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La trama (con parole mie): Pete e Debbie sono ormai prossimi a compiere quarant'anni, un traguardo importante nella vita di ognuno di noi che spesso significa fare i conti con il passato e tracciare un bilancio della propria vita. I due, insieme praticamente da sempre, hanno cresciuto due figlie che adorano anche nei momenti di inevitabile conflitto, e stanno cercando da tempo di trovare la realizzazione lavorativa in proprio, il primo grazie ad un'etichetta discografica, la seconda con un negozio di abbigliamento.
Le vicende della vita, i problemi e gli impegni, però, li hanno allontanati molto, portandoli addirittura al punto di detestarsi, oltre al fatto di scaricare sull'altro le colpe dei problemi che vanno dal sesso alla gestione del tempo.
Sarà proprio il confronto con il giro di boa dei quaranta a portare entrambi a riflettere sulla loro condotta e ritrovare le forze per costruire il resto della vita insieme.
Judd Apatow ed il suo nutrito clan sono divenuti, nel corso degli ultimi anni, fordiani onorari, sempre ben accetti per le serate più easy qui al Saloon.
Unico neo nella produzione del Nostro - se di neo si può parlare, dato che comunque risultò piacevole - fu Molto incinta, pellicola acclamata - nel suo genere - praticamente ovunque nella blogosfera e non che ho trovato forse meno coinvolgente o esplicitamente cazzara rispetto alle altre: dunque l'idea di una sorta di spin off della stessa, inizialmente, non mi fece impazzire rispetto al ritorno sul grande schermo del buon Judd.
E invece con cosa mi sono trovato a visione ultimata?
Semplicemente con il fatto compiuto che This is 40, con Funny people, finisce per essere il lavoro più maturo - se così vogliamo definirlo - e personale del regista, una riflessione sincera, divertente e a tratti amara del cambio di decina forse più importante della nostra vita, quello che, di fatto, sancisce in qualche modo la fine della "giovinezza" e ci traghetta alla seconda metà della nostra esistenza, che lo si voglia oppure no.
Mescolando un'atmosfera che è a metà strada tra le commedie da famiglia disfunzionale in stile Sundance al romanticismo pop di Alta fedeltà, Apatow porta sullo schermo quelli che, probabilmente, sono anche suoi problemi filtrandoli attraverso le vite di Paul e Debbie, coppia solidissima, genitori sempre presenti - pur se alle prese con i primi problemi da figli adolescenti -, sognatori mai dimentichi dei turbamenti che avevano scosso - e per certi versi continuano a scuotere - anche loro un ventennio prima nel corso della loro prima "crisi di mezza età".
Da persona che vede avvicinarsi un pezzettino per volta proprio lo stesso fatidico compleanno - il 2019 non è poi così lontano - devo ammettere di essermi profondamente goduto - anche nelle parti più difficili - questo ritratto di una normale e scombinata coppia alle prese con il passaggio definitivo all'età adulta - se così vogliamo chiamarla -, dai problemi che nascono anche all'interno di un rapporto rodato - o forse proprio perchè rodato - al tempo che finisce con le vicissitudini della quotidianità per risucchiare l'ispirazione e la passione dei tempi in cui si trovava sempre il momento giusto per fare qualche stronzata a cuor leggero, dal lavoro che inghiotte i sogni anche quando li rappresenta alla presenza sempre maggiore della tecnologia nelle nostre vite - interessante notare, infatti, quanto Ipad, Ipod, smartphone e surrogati ormai siano parte integrante dei rapporti sociali, soprattutto per chi, almeno fino alla generazione del sottoscritto, ha vissuto la propria adolescenza ai tempi dei walkman e dei telefoni a gettone -.
Andando oltre le riflessioni "profonde", comunque, all'interno di This is 40 non mancano spassosissime sequenze prettamente ludiche - la ricerca dell'emorroide di Paul o il concentrarsi delle attenzioni di qualsiasi uomo sulla commessa del negozio di Debbie interpretata da Megan Fox e dai suoi sempre più terribili pollici - o citazioniste - da antologia il botta e risposta tra Paul e la figlia adolescente a proposito della rivalità delle loro visioni da piccolo schermo, rispettivamente Mad men e Lost, chiuso con una geniale "quello che ha passato Don Draper il tuo Jack con la sua isola se lo sogna" - in grado di rendere la visione più morbida nei momenti in cui si rischierebbe di immedesimarsi un pò troppo con i due protagonisti ed i loro travagli assolutamente comuni.
Ottimi il cast - comprese le due eredi di Apatow, praticamente perfette nei ruoli delle figlie di Paul e Debbie - e la colonna sonora, l'atmosfera ed il ritmo - considerato che, parlando di fatto di una commedia "romantica", due ore e dieci sono parecchie -, per un prodotto che fila via liscio, diverte e coinvolge, appassiona e riesce a smuovere decisamente più di quanto ci si aspetterebbe, specie se osservato a distanza ravvicinata come molti tra noi finiranno per fare.
Certo non si parlerà della pellicola dell'anno, eppure possiamo tranquillamente pensare di essere di fronte all'ennesimo colpo messo a segno da una delle personalità più importanti della commedia made in USA degli ultimi dieci anni, di fatto erede ormai maturato del tanto caro - al sottoscritto e non solo - Kevin Smith.
E scusate se è poco.
MrFord
"Oh mamma ho quasi quarant'anni
che cazzo ho fatto fino adesso
ho avuto il modo ed anche il tempo di cambiare
e l'ho passato a improvvisare
ma mi vuoi bene lo stesso."Tiromancino - "Quasi 40" -
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