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Thirst – Park Chan-wook

Creato il 03 febbraio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

3 febbraio 2015 Lascia un commento

Thirst
Solo un prete cattolico coreano che vuole rendersi utile puo’ decidere di farsi volontario per la sperimentazione di un vaccino su una malattia inguaribile molto molto simile al virus ebola. Quando si inizia a sputare sangue non resta molto da fare e in effetti sul tavolo operatorio lo danno per morto ma, miracolo! unico su 500 si salva e guarisce. Cio’ fara di lui una specie di santo da invocare e pregare ma in realta’ assieme alla guarigione e’ sopraggiunta la mutazione in vampiro, posizione piuttosto scomoda per un sacerdote, peggio se monta il bisogno di sangue per vivere e tutti i sensi si amplificano e si espandono, incluso il desiderio sessuale. E’ qui che conosce uno strano trio composto da marito, moglie e la madre di lui. La donna e’ una specie di schiava ma non una sprovveduta e quel prete affamato, diventera’ causa e pretesto per liberarsi dalla sua vecchia vita. Violenze, omicidi e sesso, il prete avra’ ancora un’ancora morale, lei no e non sara’ un problema da poco.
Quando vidi la prima volta il film, confesso non mi piacque granche’ ma del regista conoscevo a quel tempo soltanto la Trilogia della vendetta che su Park insegna molto certo ma ancora non sottolinea a dovere lo spirito di narratore di storie oscure venate da quel filo neppure troppo sottile d’ironia. Ammetto anche queste considerazioni nascono dopo "Stocker", film straordinario che consacra Park come il Tim Burton coreano, con annessi a connessi, pregi e difetti sempre pero’ molto adulto e poco bambino.
Oggi non mi sento di dire di aver ribaltato la mia opinione, "Thirst" resta tra i punti deboli della sua produzione ma posso farlo rientrare in uno schema piu’ generale e soprattutto inquadrarlo in un processo di crescita e affinamento di stile che al tempo non potevo intuire.
Ritroviamo ancora una volta, come sempre il bravissimo e trasversalissimo Song Kang-ho, un attore che sa fare di tutto e lo fa sempre alla grande, uno che fosse nato americano sarebbe coperto d’oro. La protagonista Kim Ok-bin e’ tanto brava quanto bella, anzi supera e non di misura la controparte maschile facendo della coppia un favoloso team. Forse troppo dal momento in cui la trama non esile ma mal giocata, alla fine appoggia soltanto sui due.
Film molto piu’ che imperfetto, poteva essere tanto invece sfocia in nulla.
Resta regia e interpretazione ma senza una struttura degna del team.

Scheda IMDB


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