Tre vicende in cui non si trova un filo conduttore
Il regista premio Oscar per Crash – Contatto fisico, Paul Haggis, mette in scena un film che intreccia tre storie melodrammatiche, esibendo un’apparente complessità. L’obiettivo sembra quello di realizzare un nuovo Crash; purtroppo Third Person non ne possiede la stessa forza narrativa, rivelandosi uno sterile puzzle.
Parigi: lo scrittore Michael è intento a scrivere un romanzo e si lascia sedurre da un’altra scrittrice di nome Anna. Roma: l’americano Scott perde la testa per Monika (una ragazza rom) ed è disposto a darle tutti i suoi soldi pur di tirarla fuori dai guai. New York: Julia prova a riprendersi la custodia del figlio dopo un oscuro incidente domestico.
Quarto film di Haggis, Third Person si mette alla prova con un intreccio narrativo che nelle prime battute appare invitante e coinvolgente. Tuttavia progressivamente si notano le forzature drammatiche, la finzione e la costruzione a tavolino di un film che rimane ingabbiato nei cliché melodrammatici del regista/sceneggiatore. Tre storie che mettono a fuoco il rapporto di coppia e che ostentano in modo nitido le difficoltà di mantenimento di un’amore. Rimanendo incatenato nelle pagine scritte dello scrittore-protagonista Michael, Third Person cavalca in modo interminabile stereotipi e soffre della fragilità soprattutto di due vicende. Difatti quelle che convincono meno (e si trascinano fino alla conclusione) sono la storia con protagonista Mila Kunis (madre separata, con enormi difficoltà e che nasconde un segreto inconfessabile) e quella con Adrien Brody (un “imprenditore” del “tarocco” d’alta moda, che si fa incastrare da una zingara a Roma). Entrambe paiono deboli rappresentazioni di un universo disegnato da Haggis, che non trova la giusta chiave di lettura. Diversamente la storia che vede protagonista Liam Neeson (uno scrittore «che può provare le emozioni solo tramite i personaggi che crea») è ben costruita e rivela ben più di quanto possa mostrare superficialmente.
Tuttavia l’impressione è quella di osservare un regista che ha perso il tocco magico che aveva ostentato in Crash – Contatto fisico. La drammaticità e la brutalità degli intrecci del film del 2004, in Third Person perdono di efficacia e vengono esclusivamente declinati in versione melodrammatica e sentimentale. Inoltre è come se Haggis si sia immedesimato nel personaggio di Michael, uno scrittore in evidente crisi, che si rifugia nella creazione di «personaggi casuali per giustificare la propria vita». E il fatto che metta in bocca al protagonista della pellicola queste parole, fa pensare che il regista stia cominciando un processo di consapevolezza, utile per uscire da quel tunnel narrativo in cui si è infilato da qualche anno, povero di idee e creatività.
Uscita al cinema: 2 aprile 2015
Voto: **
