
Potrebbero interessarti:
- London Boulevard – quei maledetti paparazzi
- THFF11 – Sennentuntschi – Roxane Mesquida è una strega?
- Shelter – identità paranormali
- Sudor frio – torturando Camila Velasco
- Wrong Turn 4: Bloody Beginnings – ragazze che urlano (un sacco)