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“This must be the place”

Creato il 15 ottobre 2011 da Cinemaleo

“This must be the place”

2011: This Must Be the Place di Paolo Sorrentino

 uscita italia: 14 ottobre 2011   uscita francia (cannes): 20 maggio 2011

 

“This must be the place”
“This must be the place”

“…il film più sbalorditivo di Cannes 2011”, scrive Curzio Maltese. Nel bene e nel male.

E’ indubbio che Paolo Sorrentino ci ha viziato. Ogni suo film (uno diversissimo dall’altro) è stato giustamente salutato come un piccolo gioiello, una boccata d’aria pura nell’atmosfera più o meno asfittica del nostro cinema. Grande è quindi l’attesa per ogni suo lavoro, grandi le aspettative.

Anche questa volta Sorrentino non ha deluso ma…

“Cheyenne, rock star ormai ritirato dalle scene, parte alla ricerca del persecutore di suo padre, un ex criminale nazista ora nascosto negli Stati Uniti. Nel cuore dell’America, inizia così il viaggio che cambierà la sua vita. Dovrà decidere se sta cercando redenzione o vendetta”. Così è presentata ufficialmente la trama di This must be the place ma questo tema inizia dopo più di trenta minuti generando nel pubblico non poche perplessità.

This must be the place all’inizio incuriosisce ma ben presto lascia alquanto interdetto lo spettatore che non riesce bene a decifrare quanto accade, e perché accade, sullo schermo. Situazioni non del tutto comprensibili e personaggi di cui non si comprende appieno la presenza non facilitano il nostro coinvolgimento anche se è impossibile non rimanere affascinati dallo splendore visivo del film e dall’eccezionale performance di un intero cast in stato di grazia.

Il recupero di un rapporto col padre, il motivo dell’Olocausto, il cammino di crescita del protagonista… tutto è diluito in uno stuolo di immagini e sequenze che ci mostrano l’ex rock star dialogare e interagine con molteplici personaggi (amici, familiari, incontri casuali…), oscillando tra la saggezza e il paradosso, tra il banale e l’inquietante, tra il malinconico e l’infantile. Ogni singola sequenza è magnifica e rivela in pieno il talento di un grande regista… ma tutto l’insieme a volte sembra non funzionare appieno e potrebbe generare un senso di irritazione o di noia in uno spettatore non pienamente convinto di quanto gli viene mostrato.

Dire che Sean Penn è bravo è dire poco. Una interpretazione sbalorditiva la sua, una performance che sicuramente rimarrà negli annali. Probabilmente negli States il film incasserà pochi centesimi ma se l’Academy non premierà questo mostro di talento sarà uno dei suoi più grandi errori.

 

Contrastanti le accoglenze della critica: Sean Penn è straordinario nel disegnare, ancorandolo alla realtà, un personaggio che potrebbe ad ogni inquadratura dissolversi nel grottesco o nella caricatura” (MyMovies), “L’America vista da Sorrentino: una sequela di facili curiosità che colpirebbero l’attenzione di un europeo medio in gita turistica” (Badtaste.it), “Paolo Sorrentino sceglie di rischiare. Invece di ripetere in altra forma Il divo, sfruttandone il successo, gira una storia difficile e ambiziosa” (L’Espresso), “…l’anima di This must be the place è grandiosa, un vero squarcio sul cinema del futuro” (la Repubblica), “Non il suo film migliore, ma il più intelligente per l’export. Intimo e universale, lirico e introverso, si guadagna un posto al sole nel cinema che conta” (Il Fatto Quotidiano), “Mai come in questo caso abbiamo di fronte un profluvio di immagini: carrellate, panoramiche e dolly a ripetizione. Il rischio però è quello di porre la storia al servizio dell’estetica e non viceversa. Ed è proprio ciò che avviene in This must be the place: un film che scalda la vista ma non il cuore” (Il Riformista), “Paolo Sorrentino fa il film più profondo del Festival” (Il Giornale), “Stravagante, esilarante, commovente, questo primo film in lingua inglese di Sorrentino è un viaggio mozzafiato e al contempo intimista, interpretato da uno Sean Penn nella sua migliore performance” (Variety), “L’eccentrica performance di Sean Penn è il punto di forza di un film che sbanda un po’…” (Hollywood Reporter), “Il suo primo film in lingua inglese è superbamente elegante… Non è il film di Sorrentino che preferisco però…” (The Guardian).

p.s.

Inspiegabilmente l’edizione che circola nei nostri schermi presenta il taglio di alcune interessanti scene viste a Cannes

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